Come forse saprai la Yamaha sta ristrutturando pesantemente tutte factory mondiali, ed in questa ottica ha deciso di chiudere il reparto produttivo in Italia, licenziando 66 persone.
Entro metà Gennaio queste persone saranno messe in mobilità, cioè licenziate.
Ti faccio una rapida sintesi delle tempistiche per meglio comprendere l’assurdo approccio che la YMIT ha adottato nella gestione di questa vicenda.
Il lundi successivo alla vittoria del titolo mondiale MotoGP, nel tardo pomeriggio, senza nessun preavviso la direzione YMIT ha convocato i rappresentanti sindacali e le ha consegnato la documentazione che avviava unilateralmente la procedura di mobilità per 66 persone.
In questo documento l’azienda in maniera assolutamente incomprensibile saltava inspiegabilmente tutte quelle procedure che normalmente vengono attivate in questi casi.
E’ prassi comune e di assoluto buon senso, utilizzare in questi casi tutti gli strumenti che lo Stato Italiano mette a disposizione per attenuare il devastante impatto sulle persone che operazioni di questo tipo provocano.
La cassa integrazione speciale CIGS è la condizione minima da cui fare partire una qualsiasi trattativa.
Ripeto un atteggiamento illogico, irresponsabile al limite della cattiveria personale nei confronti dei lavoratori che per anni hanno contribuito con il loro lavoro a fare crescere questo marchio in Italia e nel mondo.
I lavoratori hanno iniziato ovviamente alcune iniziative per contrastare questa procedura.
Manifestazioni fuori dai cancelli, informazioni attraverso Internet, mobilitazioni davanti alle sedi della Confindustria, ecc, ecc,
Il giovedì seguente i rappresentati dei lavoratori e vertici aziendali si sono incontrati alla sede di Monza della Confindustria per discutere della vicenda e fare partire la procedura.
La grande mobilitazione in particolare dei lavoratori metalmeccanici e la pressione che i media hanno esercitato sull’azienda hanno portato a un secondo incontro dove sembra che le posizioni si sono leggermente avvicinate.
Dico sembra perché è di queste ore un nuovo irrigidimento delle posizioni con il ritorno alle condizioni iniziali.
Questa è in sintesi la cronaca di questa assurda storia.
A questo punto stiamo cercando di mettere in atto tutti quegli atti che possono mettere pressione sulla YMIT e portarla di nuovo su posizioni socialmente e individualmente accettabili.
Sarebbe di grande aiuto che tutti i clienti Yamaha e più in generale tutti gli appassionati di moto, esercitassero la maggiore pressione possibile su YMIT, per chiedere una maggiore comprensione della situazione in cui i lavoratori si troveranno proiettati se YMIT non dovesse intraprendere una strada che è normale usare in situazioni di questo tipo.
Non chiediamo una cosa assurda, ma semplicemente il rispetto di alcune regole basilare e un minimo di comprensione per i lavoratori.
Vista la delicatezza di questa vicenda, non intendiamo occupare spazi o forzare la mano a nessuno, ed è per questo motivo che ti scrivo in modo riservato.
Qui di seguito ci sono gli indirizzi Mail dell’Amministratore delegato di YMIT, del responsabile del Marketing (che segue personalmente la vicenda dal punto di vista legale), del capo del personale e in ultimo del presidente mondiale di YAMAHA.
Ti chiedo di valutare la possibilità di coinvolgere tutti i partecipanti al club di inviare mail di protesta o di invito che servano come strumento di pressione per aiutare i lavoratori di YMIT.
A nome di tutti i lavoratori Yamaha grazie per tutto quello che comunque potrete fare.