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Discussione: 10 passi in solitaria

  1. #1
    FazerItaliano Novizio L'avatar di spiritolibero
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    10 passi in solitaria

    VERSIONE CORTA



    casa-Thiene-passo Fricca-altopiano Pinè-Piramidi di Segonzano-Valfloriana-Passo Oclini-Passo Lavazè-Lago di Carezza-Passo Nigra-Fiè allo Sciliar-Castelrotto-Passo Pinei-Val Gardena-Passo Gardena-Corvara-La Villa-S.Cassiano-Passo Valparola-Passo Falzarego-Arabba-Passo Pordoi-Canazei-Val di Fassa-Predazzo-Passo Rolle-S.Martino di Castrozza-Fiera di Primiero-Fonzaso-Valsugana-Bassano del Grappa-casa

    Che dire? Percorso, paesaggi e giornata al top.


    VERSIONE LUNGA

    Complice le ferie giá nella scorsa settimana avevo pianificato un "giretto", di quelli tosti, che significa partir presto e... quando arrivo arrivo...
    Alla fine non avendo trovato compagni d'avventura ho potuto gustare tutte quelle sfumature e sapori che solo le uscite in solitaria sanno regalare, che il loro senso lo hanno eccome e ogni tanto non possono che fare bene...
    Le mappe del buon gughol non lasciano scampo a dubbi, 484 km per 10 ore e 22 minuti di percorrenza.
    Un consulto ai vari siti meteo a inizio settimana sembrano indicare venerdí 19 il migliore, li per li penso "ma perchè non l'ho organizzato la settimana scorsa dato che era più stabile e soleggiata", ok ormai è andata.
    L'idea per le ragioni esposte sopra è di partire presto da casa, 7.30-8. Alla fine per una storia e un altra di cui non vi tedio con i particolari, mi ritrovo ad accendere il motore che mancano pochi minuti alle 9. Prima parte è un classico per noi motociclisti vicentini, la via classica verso la zona di Trento: il passo della Fricca. Sceso a Pergine imbocco la strada che porta all'altopiano di Pinè, per la strada di Montagnaga, mai fatta e devo dire una piacevole sorpresa sia dal punto di vista tecnico che dei panorami sui sottostanti laghi di Levico e Caldonazzo. La prima destinazione sono le Piramidi di Segonzano, l'idea è di arrivarci dal lago delle Piazze, scopro in loco che è (nei primi 3 km) una strada chiusa al traffico, non ho voglia di fare il giro quindi spengo il motore e scendo a motore spento, altro che strada, praticamente è poco più che una mulattiera con vari tratti non asfaltati. Trovo un paio di famiglie a piedi che guardano quasi allucinate una moto con un intutato sopra su un percorso del genere . Alle piramidi faccio qualche foto (che però devo aver erroneamente cancellato) vabbè dalla strada si vedono poco, e in tuta e stivali non ho nessuna intenzione di mettermi a fare l'escursionista. Riparto e arrivo in val di Fiemme per un altro classico, la Valfloriana, un misto veloce sempre molto piacevole da percorrere. Da Cavalese imbocco la strada per il passo di Lavazè, con questa volta l'obiettivo di andare anche al passo Oclini situato in mezzo a due monti molto caratteristici, il Corno Bianco a nord e il Corno Nero a sud.
    Come la prima volta che venni in queste zone l'atmosfera di queste due montagne, nonostante modeste rispetto ai giganti dolomitici che vedremo dopo, ha un qualcosa di particolare.

    Bianco

    in basso a destra la mia compagna di viaggio

    Nero


    Riscendo a ritroso verso il passo Lavazè che percorro in discesa verso la val d'Ega per poi salire fino ad uno dei laghi alpini più belli in assoluto, il lago di Carezza, una perla incastonata tra gruppi montuosi del Latemar e del Catinaccio.





