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Discussione: Triumph Tiger Explorer XC

  1. #1
    FazerItaliano Lesto L'avatar di katana
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    Triumph Tiger Explorer XC

    La Triumph Tiger Explorer è un’endurona solo in certi aspetti del look (qui il nostro video test). La Casa ha sempre detto che si tratta più che altro di una stradale, che infatti è equipaggiata solo con cerchi in lega. Noi l’abbiamo provata per quello che è, una crossover, e abbiamo ovviamente portato anche lei in Sardegna per la super comparativa delle endurone (cliccate qui e qui per il video racconto della prova). Là abbiamo verificato di persona che i cerchi in lega sono effettivamente un limite in fuoristrada, infatti la Tigerona (unica del lotto col cerchio anteriore da 19” in lega) è uscita un po’ malconcia da un passaggio che le “colleghe” col 19” a raggi hanno superato indenni

    VERSIONE PIÙ OFF-ROAD
    Ma ora le cose sembrano cambiare e la Triumph, sulla propria pagina Facebook, tra le foto dell’evento Triumph Live 2012, pubblica anche quella di una bella Tiger Explorer con cerchi in lega e inedita colorazione “militar”. Ad accompagnare la foto c’è questo testo: “Eccola, la nuova bella Tiger Explorer XC. Se non siete qui(al Triumph Live 2012, ndr) a vederla, lunedì troverete tutti i dettagli sulla nostro sito”.

    CAMBIANO SOLO LE RUOTE?
    Noi non siamo presenti all’evento e ci limitiamo ad esaminare la foto. Si vedono i cerchi a raggi con canale nero e una nuova livrea verde militare. Le misure delle gomme paiono invariate, mentre l’arrivo dei raggi fa pensare alla possibilità di montare delle gomme più specialistiche. Tutto il resto di quanto si vede è già presente sulla moto attuale, come i faretti anteriori, il portapacchi e i supporti per le borse, le protezioni tubolari per il motore, il para carter, la sella sdoppiata.

    Non ci resta che aspettare un paio di giorni per avere notizie più dettagliate ma, soprattutto, più certe.

    AGGIORNAMENTO
    Dalla pagina Facebook di Triumph Italia arrivano nuove informazioni. Ve le giriamo così come riportate

    • Cerchi in alluminio, raggi in acciaio con pneumatici tubeless. Anteriore da 19” e posteriore da 17”.
    • Ride by wire, controllo di trazione, cruise control e ABS disinseribile standard.
    • 137 CV con 121 Nm di coppia
    • Intervalli più lunghi (16.000 km) tra una manutenzione e l’altra.
    • Garanzia di due anni a chilometraggio illimitato.
    • Disponibile in Khaki Green.
    • Ricca gamma di accessori originali Triumph.

    http://www.motociclismo.it/nuova-tri...ggi-moto-52395
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  2. #2
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    Quella di sinistra c'ha la faccia che ci somiglia pure all'explorer
    Sei solo chiacchere e traction control ( By Luchetto)
    si dice che di cu*o non ce n'è mai abbastanza.... (By Vir28 ) l'uomo non vive di sole TETTE........... ( by Thundercat) sotto la terza solo amici... (by Salva)

  3. #3
    FazerItaliano Lesto L'avatar di katana
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    Triumph Tiger Explorer 1200 XC. XC come Cross Country, denominazione che indica diverse discipline fuoristradistiche - a motore e non - il più delle volte lontane dagli eccessi di enduro estremo, cross, downhill e simili. Una sigla che calza dunque a pennello alla maxienduro di Hinckley in questo allestimento speciale nato per assecondare qualche prurito fuoristradistico ma anche, e soprattutto, per attraversare letteralmente paesi in lungo e in largo - un'altra, comunque calzante, interpretazione della sigla di cui sopra.

