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Discussione: Indonesia 2015: Thunder di nome, non di fatto

  1. #1
    FazerItaliano Novello L'avatar di momi20
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    Cool Indonesia 2015: Thunder di nome, non di fatto

    Sono stato in vacanza in Indonesia, in moto...non su un Fazer: spero vada bene lo stesso

    Ciao a tutti, amici, conoscenti e comunque due ruote in genere. Quest’anno vacanza in Indonesia, paese dove non ero mai stato: sinceramente, avevo voglia di tornare in Asia. Devo ammettere che dell’Indonesia non sapevo (ma nemmeno adesso), quasi nulla. Da ricordi delle elementari mi era tornato in mente il nome di Labuan, Lady Marianna, la Perla di Labuan, l’amore impossibile del pirata Sandokan. L’esplosione del vulcano Krakatoa e che altro ‘ Ahh, importantissimo: la scena punk dell’Indonesia è la più attiva e prolifica dell’intera Asia, politicamente schieratissima e che ha avuto parecchi problemi, specialmente nella regione semi autonoma di Aceh, dove nel 2011 64 ragazzi furono arrestati senza alcuna accusa specifica e poi rasati a zero e spediti in un campo di “rieducazione” http://325.nostate.net/?p=3686
    La presenza di una scena punk viva ed attiva mi è subito balzata agli occhi, fin dal mio arrivo.
    Un po’ di numeri per inquadrare la vacanza. Ho volato con la Turkish Airlines: Bologna-Istanbul-Jakarta A/R per 477 €.
    Per la moto non è stato poi semplice. Non so quanto venga applicata la norma, ma i turisti non possono guidare più di un 220 cc di cilindrata. Ho cercato parecchi in rete, ma non ho trovato poi tanti noleggi e i prezzi erano abbastanza proibitivi per una moto che nemmeno arrivava a 250 cc. L’unica alternativa, reale ed economicamente conveniente sarebbe stato il noleggio di uno di quei motorini a presa diretta 150 cc: su Facebook ne avevo trovati alcuni e qui si andava a spendere meno di 8$ al giorno. Altri preventivi, erano attorno ai 1000 € per il periodo dal 28 maggio al 14 giugno.
    Alla fine mi è venuta in aiuto la IndoCamper, un’agenzia di noleggio di Bali http://www.indocampers.com/bikes.html e tramite il titolare, un’austrauliano di nome Paul, ci sono saltato fuori. L’agenzia ha una sede a Bali e una a Brisbane in Australia. Le prime volte che ho telefonato all’agenzia di Bali, gli impiegati,che non parlavano bene inglese, mi dicevano sempre “Paul no office”. Dopo un paio di settimane ho cominciato a dubitare dell’esistenza di questa persona sempre e solo contattata via mail. Una volta ho deciso di telefonare in Australia: mi ha risposto Paul. Lui segue la sede australiana e ogni tanto va a Bali a controllare l’agenzia. Ridendo gli ho suggerito di dare qualche indicazione di massima ai suoi collaboratori di Bali, per non ingenerare dubbi nei clienti. Alla fine, il noleggio dal 28 maggio al 14 giugno, compreso il drop off della moto (me l’avrebbero portata a Jakarta) mi è costato 441$, circa 400 €. Il pagamento è stato un poco strano: ho creato un’account pay pal, poi mi è arrivato il link ad un negozio di souvenir on line di Bali, che mi ha fatto acquistare un miscellaneus di souvenir….che guarda un po’ costava 441$. 5 giorni prima di partire mi sono accorto che per l’Indonesia è necessario il visto (qualcosa sfugge sempre nella fase organizzativa), ma niente panico: come in Vietnam, per 35 $ è possibile fare il visto on arrival, direttamente all’aeroporto., Con le altre spese là, cibo alloggio, benzina, souvenir monumenti ecc.. ho speso 458 €, per un costo totale di 1.335€.



    Ho deciso di andare via solamente con lo zaino verde leggero ed una borsa piccola per il casco: alla fine sono riuscito a stare in 2 bagagli a mano per un peso complessivo di 11,5 kg.



