Come da consigli della preziosa Smilla , ho deciso di restituire foto e copia P.V. con la seguente lettera di accompagnamento:
Egregio Comandante XXXXXXX,
come da Sua richiesta del 12.07.2004, prot. 6658, allego alla presente quanto richiestomi.
Le confesso che la tentazione di far finta di nulla e tenermi le foto ricordo si è presentata, ma poi, in fondo credo di essere rimasto, nonostante tutto, un buon cittadino, anche se il trattamento da Voi riservatomi sia risultato alquanto in dissintonia con questa idea. Per carità, ho superato il limite di velocità, verissimo, ma certe tecniche da “imboscata” inducono sempre un po’ di sconcerto. Se ben ricordo la conformazione di quel tratto di strada, potevo benissimo essere fermato senza rischi e messo contestualmente di fronte alle mie responsabilità, anche perché non stavo andando a velocità stratosferica. Certo, la legge Vi consente di non farlo, ma, anche per mestiere, sono sempre più propenso a ragionare in termini di coscienza personale ed individuale piuttosto che di legge sic et simpliciter. Sicuramente, applicando alla lettera i dettati di legge, mi sarei risparmiato molte complicazioni in venticinque anni di professione, ma a prezzo di notevoli danni per i miei pazienti, per il delicato quanto indispensabile rapporto terapeutico e, non ultimo, per la mia coscienza, oltre che per la mia immagine. E l’immagine (non intesa come facciata, ovvio) è ineluttabilmente importante per chi svolge una funzione pubblica ed è chiamato a fornire un pubblico servizio, a confrontarsi. Forse non a caso è sempre più generalizzato nei cittadini (basta dare un’occhiata in internet, ad esempio) il dubbio che certe sanzioni irrogate con certe modalità non abbiano come obiettivo primario quello della prevenzione e della sicurezza stradale. Per quanto mi riguarda, seppur con notevole disagio (e non primariamente per l’esborso economico, per quanto, da medico ospedaliero, i quattrini non li trovi per la strada), ho pagato la sanzione (di cui allego copia della ricevuta postale) e colgo questa occasione per indicare che, dalle foto, mi sono riconosciuto come conducente della mia moto. Dettaglio non trascurabile, dato che, senza il Vostro provvidenziale disguido, non avrei saputo rispondere con certezza (visto che ero in giro con amici e ci eravamo scambiati qualche volta le moto per confrontare alcune impressioni di guida) ed avrei quindi dovuto sobbarcarmi l’onere di venire a verificare di persona od essere sanzionato pur nell’incertezza. Anche su questi aspetti il semplice buon senso, senza scomodare filosofie politiche e del diritto, indurrebbe qualche perplessità, ma, già, è la legge (per quanto mi risulti pendente un ricorso di incostituzionalità posto da un Giudice di Pace)……..
Concludo scusandomi per il ritardo nella risposta ma credo comprenderà che, nel periodo estivo ad organici ridotti, ma utenti immutati, io abbia avuto altre priorità. Del resto, e mi consenta un po’ di vena polemica, se Lei confrontasse il mio ritardo col totale silenzio della Prefettura di Savona che, dopo diverse telefonate ed una richiesta formale dell’elenco strade di cui alla legge 168, a tutt’oggi non si è ancora degnata di fornirmi una risposta, potrebbe forse ritenere peccato veniale la mia latenza e persino comprendere lo sconcertante stato d’animo nel sentirmi suddito invece che membro a tutti gli effetti di una comunità sociale. Desidero infine tranquillizzarLa sul fatto che in futuro non arrecherò più turbamento all’ordine ed alla sicurezza del Vostro Comune, avendolo inserito nella mia personale lista di boicottaggio turistico, seppur a malincuore per la bellezza dei luoghi e la golosità di certi prodotti. D’altronde, ai “sudditi” non vengono concesse ampie opportunità di scelta e di difesa.
Distinti saluti