L’introduzione della nuova normativa Euro 4 ha costretto praticamente tutti i costruttori a rivedere, a volte pesantemente, il propri modelli. Alcuni hanno semplicemente aggiornato i motori e altri elementi, come richiesto dalla legge; altri ne hanno approfittato per un restyling leggero; altri infine hanno fatto il passo completo, presentando modelli del tutto nuovi. Lo ha fatto Kawasaki, ad esempio, che non ha semplicemente aggiornato la Z800, preferendo cogliere l’occasione di lanciare una nuda sportiva tutta nuova, una via di mezzo tra la maxi Z1000 e la Z650 di cui abbiamo appena parlato.
Nasce quindi la Z900, un nome impegnativo (vi dicono nulla le sigle Z1, Ninja/GPz900R, Ninja ZX-9R?) per una supernaked mossa da un 4 cilindri in linea di 948 cc. La Z800 attuale ha un 806 cc, la Z100 un 1.043 cc, quindi si configura una “quasi” sovrapposizione tra Z900 e Z1000, sempre che Akashi non decida di pensionare la “Zetona” in vista dell’arrivo di una nuova naked top di gamma, magari con un motore di cilindrata… umana ma sovralimentato (se ne parla con troppa insistenza per non crederci).
125,4 CV che ululano
Dicevamo che il motore della Z900 è un nuovo 4 cilindri in linea da 948 cc, cilindrata scelta per avere tiro ai bassi e anche allungo. Il nuovo propulsore è basato proprio su quello della Z1000, con misure di alesaggio/corsa di 73,4 x 56,0 mm: 3,6 mm di alesaggio in meno rispetto alla “millona”, con corsa invariata. La cubatura scende di 95 cc, mentre la potenza passa da 142 a 125,4 CV. I corpi farfallati sono perpendicolari e misurano 36 mm di diametro, contro i 38 della Z1000 (ci sono le farfalle doppie). Il diametro delle valvole è di 29 mm per quelle di aspirazione e di 24 mm per quelle di scarico. I pistoni sono realizzati con la stessa tecnica usata per quelli della H2/H2R (simile alla forgiatura), i cilindri sono “open deck”, mentre l’albero motore alleggerito consente al propulsore di prendere i giri velocemente. Le vibrazioni sono contrastate da un contralbero, ma una parte è stata mantenuta, per trasmettere il carattere del motore. L’inedito design dei carter e dei coperchi degli accessori contribuisce a sottolineare la compattezza e la novità del propulsore.
Una cura particolare è stata posta allo studio del suono. L’impianto di scarico 4-in-1 deve rispettare la Euro 4 (fortunatamente il silenziatore è abbastanza compatto, il lavoro… sporco lo fa la precamera), quindi i tecnici Kawasaki hanno studiato un sistema di aspirazione che compensa la silenziosità del terminale “ululando” e cambiando tonalità a seconda del regime di giri.
La trasmissione vanta un cambio con rapporti ravvicinati dalla prima alla quinta, con sesta overdrive: al semaforo la Z900 non avrà complessi di inferiorità! Dalle corse arriva la frizione assistita e antisaltellamento, che non c’era sul modello precedente e sfrutta due tipi di camme, ognuna dedicata a ciascuna funzione.
Addio doppio trave
Completamente nuovo il telaio, che passa da un’unità a doppio trave in alluminio ad una a traliccio: la H2/H2R ha fatto scuola! La struttura pesa solo 13,5 kg, addirittura 1,5 kg meno che il telaio della Z650. La filosofia costruttiva del traliccio è identica a quella del telaio della media bicilindrica: leggerezza, maggior rettilineità possibile dei tubi, motore come elemento stressato. Il forcellone è estruso in alluminio e pesa solo 3,9 kg, quasi un chilo meno che quello della Z650, mentre il telaietto posteriore è anch’esso in tubi.
La forcella è una USD con steli da 41 mm di diametro, regolabile nel precarico (stelo sinistro) e nell’idraulica in estensione (i registri sono posti sui tappi superiori della forcella); il monoammortizzatore, regolabile nel precarico e nell’estensione, è posto quasi orizzontalmente sopra al forcellone, per centralizzare le masse e allontanare l’ammortizzatore dal calore dello scarico. Le tarature standard sono di compromesso tra sportività e comfort.
I dischi dei freni anteriori sono a margherita e hanno diametro di 300 mm (250 il posteriore), morsi da pinze assiali a 4 pistoncini. L’impianto frenante è assistito dall’ABS Nissin
essenziale e cattiva, ma anche elegante
Anche lo stile della Z900 si ispira al Sugomi Design che già impronta le linee della Z1000, ma tutto è visivamente più leggero, essenziale, con carrozzeria meno estesa e più attillata, che lascia in vista telaio e motore esaltando l’aspetto meccanico, tecnologico e sportivo della moto. A ciò contribuisono anche il serbatoio, scultoreo ma elegante e più sinuoso che sulla Z1000, e le cover inferiori del 4 cilindri, disegnate per sembrare parte del motore.
Alcune caratteristiche distintive della Z1000 sono state mantenute, come il gruppo ottico anteriore a doppia luce bassissimo e poco sporgente. Lo è anche la strumentazione (contagiri digitale che ne simula uno analogico, con tre tipi di fondo selezionabili dal pilota, indicatore di marcia inserita e flashh di cambiata; il tutto a sormontare un grande schermo LCD a fondo scuro, che offre moltissime informazioni, compresa l’indicazione di guida economica), rifinita in carbon look e vestita da una cover anch’essa compatta e attillata ma integrata col gruppo faro meglio che in passato. Anche la coda è più sinuosa di quella della Z1000, pur mantenendo una linea sportiva che punta in alto. Confermato anche sulla Z900 il caratteristico faro posteriore a Led a forma di “Z”.
Si è pensato anche al comfort
La posizione di guida è leggermente più rialzata rispetto a quanto offerto dalle attuali Z800 e Z1000, con il triangolo sella/pedane/manubrio (montato su silent block e con leve regolabili) studiato per massimizzare feeling e maneggevolezza. L’ampia area di seduta dista 794 mm da terra, è anteriormente rastremata e, insieme ai fianchi stretti della parte centrale della moto, aiuta piloti di tutte le taglie a poggiare facilmente i piedi al suolo. Le pedane hanno tamponi in gomma e, quelle del pilota, contrappesi anti vibrazioni e paratacchi montati su silent block.
La Z900 sarà disponibile nelle colorazioni Pearl Mystic Gray/Metallic Flat Spark Black, Candy Lime Green/Metallic Spark Black, Metallic Flat Spark Black/Metallic Spark Black, Candy Plasma Blue/Metallic Graphite Gray. Quest’ultima è una colorazione riservata alla versione Special Edition, che avrà anche grafiche dedicate e dotazione di serie più ricca.
A proposito di accessori, ecco alcuni di quelli disponibili nella lista degli optional:
Coprisella monoposto
Sella alta (+ 20 mm), con rivestimento bicolore e logo Kawasaki
Cover strumentazione maggiorata
Borsa da serbatoio
Presa di corrente
Cover radiatore
Tamponi para telaio
Tamponi mozzi
Para serbatoio
Modanature per carter motore
Vale un po lo stesso discorso fatto per la GSR 750, una buona moto, con una linea gradevole, finiture curate come su tutte le Kawa di ultima generazione, e un bel motorone che si preannuncia divertente...
Rispetto al GSR e' un filo piu' potente, ma NON ha il TC, al contrario del GSR..
Credo fara' un buon successo..