    Per la borsa portacasco, ringrazio lo storico negozio King di Modena, specializzato nel settore sci: la borsa per gli scarponi è di misura ideale per il casco: inoltre, si può riempirlo con altri capi di vestiario. Il percorso che avevo studiato, aveva in programma solamente alcuni punti dell’isola di Java: il tempio Borobudur, la città balneare di Pangadaran e un passaggio vicino a Labuan per valutare la possibilità di una gita in barca al vulcano Krakatoa. Alla fine ho scartato Bali e Komodo (i draghi) per il fatto di dover dipendere troppo dai traghetti e ho pensato a Sumatra. Le attrazioni principali sono nella parte centrale e al nord, ma da Bakauheni ( il punto in cui arrivate col traghetto da Java) alla capitale dell’isola, Medan, son 1800 km sola andata: i giorni a mia disposizione (oltre alla moto) non me lo avrebbero permesso. Ho individuato un parco nazionale Way Kambas, un’insignificante cittadina nel mezzo Lahat e una costa da percorrere per ridiscendere a prender eil traghetto: qualcos’altro lo avrei poi trovato per strada. Tanto per dare un’idea da Medan (Sumatra) fino a Bima (Sumbawa) sono circa 3700 km più 3 o 4 traghetti.

    Sono partito il 26 maggio da Bologna e alle 17.00 locali del 27/05/15 sono atterrato a Jakarta.

    Il mio arrivo all’aeroporto di Jakarta



    Negli ultimi anni ho sempre avuto dei problemi con le carte di credito e mi sono sempre salvato grazie ai contanti che porto sempre con me. Stavolta la mia VISA funziona al primo colpo: una foro era d’obbligo



    Fuori dell’aeroporto becco subito le moto della polizia.



    Avevo prenotato un posto letto all’ostello Six Degrees e le indicazioni per raggiungerlo coi mezzi pubblici erano abbastanza semplici: poi devo dire che mi piace riuscire ad usare bus e metro locali. Sul loro sito http://jakarta-backpackers-hostel.com/ dicono di prendere il bus pubblico Damri e scendere alla Gambir Station: prezzo del biglietto 40.000 rupie indonesiane=2,7 €.
    Alla Gambir Station, primo pasto indonesiano





    Siete proprio dal parco dove è situato il monumento nazionale che simboleggia l’indipendenza indonesiana, il Monas, una torre di 450 mt, l’equivalente della Statua della Libertà di New York o della Torre Eiffeldi Parigi.

    Per le foto notturne ho fatto il possibile



    Apro una parentesi. Quest’anno mi sono ritagliato il tempo per seguire un corso di fotografia di base, un ciclo di 8 lezioni ed alcune uscite collettive. Il corso era davvero organizzato bene e tenuto da un fotografo davvero appassionato del suo lavoro: purtroppo credo di essere risultato uno degli allievi peggiori che mai abbiano partecipato a questi corsi, sia dal punto di vista tecnico che delle doti naturali di scelta dell’inquadratura e del soggetto e della composizione. Qualche concetto, a fatica, mi è comunque entrato in testa e spero talvolta se ne vedrà traccia.
    Il corso è stato tenuto dalla A.C Factory di Modena http://www.acfactory.it/ sotto la supervisione di Paolo Gualdi e suo figlio Andrea, che ringrazio per la pazienza dimostrata.

    Gli ultimi 5 km per arrivare all’ostello li percorro caricato su un motorino che era dalla stazione.

    http://www.youtube.com/watch?v=xI_4wHSRNqM

    https://youtu.be/xI_4wHSRNqM


    Sono arrivato all’ostello verso le 10 di sera. Sono uscito per un giretto, ma poi a nanna: il giorno dopo sarei andato a ritirare la moto.
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  2. #2
    FazerItaliano Novello L'avatar di momi20
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    28/05/15

    Mi alzo davvero presto e prima che alle 7 si inizi a servire la colazione ho già fatto doccia e mi sono preparato per uscire. Il posto letto era circa sugli 8 €.





    Con wifi e skype, non è poi difficile contattare Mr Cecep, il contatto di Paul a jakarta: il problema è il suo inglese limitato…Paul me lo aveva scritto:”No good english” La ragazza della reception parla con lui in indonesiano e alla fine si accorda per farmi arrivare col treno ad una stazione dove lui mi avrebbe aspettato. Io non lo avevo mai visto, ma ho poi immaginato che non ci sarebbero poi stati tanti occidentali con una borsa gialla contenente un casco.



