Consiglio sul lavoro

[Gilles]

Nella mia (numerosa) famiglia conto o (contavo): padre ex preside, madre ex professoressa, un fratello impiegato comunale, un altro e una sorella presidi, una moglie maestra, una cognata professoressa (rientrata in servizio volontariamente dopo un anno di pensione), un suocero ex ispettore del lavoro (peccato non poterti far parlare con lui )
Poi ci sono io, impiegato in una grande azienda privata
Indovina chi è il più "scazzato" del suo lavoro?
Avrai mille difficoltà a svolgere il tuo lavoro nella maniera migliore ma insieme conoscerai quel fascino che solo una battaglia "ideale" può dare
Tra le cose più commoventi della mia vita, ci sono state le parole di ricordo pronunciate dagli ex docenti di mio padre quando gli hanno intitolato l'aula magna della "sua" scuola (mi sto commuovendo ancora ora )
Sono andato un po' OT forse ma, se fossi in te, non ci penserei due volte a cambiare

[LaDukessa]

Be', mi avete molto rincuorata. Io infatti, se deciderò di entrare nello Stato, non lo farò perchè "così mi sistemo e inizio una vita da fancaxxista", ma semplicemente perchè sarà quello che voglio.
Poi è vero, anche come "progetti futuri" lo Stato da più garanzie, ma sinceramente (so che farò inorridire molti) non mi sento nè mi sono mai sentita "madre", quindi non è che questo abbia molto peso nella scelta.
La questione è più che altro in prospettiva. Adesso ho 32 anni, lavoro da quasi 8 anni, grandi speranze sul futuro le nutrivo appena laureata. Il lavoro che ho adesso è uno di quelli che ti fanno pensare: fra 10 anni sarò una donna manager, piena di soldi, macchina, telefono, computer aziendale, guadagnerò un botto, non avrò tempo di fare altro se non lavorare.
Ecco, a 26 anni questa prospettiva mi attirava, adesso no. Come mi vedo fra 10 anni? Non lo so, ma il tempo di vita, mia, che dedico a me stessa e alle persone che amo non ha prezzo, davvero

[pippo72]

Be', mi avete molto rincuorata. Io infatti, se deciderò di entrare nello Stato, non lo farò perchè "così mi sistemo e inizio una vita da fancaxxista", ma semplicemente perchè sarà quello che voglio.
Poi è vero, anche come "progetti futuri" lo Stato da più garanzie, ma sinceramente (so che farò inorridire molti) non mi sento nè mi sono mai sentita "madre", quindi non è che questo abbia molto peso nella scelta.
La questione è più che altro in prospettiva. Adesso ho 32 anni, lavoro da quasi 8 anni, grandi speranze sul futuro le nutrivo appena laureata. Il lavoro che ho adesso è uno di quelli che ti fanno pensare: fra 10 anni sarò una donna manager, piena di soldi, macchina, telefono, computer aziendale, guadagnerò un botto, non avrò tempo di fare altro se non lavorare.
Ecco, a 26 anni questa prospettiva mi attirava, adesso no. Come mi vedo fra 10 anni? Non lo so, ma il tempo di vita, mia, che dedico a me stessa e alle persone che amo non ha prezzo, davvero

esattamente questo intendevo !!!

Anche se l'idea di "maternità" è ovviamente personale... non la escluderei a priori ! (in 10 anni può succedere di tutto ! )

Per il resto... mi sento molto ritratto in come tu ti descrivi in previsione futura... manager..macchina.. telefono... PC aziendale... soldi ('somma non come si crede)... e vita dedicata al lavoro... non nel senso più stolido del termine, ma nel senso che "non si stacca mai" !
E se c'è bisogno... non c'è sabato, nè domenica, nè festa comandata che tenga... cellulare acceso sempre, controllo mail 2 volte al dì, rapportazione in sede ogni giorno... e magari ricevi un sms "domani ti aspetto a Miano, Roma, Firenze" e... SIGNORSI' !! si prende la macchina e si và !

Occhio !! Non è affatto detto che nel "mondo statale" le cose siano tanto diverse... anche se lo stress è decisamente minore, ormai (com'è giusto che sia) la tendenza è a non far sconti a nessuno (ma non è il tuo caso)... a tutto vantaggio della "profittabilità".

Insomma... mi sembra di capire che non temi certi ambienti competitivi... e che hai una certa voglia di affermarti, anche se questo dovesse comportare il dover sacrificare qualcosa... bene ! Quale migliore occasione di questa per rimettersi in gioco ?

Il mio intervento vuole essere quello tipico dell"avvocato del diavolo" per entrambe le prospettive:

- Resti dove sei ?
OK: tra 10 anni (credi a me... molto prima) sarai come ti sei (e mi sono) descritta ! Poi starà a te saperti gestire... altrimenti...