    Brevissima sosta per qualche foto e riparto in direzione del passo Nigra, che percorro per la prima volta. Anche qui le bellezze non mancano, si passa in mezzo a grandi boschi sotto le pareti del Catinaccio.
    Qui mi fermo una mezz'oretta per metter qualcosa sotto i denti e noto che sono lunghetto coi tempi, sono le 14.30 e, del giro pianificato, sono a poco oltre il 40%, ok la partenza alle 9 ma come si fa a guardare (solo) la strada e a non abbassare le velocità in mezzo a meraviglie del genere? sommiamo le soste foto e il piatto è servito...
    vabbè, rimonto in sella e scendo dal passo in direzione Sciliar-Siusi, la strada è lunga diversi chilometri in cui si incontrano i classici paesini di montagna e anche una bellissima SPA con tanto di 2 piscine esterne. Arrivato a una curva mi viene in mente la mappa e devio subito a destra verso il paesino di Presule, questa deviazione fa guadagnare qualche chilometro e fa perdere meno dislivello rispetto alla strada normale. Oltre a questo consente di vedere un bel castello medievale



    Ripresa la strada principale si attraversano i paesi di Fiè allo Sciliar e Castelrotto con le relative frazioni, zona in cui ero venuto solamente una settimana bianca sugli scii, circa diec'anni fa. Purtroppo le nuvole basse non consentono di fotografare il massiccio dello Sciliar e la sua forma caratteristica.

    Proseguo verso il passo Pinei che porta alla sottostante Val Gardena, scendendo dal passo si ha un bellissima vista sulla valle e sui gruppi montuosi del Puez-Odle. Si intravede giá a destra lontano il maestoso gruppo del Sella.



    La Gardena, come la Badia, sono le mete forse in assoluto più gettonate di tutte le Dolomiti conseguenza dello spettacolo unico delle montagne adiacenti. Tutto ciò si traduce anche in traffico e attraversamenti pedonali frequenti. Ci metto quindi un pò ad arrivare al bivio presso Plan de Gralba tra il passo Gardena a sinistra e il passo Sella a destra. Qui è letteralmente impossibile non fermarsi per ammirare lo splendore della natura, che porta gente come Messner (ma anche molti altri alpinisti), gente che ha visto tutte le montagne della Terra, a definire le Dolomiti le più belle in assoluto.





    Salgo sul passo Gardena di terza a 30-40 all'ora per gustare più che posso questa esperienza, in questo preciso momento potrei essere seduto anche su un Ciao e sarebbe uguale. Saranno le nuvole basse, sará l'ora (ormai pomeriggio inoltrato), ma rendono l'atmosfera cupa, tutto ciò mi piace un casino, anzi e forse più di una giornata o di un orario di pieno sole.







    Sosta di 10 minuti, il tempo di rimettere il casco, inserire la prima e giá dopo pochi metri mi devo fermare. Troppo bella la vista sull'Alta val Badia, si vedono bene i paesi di Colfosco e Corvara. Anche qui, a miei ricordi, c'ero stato solo un paio d'anni per la classica settimana bianca, ricordo che un anno facemmo il Sellaronda, un classico sugli scii come anche su mtb o semplicemente a piedi.



    Una volta sceso ritrovo il traffico della val Gardena ma dura poco perchè a La Villa giro a destra per S. Cassiano e la salita del passo Valparola. La salita è molto bella e i panorami rimangono su livelli altissimi, nella parte finale il paesaggio si fa più brullo, rocce e pini. Una volta in cima si gode della vista di una valle laterale della Badia e sul gruppo montuoso delle Culturines.







    in prossimitá del passo il paesaggio diventa quasi tutto roccioso, in questi luoghi si combattè la Prima Guerra Mondiale, infatti percorrendo la strada che porta all'adiacente passo Falzarego si trova un forte militare visitabile adibito a museo ricordo.
    Ormai sono quasi le 17.30 e mi trovo ancora 3 passi e 230 km da fare prima di arrivare a casa, sul Falzarego non spengo nemmeno il motore, tempo di fare la classica foto ricordo.