    Rispetto alla versione standard (che da quest'anno sarà disponibile solo nell'allestimento con cerchi a raggi assecondando così la tendenza del mercato) la XC si presenta con diversi accorgimenti che la rendono più protetta e protettiva verso il pilota - la missione della Explorer, per usare le parole di Simon Warburton, Product Manager Triumph che ci ha accompagnato lungo il giro dimostrandosi alla bisogna una bella manetta, è di portarvi sempre a destinazione. Ovunque essa sia. Il paracoppa in alluminio protegge il motore da sassate e interferenze con il fondo in fuoristrada, mentre le protezioni tubolari salvano il motore anche quando capita il peggio e si finisce per coricare a terra la Explorer.
    Perché questo non avvenga il pilota può contare su pedane da cui è possibile rimuovere il rivestimento in gomma, migliorando la presa sulla suola dello stivale e paramani che riparano da sassate e intemperie. I cerchi a raggi assorbono anche i colpi più duri, e gli pneumatici tubeless consentono riparazioni più rapide in caso di foratura. Ma se proprio si dovesse incappare in qualche imprevisto, i faretti supplementari illumineranno alla perfezione la strada anche se la notte vi dovesse sorprendere ancora in giro. Il tutto per 15.640 euro franco concessionario, prezzo più che competitivo in generale e, nello specifico, se confrontato con i 15.290 euro della versione base.

    Un mezzo di questo tipo non si presta granché ai tradizionali ritmi veloci, mordi-e-fuggi tipici delle presentazioni stampa. Forse per questo Triumph ha deciso di farci conoscere la XC in un meraviglioso tour delle Highlands che ci ha consentito di metterla alla prova in situazioni diversissime. Un giro lungo oltre 600 chilometri, condensato in poco meno di due giorni, che ci ha permesso in una volta sola di assaporare alcuni dei tanti, diversi, sapori della terra scozzese, e di gustare a fondo la Tiger Explorer XC. Su strada, naturalmente, ma anche fuoristrada, su quelle fire tracks - gli sterrati boschivi - e mulattiere leggere che costituiranno il tipico uso di chi vorrà avventurarsi in fuoristrada in sella alla Explorer.
    Da Glengoulandie a Loch Ness
    La prima giornata ci vede partire dallo splendido Glengoulandie Lodge, vicinissimo a Loch Tummel, alla volta delle montagne del nord. Un forte vento - la Scozia è il paese più ventoso del mondo, stando a quanto sostengono orgogliosamente i locali - e una fastidiosa pioggerellina ci danno il buongiorno, ma la Tiger non pare preoccupata. Accendiamo le manopole riscaldate (non previste dalla dotazione di serie, ma una vera benedizione in questo viaggio) e partiamo, forti della presenza dei paramani che ci risparmia l'uso dei guanti invernali. L'acceleratore ride-by-wire richiede come sempre un po' di abitudine, ma è questione di poche miglia.

    Già, miglia - qui funziona tutto in maniera leggermente diversa. Abituarsi alla guida a sinistra è più facile del previsto - è necessario soltanto fare attenzione a resettare il cervello nelle ripartenze e guardare dalla parte giusta quando si svolta. Il fatto che tutta la comitiva, composta integralmente di colleghi che guidano "dalla parte giusta", prenda rapidamente le giuste abitudini la dice lunga in merito allo scarso impegno psicologico richiesto dalla Tiger quando il ritmo non è elevato.

    Protezione
    Il malumore iniziale per le condizioni meteo si tramuta rapidamente in un accenno di sorriso quando realizziamo quanto protettiva ed intuitiva risulti la Explorer. Con la sella bassa, che consente anche a chi scrive (che non supera il metro e settantatré) di toccare saldamente a terra con i piedi, il cupolino ferma buona parte della pioggia e della pressione dell'aria lasciando scoperte solo spalle e gomiti.
    Le strette e tortuose strade della campagna scozzese ci portano rapidamente a salire di quota: il paesaggio lungo la A93, la strada più alta del Regno Unito (solo 670 metri sul livello del mare, ma a queste latitudini le temperature sono... più bassine) cambia trasformandosi in uno scenario quasi lunare - qui la primavera deve ancora arrivare - che ricorda le pendici dell'Etna.