    Mr Cecep mi saluta subito alla stazione esalgo sul suo motorino per andare a casa sua a ritirare la moto: è vicino allo zoo di Jakarta. La mia seconda esperienza in moto in Indonesia: ricordo che si guida all’inglese e cioè a sinistra. C’è qualche senso unico in cui vedete il traffico nei 2 sensi, ma è normale.

    http://www.youtube.com/watch?v=bNJA9eUmfsA

    https://youtu.be/bNJA9eUmfsA



    A casa di mr Cecep (maglia bianca) devo scegliere fra il Thunder e uno Yamaha (sempre 125): scelgo il Thunder perché ha gli specchietti retrovisori. Non mi fanno firmare nulla, mi consegnano chiavi della moto e i documenti: nessun contratto o altro che attesti la proprietà della moto da parte di Indocamper…perfetto, niente beghe burocratiche.
    A posto, sono pronto per i miei primi km indonesiani. Mi faccio indicare la direzione per arrivare al Monas e parto. Colpo di fortuna dopo nemmeno 5 km incontro un concerto live di rap



    http://www.youtube.com/watch?v=WtN2aacc5Io

    https://youtu.be/WtN2aacc5Io


    Anzi, no, non è un concerto rap, ma una manifestazione sindacale: il sindacalista alterna i discorsi con stacchi di musica dove lui stesso canta. Non è poi una brutta idea: certo che sarebbe divertente vedere anche in italia i sindacalisti proporsi in questa maniera.





    Stavano dimostrando contro questa compagnia per via delle coperture assicurative



    Prima di rientrare in ostello cerco di fare una copia della chiave della moto, ma non è semplice, per via del fatto che è un modello del 2009: guardate però cos’ho trovato in un grande magazzino





    In una strada vicina scomparivano gli edifici moderni, per lasciare spazio a stradine strette e tranquille: ne ho approfittato per uno spuntino e qualche foto fuori dalla calca











    Quella di oggi era una giornata festiva e devo girare parecchio per trovare una catena ed un lucchetto per legare il casco alla moto e non dovermelo portare dietro nelle soste. Alla fine ci riesco in un negozio del mercato vicino alla stazione centrale dei treni





    Sosta da una chiesa citata dalla mia guida, ma era chiusa



    Alla sera ho fatto 2 passi fino al Monas e poi sono tornato indietro





    Mi faccio l’idea che il traffico indonesiano è si il più congestionato che io abbia mai visto in Asia, ma è anche ordinatissimo: tutti seguono in maniera ordinata le varie “serpentine” che si creano nel flusso.

    29/05/15 giovedì



    Si parte



    Uscire da Jakarta non dovrebbe essere difficile, visto che mi basterà percorrere pochi km su un’autostrada e poi prendere l’uscita con direzione Cirebon
    L’entrata (masuk) la trovo abbastanza facilmente



    Poi però imparo che le moto (forse solo quelle piccole) non possono circolare sull’autostrada. E chi mai ha controllato il percorso senza autostrada ? vabbè, chiedendo Cirebon per una trentina di volte riesco a trovare la direzione giusta. Caldo incredibile e dopo solo un’ora di moto tolgo la giacchetta antipioggia/antivento e tengo solo la shirt maniche lunghe e i guanti leggeri per proteggermi dal sole. Troppo caldo davvero.
    In indonesiano Makan Rumah è il ristorante (letteralmente casa dove si mangia) e io ne trovo uno lungo la strada perfetto: organizzato self service coi piatti già pronti e dei lettini per il pisolino: meglio dell’autogrill.









