Ok, ma di concreto, pensate che si possa/debba fare qualcosa a nome di tutti o ognuno pensa per se?
Ok, ma di concreto, pensate che si possa/debba fare qualcosa a nome di tutti o ognuno pensa per se?
Beh dai, intanto lui è solidale.... è già qualcosa... o no?
http://sport.virgilio.it/motori/moto...iutaci-tu.htmlCrisi Yamaha, i dipendenti a Vale Rossi: "Aiutaci tu"
In 67 rischiano di perdere il lavoro e chiedono l'intercessione del campione di Tavullia.
Mentre Valentino Rossi anticipa il suo matrimonio con la Ferrari, a bordo della quale correrà la 6 ore di Vallelunga con il numero d'ordinnza 46, in 67 lavoratori della Yamaha di Lesmo rischiano di perdere il lavoro. Qual è il nesso tra le due circostanze? In accordo coi sindacati i dipendenti hanno scritto al Campione di Tavullia. Contano sulla mediazione del centauro, fresco vincitore del nono titolo mondiale.
"Caro Valentino, ti scriviamo perché siamo disperati. La Yamaha ha deciso di chiudere la fabbrica per colpa della crisi e di licenziare i 67 dipendenti. Il prossimo 8 gennaio, se non ci saranno cambiamenti, noi saremo tutti fuori. Senza lavoro, senza futuro. Ti abbiamo aiutato tante volte a sistemare le moto, siamo stati contenti dei tuoi successi perchè ci sembrava che fossero il successo dell’azienda e anche del nostro lavoro. Adesso ti chiediamo una mano, aiutaci a salvare il nostro posto di lavoro".
Il gesto estremo mira a mettere sotto i riflettori la loro drammatica situazione occupazionale.
"Che posso dire, sono vicino agli operai, capisco benissimo le loro preoccupazioni e i loro timori per il futuro. Se sono solidale con loro? Certo che sì, ci mancherebbe". Nei giorni scorsi Davide Brivio, team manager della scuderia giapponese non aveva fatto mancare la solidarietà ai lavoratori dello stabilimento della casa di Iwata a Gerno di Lesmo, che ora vorrebbero un intervento di Rossi in prima persona per sbloccare la loro situazione contrattuale. Sarebbe un'altra vittoria per il Dottor Rossi, densa di significati extrasportivi.
superquotone a superpippoOriginariamente Scritto da Superpippo
La penso come te...Originariamente Scritto da Superpippo
Il mio pensiero in merito, visto da alcuni sicuramente come cinico è che non sono meglio degli altri perché lavorano in una grande azienda. Ci sono piccole aziende che chiudono dove ci sono 5/10 persone che rimangono senza lavoro e insieme fanno un numero ben più alto di 66 persone.
Purtroppo il mondo del lavoro è fatto così...
Fermo restando la solidarietà morale per chi perde il lavoro. Sapendo cosa vuol dire trovarsi senza lavoro, anche se per altri motivi
La decisione comunque non viene da Yamaha Italia, sopra di questa azienda ce ne sono teoricamente due (sede europea olandese e quella madre giapponese).
Purtroppo una riduzione con una riduzione vendite del 30/40% non è pensabile che possa rimanere la stessa capacità produttiva, per questo c'è stato un ridimensionamento dove si parla di 7 siti produttivi chiusi (compreso quello italiano) e 3 fabbriche
Purtroppo la cassa integrazione non è applicabile, ma da quanto si legge in giro l'azienda sta proponendo metodi alternativi.
Vi terremo comunque aggiornati appena riceveremo informazioni in merito.
Puoi sempre cercarteli se li trovi...Originariamente Scritto da kimiko
Non sono pubblici e per verificali ho cercati in rete senza trovarli, quindi non possono essere pubblicati.
Ho chiesto comunque un email di riferimento del gruppo di lavoratori per chi volesse contattarli
in bocca al lupoOriginariamente Scritto da Paperino
mi è bastato andarci tre volte per la disoccupazione e spero proprio che non si ripeta
Fondatore FazerItalia & Presidente Onorario Club FazerItalia
Yamaha FZ1 Fazer Ocean Depth "MartaPower"
Il mio motto:
Se rispondo sintetico... è perché ho poco tempo Sicuramente non è perché sono acido
IMHO....
sono periodi questi in cui casse integrazioni e mobilità sono lo scheletro nell'armadio di molte persone e famiglie...tutti lo temono e qualcuno le incontra pure...ne conosco molte di persone che hanno subito una delle 2 ed alcune entrambe...
sono molto solidale e sostenitore di tutto coloro che vengono lasciati col **** a terra dalle proprie aziende/ditte/società ecc...