    La pioggia ci dà temporaneamente tregua, ma le condizioni del fondo non cambiano. Fortunatamente, visto il clima della zona, l'asfalto è abrasivo ed offre un'ottima aderenza anche in condizioni di bagnato, e il resto lo fa la Tiger. Che grazie ad una ciclistica stabile e sincera, no-nonsense come direbbero da queste parti, ed un motore dall'erogazione semplicemente perfetta a qualunque regime, consente di divertirsi senza rischiare l'osso del collo anche in queste condizioni. Si ha solo l'impressione che l'ABS entri in azione un po' troppo presto sulla ruota posteriore, ma d'altra parte meglio così che non trovarsi involontariamente a gestire un "traverso" di una moto di questa stazza.

    Turismo a largo raggio
    Già, la stazza. La Explorer è "tanta" ma si sente il giusto: il nostro percorso ci porta al Castello di Balmoral - la residenza estiva della Famiglia Reale, nonché la preferita della Regina Elisabetta - dove la velocità nel percorrere il parco deve essere necessariamente molto contenuta, ma la Tiger non si rivela mai difficile da gestire nemmeno nella marcia a bassa velocità. Un veloce caffè per riscaldarci e possiamo ripartire - si punta verso Tomintoul, il villaggio più alto delle Highlands. Il panorama cambia ancora mentre ai lati della strada iniziano a spuntare impianti di risalita e piste da sci.

    Chi scrive ha sempre sostenuto che se un motociclista (stradale) e uno sciatore si incontrano nella pratica delle rispettive attività almeno uno dei due sta sbagliando qualcosa. Dobbiamo dire che il termometro di bordo segna temperature ad una sola cifra ma il freddo non ci disturba più di tanto, e complice un asfalto dal grip esagerato ci si può anche divertire relativamente nella guida. E' solo necessario fare attenzione ad un vento a dir poco diabolico - in questo frangente la stabilità della Tigerona è una vera e propria mano santa.
    Una rapida discesa e il panorama cambia ancora una volta: una A-road (una via di mezzo fra le nostre statali e le autostrade) che si snoda in mezzo ai boschi riporta alla mente quella Schwarzwaldhochstrasse che taglia a metà la Foresta Nera e ci porta alla Alvie House, splendida tenuta di campagna spesso utilizzata come teatro di serie televisive ed in lizza fino alla fine per essere teatro della scena finale di Skyfall, l'ultima iterazione della saga di 007.

    Fuoristrada? No problem
    Quando non è impegnata in riprese televisive la tenuta di Alvie viene impiegata per caccia (anatre e cervi) e pesca. A noi però, oltre alla cucina della suddetta cacciagione che ci viene servita per pranzo interessa la vicinanza con una quarry, una cava che rappresenta il teatro ideale per mettere alla prova le doti fuoristradistiche della Explorer. Posto che la XC non nasce per il fuoristrada estremo, la nostra avventura fra boschi e pietraie si rivela più facile del previsto. L'idea di manovrare oltre 260 chili di moto in fuoristrada non è troppo rassicurante, ma la Explorer digerisce gli sterrati con una facilità che ci lascia piacevolmente sorpresi.
    Anche in quelle salite che ad una prima analisi, da fermi, ci avevano fatto corrugare le sopracciglia la Tigerona viene fuori a testa alta, e non impegna troppo neanche in discesa. Certo, l'impegno fisico non è banale e una volta entrati nei canali uscirne richiede sangue freddo, ma la splendida erogazione del tricilindrico ed una ciclistica davvero azzeccata permettono di cavarsela anche quando il gioco si fa, se proprio non duro, sicuramente almeno sporco.