    Nel primo pomeriggio mi imbatto in una sfilata organizzata per i bambini penso delle elementari, con tanto di musica d’accompagnamento: coloratissimi i costumi







    http://www.youtube.com/watch?v=ccFkfRz46FE

    https://youtu.be/ccFkfRz46FE

    Su di un ponte noto delle persone ai lati della strada con delle scope: mi sembra impossibile che si tratti di lavoratori. Infatti ,con le scope, raccolgono le offerte che i guidatori lanciano dai finestrini






    Quando mi fermo per scattare qualche foto a questi pescatori, mi mangio le dita





    Mi vedono e iniziano a farmi segno di salire: stanno partendo per la pesca. Parlando con un passante mi dice che grosso modo staranno fuori per 12 ore, quindi rientro il mattino dopo. Continuano a farmi segno di salire con loro, ma dove lascio la moto ? I bagagli ? Niente da fare nessun albergo in questo paesino. A malincuore devo rinunciare: lasciare la moto a casa di qualcuno mi pare un poco eccessivo. Che occasione persa. Ci fosse statoun’albergo avrei lasciato la moto in parcheggio e messo i bagagli in camera e mi sarei portato dietro il minimo indispensabile assieme ai documenti: che rabbia.

    Preparazione dei segnali stradali per deviazioni e/o lavori in corso



    Dal chiosco riesco a spiegare chi sono e cosa sto facendo grazie a questa ragazza che mastica un poco d’inglese: il frasario della Lonely Planet comprato su Amazon è un libretto con lo stretto indispensabile, ma purtroppo è solamente inglese-indonesiano e non viceversa…edizione del 1999



    Arrivo a Cirebon verso sera, ma ci metto un poco a trovare un’albergo: quelli economici sono pieni, ma al terzo hanno un posto

    Nella hall dell’albergo alcuni ragazzini stanno ripetendo assieme agli istruttori delle sequenze di kung-fu: sono qui a Cirebon per una prova di un campionato



    La camera è un toccasana, davvero mi rendo conto che il caldo sarà un fattore…oltre alla maledetta sella del Thunder, che mi ricorda già i dolori patiti in Vietnam: domani meglio cercare un cuscino. A questo si aggiunge che, nonostante io a fatica raggiunga i 170 cm, i lThunder è davvero basso e al male al sedere, dopo un po’, inizia a sommarsi il dolore alle ginocchia.
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  3. #3
    FazerItaliano Novello L'avatar di momi20
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    L’albergo è di lusso, come testimonia la colazione




    Il maestro di kung-fu non da tregua: i ragazzini stanno già provando le sequenze

    http:// www.youtube.com/watch?v=MMW9EntP5WE





    E via che si parte…per poi fermarsi subito: foratura



    Data una precedente esperienza in India, gli dico di tagliare il copertone bucato e di infilarci quello nuovo



    Dopo circa 60 km mi fermo da un cambia valute e converto un poco dei dollari che ho con me in rupie: presso banche e cambia valute è sempre presente il servizio di copertura della sella per proteggerla dal surriscaldamento del sole



    Qui sosta improrogabile per esigenze “fisiologiche” : le salse piccanti fanno il loro effetto regolatore



    Finalmente trovo un cuscino





    Un’altra parata: la majorette musulmana è una novità per me










    Arrivo a Semarang , ma c’è ancora luce e proseguo: a un certo punto, sono le 16,30, mi fermo per un caffè e mantengo una specie di promessa fatta al mio amico P. lo scorso anno in Sud America: usare il gps. Lui del resto, una sera, si era impegnato a leggere la mappa.



    Sono a poco meno di 100 km dal complesso del tempio del Borobudur, uno dei punti fermi della mia vacanza. Vorrei gustarmelo col sorgere del sole: se mi fermo adesso, domani mi avvicino e non lo posso visitare, se proseguo, alzandomi presto ce la faccio. L’esperienza africana del 2011 mi tira sempre le orecchie quando sono in moto e cala il sole, ma la strada è buona e rimanendo incolonnato nel traffico non dovrebbero esserci troppi problemi. Proseguo.