MA
il fatto che codesti siano di yamaha o altro fotte sega...vero che per far conoscere i problemi bisogna renderli pubblici, ma anche vero che molti sono nelle medesime condizioni e nessuno sa chi siano solo perchè appartenenti ad una dittarella di campagna, e che magari erano stipendiati solo con 800 euro al mese e dovevano mantere 3/5 persone...
ribadisco, solidarietà massima per loro come persone..gli auguro di trovare al più presto un lavoro altrove..
since 2006 CFC style
Ma qualcuno ha letto la lettera?
I lavoratori hanno chiesto di esprimere solidarietà alla loro causa in maniera manifesta verso Yamaha con lo scopo di esercitare pressione su quest'ultima e "piegarla" verso posizioni più morbide.
Per questo non capisco il senso del concetto "mica sono i soli". E' vero e con questo?
La risposta alla loro domanda può essere un semplice "SI" o un semplice "NO"
Questa vaga espressione di solidarietà purchè non ne sia coinvolto in alcun modo la trovo senza senso
domandina....
ma se voi foste la yamaha, cosa fareste???
mi spiego meglio...
se aveste i bilanci in perdita (non so se è il caso della yamaha ma non mi interessa, il mio è un discorso generico) e la chiusura di uno stabilimento su X(quanti ne ha in europa???) portasse a dei benefici (tra cui la possibilità di non licenziare altre persone in giro per il mondo) voi la prendereste in considerazione la cosa???
domanda senza alcuna vena polemica....
Eccola la lettera pubblicata da l'Unità:
http://unita.it/news/economia/91397/...lvare_il_posto
OT - a dire il vero non ho capito se questo articolo parla dei lavoratori della yamaha oppure (come al solito) del berlusca!Caro Valentino Rossi, siamo disperati aiutaci a salvare il posto
La sede della Yamaha Motor Italia dista circa un chilometro dal cancello di Villa San Martino, residenza di Silvio Berlusconi. L’ingresso della fabbrica di moto, in via Tinelli a Gerno di Lesmo, è vicino a una grande rotonda dove tutti giorni passano le auto blindate del premier e della sua scorta. Siamo a metà strada tra la villa di Arcore e quella di Macherio, dove abita la signora Veronica. Qui, nella placida Brianza berlusconiana, si consumano nuovi drammi personali e collettivi. Lavoratori sbattuti fuori dalle aziende, fabbriche che chiudono, migliaia di cassintegrati, famiglie che non ce la fanno. Gli operai della Yamaha, tutti licenziati da un giorno all’altro, hanno chiesto un aiuto all’Unità. Così ci occupiamo di nuovo di Arcore e dintorni, dove eravamo già stati un mese fa per raccontare la crisi industriale e sociale di un territorio ricco e ad alta densità imprenditoriale. Solo Berlusconi continua a non vedere, solo lui pensa che la crisi sia finita.