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  4. #4
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    Loch Ness
    L'ultimo tratto di strada, in cui finalmente spunta un timido sole, ci porta sul Loch Ness. Non sappiamo se in quella lama d'acqua (è lungo 37 km e largo 1,6, profondo oltre 230 metri e da solo contiene più acqua che in tutta l'Inghilterra e il Galles messi assieme) che taglia a metà la Scozia si annidi veramente Nessie, il celebre mostro avvistato per la prima volta - nei tempi moderni perlomeno - esattamente 80 anni fa mentre siamo più sicuri, terminata la divertente strada lungolago, delle doti dinamiche della Explorer. Il sole e qualche grado di temperatura in più sciolgono il polso destro e ci permettiamo qualche allungo.

    In questo frangente il motore della Explorer si mostra in tutta la sua immensità - regolare, fluido, corposo ai medi e grintoso agli alti, praticamente scevro da vibrazioni - e la ciclistica si conferma sana e propensa ad assecondare pruriti sportivi. E' vero, la Tigerona sacrifica qualcosa in termini di agilità sull'altare della stabilità, ma così facendo è possibile sfruttare senza timore le notevoli prestazioni del tricilindrico da 1215cc.
    L'unica reale perplessità nasce dall'apparente conflitto fra una forcella tendenzialmente tarata sul morbido - regolare e comunicativa, nel contesto comunque di sospensioni a lunga escursione - e un ammortizzatore invece piuttosto rigido, che "spara" un po' sulle irregolarità. Niente di grave: i registri ci sono proprio per questo, e all'atto pratico il tutto funziona bene, ma la constatazione dà adito ad una piccola riflessione: con l'occasione di questo aggiornamento/allestimento particolare non sarebbe valsa la pena di offrire, almeno come optional, quelle sospensioni elettroniche considerate ormai de rigueur per la categoria?

    Passiamo la notte in uno splendido Bed & Breakfast con pub incorporato (in cui mangiamo divinamente - se passate da queste parti il Loch Ness Inn è da visitare assolutamente, segnatevelo) e dopo una notte con il cielo sereno e pieno di stelle la pioggia torna a fare capolino. Ormai ci abbiamo fatto l'abitudine, e il già citato grip delle strade scozzesi ci permette comunque di non annoiarci sul tormentato lungolago. L'unica cosa a cui il cervello non riesce proprio a fare l'abitudine è la normalissima situazione in cui a centro curva si incontra una macchina. Ognuno dei due è sulla propria corsia, non stiamo correndo alcun pericolo, ma il solo fatto che l'automobile appaia sulla destra del nostro campo visivo fa si che il cervello mandi fortissimi segnali d'allarme, convinto che stiamo per finirgli sul cofano.
    La terra del Whisky
    I toponimi sui cartelli stradali si fanno sempre più frequentemente identici a quelli delle etichette più note degli Whisky scozzesi, e la tentazione di simulare una svista e buttarsi verso una laterale è davvero fortissima. Fortunatamente non ce n'è bisogno: il nostro giro prevede la visita alla distilleria Ben Nevis, una delle più antiche del territorio scozzese. Fondata nel 1825 da "Long" John McDonald (alto sei piedi e quattro pollici - un metro e novantacinque) rappresenta uno dei segreti più gelosamente custoditi del territorio scozzese: il suo blended è rinomatissimo fra i locali ma difficilmente reperibile altrove. Noi ne gustiamo un dram - l'empirica unità di misura minima usata per gli assaggi - ma non ne possiamo acquistare una bottiglia: curiosamente, la legislazione scozzese impedisce la vendita di alcolici prima delle 10 del mattino.
    Ripartiamo dopo una formativa, ma giocoforza rapidissima, visita alla distilleria. Il nostro percorso si inerpica per le montagne esponendoci ancora una volta a pioggia e vento ma il panorama è davvero suggestivo - casette in pietra, torrenti con ponticelli e le montagne brulle ci trasportano sul set di Highlander - e la Explorer, ancora una volta, non ci mette mai in difficoltà. Il nostro deja vu cinematografico trova presto riscontro: la zona di Glen Coe, nota in passato per le atrocità commesse in uno scontro fra i clan Campbell e MacDonald, è stata appunto usata come set di Highlander, Braveheart e, ancora una volta, Skyfall - piccola curiosità, gran parte della zona è di proprietà proprio della famiglia di Ian Fleming, creatore della spia più famosa del mondo.