    Verso le 6.30 è buio: mi fermo ad una stazione di polizia per chiedere dove posso trovare da dormire.
    I poliziotti sono gentilissimi: sono a meno di 10 km da Magelang che, mi spiega, è a circa 16 km dal Borobudur: perfetto. Mi mostra sulla cartina della scrivania dove sono, dov’è Magelang e dov’è il Borobudur. Poi mi scrive i km su di un foglietto, poi mi mostra nuovamente il percorso su una mappa appesa a una parete e ancora e ancora: dannazione alla fine mi spiega e rispiega le stesse cose per una quarantina di minuti. Non riesco ad andarmene. Alla fine, vuoi che non ci facciamo un paio di foto ? Però, attenzione a non inquadrare i piedi, portano le ciabatte. Poi però si vanno a mettere gli scarponi.Non avendo un’indirizzo mail mi chiede di mandargli le foto al posto di polizia: ok rispondo mi scrivi l’indirizzo ? Noooo !!!!!!!!!!! Errore clamoroso: altri 20 minuti.





    Alla fine riesco a ripartire e in 10 minuti sono a Magelang. Il primo albergo è off limits per me: 250.000 rupie. Proseguo e sulla sinistra appare un motel dal nome accattivante: Hotel Bharata, che mi ricorda il vocabolo barato (economico in spagnolo): 100.000 rupie= 6,72 €: ci siamo. Prendo la stanza, doccia e fuori a cena.



    Il proprietario mi fa usare il suo pc per copiare le foto sulle chiavette e poi mi regala un anello portafortuna





    Subito dopo a nanna: domattina ci si alza presto.
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  4. #4
    Tesoriere Club L'avatar di Brividoblu
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    Sempre bellissimi i tuoi resoconti di viaggio!
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  5. #5
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    Indonesia 2015: Thunder di nome, non di fatto

    Bellissimo reportage, bravo !
    Io in Indonesia sono stato a Manado e nell'isola di Siladen nel Nord Sulawesi, sono posti stupendi e gli orientali sono cordialissimi


    Nicola Tessera nr. 781

  6. #6
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    È sempre un piacere leggerti

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da Brividoblù Visualizza Messaggio
    Sempre bellissimi i tuoi resoconti di viaggio!
    Citazione Originariamente Scritto da Ticinese Visualizza Messaggio
    Bellissimo reportage, bravo !
    Io in Indonesia sono stato a Manado e nell'isola di Siladen nel Nord Sulawesi, sono posti stupendi e gli orientali sono cordialissimi
    Citazione Originariamente Scritto da Xenon8 Visualizza Messaggio
    È sempre un piacere leggerti
    Vi ringrazio per i complimenti e scusate se magari non vi inquadro perfettamente: il fatto è che quasi tutti siete conoscenze fatte su vari forum, con nik diversi e anche se ci siamo incontrati di persona, la confusione nella mia mente regna sovrana
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  8. #8
    FazerItaliano Novello L'avatar di momi20
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    31/05/15




    Sveglia alle 4,15 am: buio pesto e per strada non c’è quasi nessuno. Dopo venti minuti mi viene da chiedere la direzione per il Borobudur: ho fatto bene è proprio l’incrocio in cui si doveva girare. Indicazioni zero assoluto.



    Il Borobudur è il monumento più visitato dell’Indonesia, un tempio buddista risalente circa all’800 d.C.

    Per altre informazioni cliccate sul link

    https://it.wikipedia.org/wiki/Borobudur

    Arrivo prima delle 6 e sono il primo a parcheggiare nel deposito vicino all’ingresso: il parcheggio del tempio è ancora chiuso. Lascio anche lo zaino



    Il cancello che porta alla biglietteria è ancora chiuso: ok prima di così non si poteva arrivare. Mentre aspetto vedo un ragazzino con una gran maglietta: questa Indonesia punk mi piace sempre di più



    Via a fare il biglietto



    Hai diritto anche a un tè o un caffè e sia uomini che donne sono obbligati ad indossare un pareo blu scuro, che poi tutti appena entrati si tolgono

    Il primo impatto davvero da un’idea di grandiosità





    C’è anche chi inizia la visita con un pisolino













    Penso che le foto non abbiano bisogno poi di molte spiegazioni





    Al mattino presto avete qualche possibilità di scattarvi una foto in santa pace





    Questa mamma voleva a tutti i costi farmi una foto col suo bambino in braccio, ma non c’è stato verso: appena lo toccavo strillava a squarciagola







    Tutti i turisti indonesiani facevano a gara per fare uno scatto con i turisti occidentali