Il presidente del Consiglio dovrebbe dire al suo autista di fermarsi davanti ai cancelli della Yamaha, chiamare il delegato Rsu della Fim-Cisl Angelo Caprotti e farsi raccontare cosa sta succedendo, quali tragedie si consumano nel vergognoso silenzio dei giornali e delle televisioni di regime. «Per favore, dateci una mano» chiede Angelo. La sua è una storia drammatica, non c’è nulla da commentare. C’è solo da imparare da queste tragedie italiane. «Ioemiamogliesiamo entrambi dipendenti della Yamaha. Io ho 51 anni e non ho mai passato un periodo così tragico. Qualche mese fa ho perso mio figlio di 21 anni, adesso l’azienda ci ha comunicato il licenziamento. Dopo aver vinto quest’anno quattro campionati del mondo, dopo aver portato al successo Valentino Rossi, ci sbattono fuori. Tutto così, all’improvviso. Mi sono permesso di far presente all’azienda la mia situazione familiare, perdiamo il lavoro tutti e due, anche se dopo la morte di un figlio tutto perde valore... Mi hanno risposto che i loro consulenti non ritengono possibile mantenere aperta la fabbrica. Allora uno cosa deve fare? Si deve incatenare, buttarsi in mezzo alla strada, si deve ammazzareper difendere un straccio di diritto....». Angelo e i suoi colleghi non sanno più dove sbattere la testa. Il primo incontro con laYamahaall’associazione industriali è andato male: nessun ripensamento, linea dura enemmenola concessione della cassa integrazione straordinaria. Allora Angelo e i delegati hanno pensato di inviare tramite l’Unità un messaggio, un appello a Valentino Rossi: «Caro Vale, noi siamo disperati. La Yamaha ha deciso di chiudere la fabbrica e di licenziare i 67 dipendenti. Il prossimo 8 gennaio, se non ci saranno cambiamenti sostanziali, noi saremo tutti fuori, senza lavoro, senza futuro. Ti abbiamo aiutato tante volte a sistemare le moto, siamo stati contenti dei tuoi successi perchè ci sembrava che fossero il successo dell’azienda e anche del nostro lavoro. Adesso ti chiediamo una mano, aiutaci a salvare il nostro posto di lavoro». Nei giorni scorsi i lavoratorihanno cercato di mettersi in contatto con il supercampione, ma l’azienda, naturalmente, ha alzato un muro per evitare che la vertenza possa trasformarsi in una brutta caduta d’immagine, come se l’immagine Yamaha contasse qualcosa quando licenzia decine di lavoratori. La Yamaha Motor Italia è un’azienda eccellente, tecnologicamente avanzata. Fa capo alla multinazionale giapponese delle moto. I giapponesi hanno riconosciuto agli operai italiani una capacità professionale talmente elevata da consentire alla fabbrica brianzola di sviluppare produzioni che, nella logica della multinazionale, non potevano essere realizzate fuori dal Giappone.
Oltre alla produzione, l’impianto ospita anche la Racing Division, quella che si occupa delle moto da corsa. Da oltre vent’anni l’azienda macina profitti da primato, mai un problema. Sul sito dellaYamaha, sotto il titolo “We had a dream”, l’azienda oggi scrive: «Era il 1980 e, nell’hinterland milanese, nasceva un sogno. La sfida era impegnativa maaffascinante: promuovere le moto Yamaha in Italia. Un marchio famoso in tutto il mondo, già sinomimo di primato nelle competizioni, con fuoriclasse come “King” Kenny Roberts, Eddy Lawson, Giacomo Agostini... E il sogno si è realizzato. Oggi YamahaMotor Italia è leader di mercato, ha costruito autentici miti su due ruote. Ha contribuito a scrivere capitoli importanti nella storia delle moto, degli scooter, ma anche dello sport e del costume». Se il “sogno” è stato realizzato perchè Yamaha chiude la produzione in Italia e licenzia i lavoratori? Non ci sono motivazioni industriali, non ci sono problemi finanziari perchè i bilanci sono sempre stati positivi, non si possono accusare i lavoratori perchè gli stessi giapponesi riconoscono la loro professionalità e il loro impegno. E allora? Il presidente dellaYamahaMotor Italia, il giapponese Murata, non si fa vedere. Il direttore generale Enrico Pellegrino ripete una litania che gli viene suggerita dall’estero. La chiusura dell’impianto della Yamaha è ricondubile solo alle scelte, spesso incomprensibili, di una multinazionale che non guarda in faccia nessuno. La lotta dei lavoratori della Yamahaè durissima. Domani, assieme a molti altri dipendenti di aziende a rischio, sfileranno al Pirellone, sede della Regione Lombardia. Gli operai della Yamaha vorrebbero organizzare un “funerale pubblico” dell’azienda. Ma le brutte notizie non finiscono mai nella adorata Brianza del premier. Ieri all’Officina Meccanica Ventura la direzione ha deciso il licenziamento di tre operai, senza spiegazioni e senza confronto. L’azienda ha minacciato di tagliare il 30% dei dipendenti se i sindacati si opporranno al licenziamento. Questa è l’Italia 2009.
18 novembre 2009
ci chiedono di fare pressioni utilizzando i contatti che però qui non si possono pubblicare.....
@ Gilles: zio, dimenticavo... Rossi è solidale con i lavoratori (vedi articolo sopra).
Obiettivo raggiunto... o no?