    Viaggiatrice veloce
    Dall'altro lato della vallata il cielo magicamente si apre, spunta il sole e il passo torna a farsi molto divertente. Da parte nostra notiamo che anche dopo un giorno e mezzo filato la sella non ci causa il minimo indolenzimento, ma soprattutto che non abbiamo mai percepito una sola volta la presenza della trasmissione cardanica. C'è il trucco: a Hinckley - oltre a progettare questo 1215cc in maniera da poter essere convertito con grande facilità ad una finale a catena per un eventuale impiego su altri modelli - hanno "spezzato" in due l'albero di trasmissione interponendo fra le due metà un inserto in gomma che ne ammorbidisce in maniera sostanziale le risposte.

    La cosa ci permette di gustarci appieno la guida fino ad Inverawe, dove ci aspetta un'interessante visita che ci fa conoscere meglio il processo con cui viene prodotto il salmone affumicato. L'affumicatoio di Inverawe lavora ancora con metodi tradizionali, creando un prodotto dal gusto tanto delicato e raffinato da fruttare all'impresa gestita da Robert e Rosie Campbell-Preston il titolo di fornitori della Reale Casa britannica.

    Il nostro giro è praticamente concluso - ci resta l'ultimo tratto di percorso che ci porterà a Dunblane, in attesa dell'aereo che ci riporterà in Italia. Le Highlands scozzesi si sono tenute il meglio per il finale: il sole scalda aria ed asfalto a sufficienza da consentirci una bella sparata su una delle più belle strade che abbiamo mai avuto modo di provare - la statale che collega Fort William a Dunblane attraversando il Parco Nazionale Trossachs con relativo Loch Lomond. La Explorer XC conferma la sua efficacia nella guida sportiva: il feeling sull'avantreno è eccellente (nel contesto della sua categoria, ovviamente), la ciclistica risponde con entusiasmo a qualunque sfida le lanciate e l'impianto frenante, che finalmente riusciamo a stressare un po', si rivela potente e instancabile pur se non troppo comunicativo alla leva.

    Perdonateci ma non vi annoieremo ripetendovi per l'ennesima volta quanto sia bella l'erogazione del tre cilindri, in questa versione ancora più corposo del solito e con un ruggito agli alti veramente esaltante. Peccato che il ride-by-wire renda molto faticosa la pratica della "doppietta" in scalata - peraltro inutile, vista la dolcezza della trasmissione - perché l'udito ne trae un godimento non indifferente. Scendere di sella, a fine giornata, è davvero brutto.

    Con un cilindro in più
    Ad Hinckley, diversamente da chi ha scelto approcci alternativi al tema maxienduro, hanno evidentemente puntato dritti e senza timore al riferimento di categoria. La strategia ha pagato sul mercato globale - un po' meno in Italia - grazie ad un prezzo davvero accattivante, ad una sostanza che rende la Explorer una moto da intenditori e ad un'immagine che permette di non confondersi troppo con la massa.
    A questo prezzo, e con questa dotazione, la Explorer XC rappresenta una proposta validissima tanto per chi non disdegna l'occasionale puntata sugli sterrati veloci quanto per chi ne ama solo l'evocatività. Non sarà l'ultimissimo grido della tecnologia, ma può vantare una dotazione di alto livello, una lista di optional sconfinata e soprattutto un propulsore che vi farà scendere da qualunque bicilindrica con la netta sensazione che le manchi qualcosa.

    Pregi
    Erogazione Motore | Comodità e protezione | Versatilità e piacere di guida

    Difetti
    Baricentro alto e mole | Assenza optional sospensioni elettroniche | Risposta sospensioni disomogenea

    http://www.moto.it/prove/triumph-tig...er-1200xc.html
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