    Scendo verso la valle del Cordevole e prendo a destra verso Arabba per risalire verso passo Pordoi. Qui, probabilmente dato l'appagamento visivo già ampiamente raggiunto e il traffico nullo sia in salita che in discesa (siamo ormai a quasi sera), mi scatta l'embolo e salgo il passo facendo ululare il 4 cilindri, sul rettilineo poco oltre a metá salita riesco a distendere bene anche una terza, una rapida occhiata al contachilometri mi suggerisce però di darmi una calmata (qui no, non sarebbe stata la stessa cosa avere un Ciao) Ehm... ogni tanto ci stá ricordarci che abbiamo una sport-touring e non solo una touring...
    Sul passo nemmeno fermo la moto: nuvole basse, freddino, nessun panorama visibile.
    Seconda volta che faccio il Pordoi in moto e stessa situazione, vabbè sarà per le prossime.
    E poi meglio non perdere il ritmo, che mi separano da Canazei ci sono 27 tornanti. Arrivato al bivio per il passo Sella uno strano pensiero mi passa per la testa, ma nonostante sia nella lista dei passi ancora mancanti come esperienza motociclistica, un occhio all'orologio sul display mi fa subito passare l'idea.
    a Canazei inizia un incubo: una fila sterminata di auto da qui sino a Moena, praticamente una coda lunga tutta la val di Fassa. Mai vista na cosa così... non vorrei essere stato ieri sera uno di quegli automobilisti. Chissà in quanti avranno invidiato noi centauri, a dir vero comunque pochi.
    Seppur in prima e seconda max, arrivo a Predazzo, sono le 19.15 di sera, in pieno tramonto e ho la spia della riserva che lampeggia da 15 chilometri.
    Qui un po' lo ammetto ho preso un piccolo rischio, o meglio: la scheda tecnica della FZ8 dice che il serbatoio contiene 17 litri. Bene, da quando ho questa moto non ho mai messo più di 14,5 litri anche facendo benzina 30 chilometri dopo l'accensione della spia.
    Cosí decido di arrivare oltre e in queste condizioni prendo la strada del passo Rolle, altra salita a 2000 metri. Al massimo, penso, in cima ci arrivo senza problemi e poi anche fosse, mal che vada scendo a motore spento.
    Questa parte della val di Fiemme è stata una vera e propria scoperta, è la prima volta che salgo il Rolle da qui e non l'ho mai fatta nemmeno in discesa dato che tutte le altre volte ero sceso per il passo Valles. A Paneveggio sulla destra vi è un bellissimo lago ai piedi di grandi pendii boschivi di una lunga catena di montagne del gruppo dei Lagorai. Le luci del tramonto a ovest rendono anche qui immagini stupende. Proseguendo tra i boschi, di fronte, sempre sulla destra si stagliano bellissime, le Pale di S. Martino, il gruppo montuoso più grande di tutte le Dolomiti, 240 chilometri quadrati di estensione, che non hanno nulla da invidiare alle sorelle più a nord viste durante la giornata.



    Arrivo sul passo Rolle che sono quasi le 20 di sera, non c'è praticamente nessuno che sale o scende motociclisti compresi, chissá perché... Mi fermo solo meno di 10 minuti, il termometro sulla moto segna 12°, il tempo di fare un paio di foto e chiamare mia madre (che nel frattempo mi aveva cercato al cell e scritto un sms) la quale mi dá gratuitamente del pazzo a cui io rispondo con calma olimpica "mamma tranquilla, mancano solo 120 chilometri, 2 ore e sono a casa"
    questo comunque era lo spettacolo in cima al passo, ne è valsa la pena eccome.



    Sia salendo che poi scendendo a valle l'asfalto era bagnato, segno che in precedenza aveva piovuto. Sono stato fortunato perché a parte due gocce di numero in val Badia, non ho mai preso acqua.
    Al primo distributore a Fiera di Primiero faccio benzina, in riserva da 60 km e anche qui 17 litri non ci son stati. Ma quanto diavolo dura la riserva di 'sta moto? Meglio così comunque.
    I successivi 100 chilometri sono per fortuna tratti veloci o molto veloci, questi ultimi a ritmi quasi autostradali. Sono le 20.30/21 ed è ora buio, la stanchezza si fa sentire eccome e negli ultimi 50-60 km non vedo l'ora di scendere dalla sella.
    Arrivo a casa che sono le 21.45, il contachilometri parziale segna 498 km, abbastanza distrutto ma allo stesso tempo felice e appagato per quella che è stata probabilmente la più bella giornata che ho mai trascorso su una moto.
    Ultima modifica di spiritolibero; 21/08/2016 alle 08:18 Motivo: correzioni varie

  2. #2
    detto Litio 520 L'avatar di _sabba_
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    È un giro che ho percorso per metà (lato orientale) a fine giugno.
    Bellissimo.


  3. #3
    FazerItaliano Lesto L'avatar di Pave
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    Ben fatto, bravo

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    La vera moto deve fare come le tro!e deve bere, fumare e muovere il kulo (M. Lucchinelli)

  4. #4
    FazerStaff L'avatar di teddy
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    FZS 600 '00, 253.000 km - la vecia: scarabattola ma non molla
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  5. #5
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  7. #7
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    Bravissimo, complimenti

    Stupenda la fotografia del laghetto


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