-Passi dall'altra parte ?
OK: farai ciò per cui tanto ti sei preparata, magari con meno soddisfazioni di quanto credi, ma con meno preoccupazioni, almeno non le stesse... Imporante sarà non farsi troppo "coinvolgere nel sistema", ma non è il caso tuo...

In definitiva ?

Fosse per me cambierei !

[renato]

Dukessa.... non è per volerti convincere di alcunchè.... ma io penso che l'errore più grande che un uomo/donna possa fare.... è proprio quello di sacrificare/mettere in secondo piano/o addirittura rinunciare alla propria famiglia in favore del lavoro!! So che da giovani spesso non la si vede così.... ma credimi, poi di anni per pentirsi di certe scelte ne rimangono tanti.... e maledettamente lunghi!!

[Lontano]

Io parto sempre da un presupposto: il lavoro è necessario, ma non è piacevole.

Sembra sciocco, ma necessario significa che bisogna farlo (altrimenti non si mangia), non che è piacevole farlo. Mi spiego meglio: cercare gratificazione nel lavoro è, secondo me, sbagliato.

La gratificazione, il piacere, la soddisfazione si trovano solo nell'amore, in tutte le sue forme: mariti, mogli, amanti, parenti, figli, amici; il lavoro, ripeto, è necessario (a pancia vuota non si ha forza di amare), ma la soddisfazione sta altrove.

Poi, va da sé che al lavoro passiamo ahimè la maggior parte della giornata e, se piacevole e soddisfacente non può essere, che almeno non sia spiacevole.

Rifletti mettendo questi valori sulla bilancia

[elekim]

sposo in pieno le tesi di renato e davide e aggiungo che non c'è mai un lavoro gratificante al 100%, il lavoro perfetto. Mi sembra anche sciocco dirti queste cose che avrai sicuramente già metabolizzato, ma qualunque scelta farai avra dei pro e dei contro. E' tutto un compromesso, tranne i valori già sottolineati da renato e davide.
Poi sono convinto che una persona valida saprà emergere in qualsiasi posto di lavoro e di occasioni ne avrà parecchie ancora
Buon Natale

[LaDukessa]

Grazie infinite ragazzi, siete speciali come sempre!

Sinceramente, come già ho detto, a me il lavoro attuale piace (non è che non vedo l'ora di arrivare in ufficio, ma almeno non mi pesa più di tanto). Non so se il lavoro nello Stato sarà altrettanto piacevole, però giustamente è un'opportunità che capita una volta nella vita. Sufficienti conoscenze da pensare che, se mai mi stufassi, non avrei molte difficoltà a trovare un altro lavoro simile a questo.
E da attuale responsabile delle risorse umane di un'azienda posso dire (selezionando io il personale) che se dovessi assumere qualcuno per lavorare nel mio ufficio e fosse un ex-ispettore del lavoro, be', lo assumerei prima di subito per via dell'enorme competenza che avrebbe in materia!
Sarebbe un po' come assumere una persona che ha lavorato a certi livelli nella Guardia di Finanza in una grande azienda a fare il fiscalista.... spesso e volentieri una garanzia, poi è ovvio, dipende da persona a persona.
In ogni caso, ora si tratta solo di attendere che arrivi la raccomandata, fare 2 conti e.... vi faccio sapere. Grazie ancora a tutti!!!!!

[SupeRugby]

Io dico che le soddisfazioni che puo' dare un lavoro per una azienda privata non te le dara' mai l'ente statale.

[LaDukessa]

Ciao Super! In effetti io sono d'accordo con te, se lavori in un'azienda che premia i talenti e il merito, di soddisfazioni ne arrivano. E' ovvio che però sono da valutare anche altre cose, come si diceva prima: un'azienda premia con soddisfazioni, è vero, però si aspetta anche cose che non è detto si sia disposti a dare (soprattutto in termini di tempo) a lungo termine.
Nello Stato il problema è l'ambiente, le soddsfazioni secondo me arrivano, ma bisogna sapersele guadagnare orientando il tiro... non so se mi sono spiegata.

[Elettrico]

Ciao Super! In effetti io sono d'accordo con te, se lavori in un'azienda che premia i talenti e il merito, di soddisfazioni ne arrivano. E' ovvio che però sono da valutare anche altre cose, come si diceva prima: un'azienda premia con soddisfazioni, è vero, però si aspetta anche cose che non è detto si sia disposti a dare (soprattutto in termini di tempo) a lungo termine.
Nello Stato il problema è l'ambiente, le soddsfazioni secondo me arrivano, ma bisogna sapersele guadagnare orientando il tiro... non so se mi sono spiegata.

Se per orientare il tiro intendi avere la tessera di turno, hai ragione!