    La grondaia



    Iniziano ad arrivare le scolaresche







    Dietro al tempio c’era un palco addobbato







    L’uscita dal tempio è organizzata in modo da costringervi a passare tra le bancarelle dei souvenir





    Essendo quasi l’una ho preso una strada che partiva dal tempio e l’ho seguita per un po’

    Subito questo tempio tibetano







    Una vista particolare del Borobudur







    Poi ho proseguito fino alla fine della strada





    Inizio a tornare indietro per riprendere la strada per Yogyakarta

    Di nuovo l’entrata per il Borobudur, ma stavolta ho la luce del giorno

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  9. #9
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    Pranzo



    E poi una di quelle soste che non puoi saltare: improvvisamente sulla mia sinistra vedo un palco per concerti, in mezzo a un campo, come da noi nei campi da calcio delle parrocchie: ovviamente mi fermo





    Metal oriented





    La persona alla mia destra, mi raggiunge con un microfono e in inglese (lui traduce9 mi fa dire qualche parola: non posso fare altro che congratularmi con tutti. Io con questi generi, punk, metal, hardcore ecc… ci sono cresciuto













    La lead singer col velo..il pezzo è The Final Countdown

    http://www.youtube.com/watch?v=QXPvtps3BEM

    riparto e verso sera arrivo a Kebuen











    La strada peggiora improvvisamente e le buche si sprecano.





    Vado piano ma infilo una tripletta micidiale: si rompe una freccia e si storce il manubrio. Mi fermo da un meccanico che in mezz’ora rimette tutto a posto.



    Guardo Thunder e ragiono sul fatto che continuare sulla strada vicino alla costa non è il suo terreno: vado a riprendere la strada principale per Kebuen.

    Arrivo a sera e col buio trovo l’albergo, doccia ed esco a cena.





    La città è abbastanza grande e in una specie di grande magazzino (4 piani), riesco a trovare un secondo indispensabile cuscino, oltre ad un’articol di cancelleria che mi ero scordato. Quei quaderni i cui fogli sono buste di plastica: mi serve per conservare e suddividere tutti i biglietti,ricevute, locandine che poi inserisco nei miei album fotografici.



    Posso concludere la giornata.

    01/06/15



    Ora vi spiego perché Pangadaran. Come prima idea avevo valutato Bali e Komodo, ma spostandosi con una moto c’erano troppi traghetti da combinare e prendere dei voli, lasciando la moto ferma, proprio non mi andava. Col tempo che avevo ho allora scovato delle notizie su Pangadaran, un poco fuori dai soliti itinerari, ma che la mia guida della Footprint consigliava per riuscire a dare un’occhiata alla vita da spiaggia degli indonesiani. In questa zona si possono incontrare dei surfisti.
    Colazione



    L’hotel Pramit









    Purtroppo da Cilacap fino a pangadaran ci sono solo stradine con più buche che asfalto e dopo le botte dei giorni precedenti, non voglio infierire su Thunder, quindi mi tengo sulla “principale”



    Riesco ad arrivare a Pangadaran con la luce e vedo l’oceano: niente male



    Mi concedo un succo di frutta



    Per l’albergo mi oriento su una stradina in cui ci sono dei posti ok per i backpackers: il primo della guida è ovviamente pieno, ma più avanti trovo posto all’hotel Rinjani. Inizialmente la moglie del proprietario mi chiede 130.000 rupie per la camera: quasi 9 euro ! Il marito nota la mia espressione riluttante. Si avvicina e mi chiede in inglese quanto avevo in mente di spendere: 100.000 gli rispondo cioè 7 euro. Siamo in bassa stagione, va bene per 100.000. Dopo la doccia mi accorgo che non ho portato con me gli slip da bagno: una dimenticanza da nulla.
    Esco e vado in giro: per forza qui li vendono. Alla fine per 20.000 rupie (1,4 euro9 la Lina Collection mi risolve il problema e compro un paio di pantaloncini blu mezza gamba con la scritta Pangadaran: li potrò usare anche in palestra



    Alla cena mi offro i granchi



    Poi giro un poco con la moto, ma ormai è buio , però riesco a vedere gli animali del parco locale che di notte vanno a mangiare i rifiuti

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  10. #10
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    Non ai tuoi livelli naturalmente.


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