Fenice72
30/01/2006, 18:33
Domani su motosprint addio ad un amico…
Ci rimarrà di te il ricordo di un tester competente, motociclista appassionato.Un amico su cui poter contare
MERCOLEDÌ 25 gennaio, mentre stava provando una moto in Sudafrica vicino a Città del Capo, Marcello Bertolani è morto nello scontro con un’auto.Marcello era uno di noi. Faceva parte della squadra di Motosprint. Provava le moto e poi ve le raccontava. Lo faceva molto bene, perché era sensibile e rigoroso. Preciso nelle analisi tecniche, esigente nella prova su strada. Sapeva cogliere appieno essenza e dettagli della moto che provava e aveva la capacità di trasmettere le sue sensazioni con semplicità e completezza. Severo nei giudizi come lo era con se stesso, i suoi test erano davvero esaurienti, le sue critiche sempre ben argomentate. Trasmetteva fiducia. Sentivi che guidando quella stessa moto ti saresti ritrovato nelle sue considerazioni, nelle sue parole.Non aveva pregiudizi, era un motociclista a tutto campo. Gli piacevano le supersportive, le sportive, le touring, gli scooter. In officina dal suo amico Marco c’è un Vespone che aveva appena finito di risistemare, in garage c’è una Gold Wing, al vecchio Nurburgring era capace di ingarellarsi in sfide all’ultimo sorpasso con Claudio Corsetti, che in pista non si discute. E poi era uno stakanovista, l’idea dei 25 Passi, la scalata senza soste di 25 passi alpini, è sua. Tutto pensato, organizzato, realizzato e scritto da lui.Marcello Bertolani era uno di noi. Tanta passione per la moto, tanta voglia di darsi da fare. Un tester competente con un ruolo importante nella squadra di Motosprint. Ma Marcello era anche altro, era figlio, marito, fratello. Un ragazzo d’oro di trentacinque anni mancato d’improvviso all’affetto dei suoi cari in una mattina di gennaio, a migliaia di chilometri da casa.Chi è cresciuto con le moto nel cuore e sotto il sedere sa che la moto è libertà, è gioco, è passione, e anche rischio. Di cadere, di farsi male, poco, molto, troppo. Un pensiero che ci accompagna e che sfuggiamo, una paura motivata che non riesce mai ad essere più forte della voglia che abbiamo dentro. Perché sotto sotto abbiamo l’illusione che non succederà niente, non a noi, non ai nostri amici, a chi abbiamo incontrato soltanto una volta. A nessuno. Stiamo facendo una bella cosa, che abbiamo scelto e ci piace. Guidiamo.A una famiglia in lacrime, a un padre e una madre, a una moglie, a un fratello, sapere che il figlio, il marito, il fratello, se n’è andato seguendo la sua passione, non è d’aiuto. Non consola. Anche se tutti noi vorremmo che potesse farlo. Noi che invece possiamo solo stringerci in un abbraccio alla famiglia e agli amici di Marcello, uniti nel dolore e nel ricordo.Nelle prossime pagine troverete il suo ultimo lavoro, la Prova Novità della Kawasaki ER-6f, realizzata in Sicilia pochi giorni prima di mettersi di nuovo in viaggio per un altro test, questa volta in Sudafrica. Addio Marcello. E buon viaggio.
Stefano Paragoni
IL MARCELLO Bertolani giornalista avete avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo sulle pagine di Motosprint fin dal 2001, quando esordì con il test della Yamaha Bulldog. Il Marcello Bertolani uomo era proprio così, come traspare dai suoi scritti. Diretto, sincero, rassicurante, motociclista, amico.Chi si sente “motociclista” sa benissimo cosa voglio dire. Per noi amanti delle due ruote “amico” è quel compagno di viaggio che ti far star bene per il solo motivo che è insieme a te, che ti accompagna nelle difficoltà e nelle gioie senza farti pesare mai la sua presenza. Marcello era così. Un uomo, un amico di poche parole ma di peso enorme nella nostra squadra del reparto prodotto e prove. Per molti, nonostante la sua giovane età, era già diventato il fratello maggiore a cui chiedere consiglio, protezione, rassicurazioni, perché tutti noi gli riconoscevamo quella competenza e quell’esperienza che vorresti sempre leggere negli occhi e nei gesti dell’amico/motociclista che ti è al fianco, sul lavoro e soprattutto sulla strada. Organizzare una prova sapendo di poter contare su di lui ti regalava, ancor prima di cominciare e ancor prima di averne valutate le difficoltà realizzative, una bellissima sensazione di serenità e sicurezza.Marcello era un grandissimo appassionato ancor prima che un giornalista attento e puntiglioso. Un motociclista che a un comodo trasferimento aereo preferiva 1.600 chilometri in moto in pieno inverno per poter scrivere con cognizione di causa. Un motociclista che nella sua veloce crescita professionale non ha mai perso una briciola della sua schiettezza e della sua sincerità diventando un esempio per tutti. Un uomo, un motociclista, un amico, il cui ricordo ci accompagnerà per sempre. Nella vita e nel lavoro.
Claudio Corsetti
TRATTO DA MOTOSPRINT del 31 Gennaio 2006
Ci rimarrà di te il ricordo di un tester competente, motociclista appassionato.Un amico su cui poter contare
MERCOLEDÌ 25 gennaio, mentre stava provando una moto in Sudafrica vicino a Città del Capo, Marcello Bertolani è morto nello scontro con un’auto.Marcello era uno di noi. Faceva parte della squadra di Motosprint. Provava le moto e poi ve le raccontava. Lo faceva molto bene, perché era sensibile e rigoroso. Preciso nelle analisi tecniche, esigente nella prova su strada. Sapeva cogliere appieno essenza e dettagli della moto che provava e aveva la capacità di trasmettere le sue sensazioni con semplicità e completezza. Severo nei giudizi come lo era con se stesso, i suoi test erano davvero esaurienti, le sue critiche sempre ben argomentate. Trasmetteva fiducia. Sentivi che guidando quella stessa moto ti saresti ritrovato nelle sue considerazioni, nelle sue parole.Non aveva pregiudizi, era un motociclista a tutto campo. Gli piacevano le supersportive, le sportive, le touring, gli scooter. In officina dal suo amico Marco c’è un Vespone che aveva appena finito di risistemare, in garage c’è una Gold Wing, al vecchio Nurburgring era capace di ingarellarsi in sfide all’ultimo sorpasso con Claudio Corsetti, che in pista non si discute. E poi era uno stakanovista, l’idea dei 25 Passi, la scalata senza soste di 25 passi alpini, è sua. Tutto pensato, organizzato, realizzato e scritto da lui.Marcello Bertolani era uno di noi. Tanta passione per la moto, tanta voglia di darsi da fare. Un tester competente con un ruolo importante nella squadra di Motosprint. Ma Marcello era anche altro, era figlio, marito, fratello. Un ragazzo d’oro di trentacinque anni mancato d’improvviso all’affetto dei suoi cari in una mattina di gennaio, a migliaia di chilometri da casa.Chi è cresciuto con le moto nel cuore e sotto il sedere sa che la moto è libertà, è gioco, è passione, e anche rischio. Di cadere, di farsi male, poco, molto, troppo. Un pensiero che ci accompagna e che sfuggiamo, una paura motivata che non riesce mai ad essere più forte della voglia che abbiamo dentro. Perché sotto sotto abbiamo l’illusione che non succederà niente, non a noi, non ai nostri amici, a chi abbiamo incontrato soltanto una volta. A nessuno. Stiamo facendo una bella cosa, che abbiamo scelto e ci piace. Guidiamo.A una famiglia in lacrime, a un padre e una madre, a una moglie, a un fratello, sapere che il figlio, il marito, il fratello, se n’è andato seguendo la sua passione, non è d’aiuto. Non consola. Anche se tutti noi vorremmo che potesse farlo. Noi che invece possiamo solo stringerci in un abbraccio alla famiglia e agli amici di Marcello, uniti nel dolore e nel ricordo.Nelle prossime pagine troverete il suo ultimo lavoro, la Prova Novità della Kawasaki ER-6f, realizzata in Sicilia pochi giorni prima di mettersi di nuovo in viaggio per un altro test, questa volta in Sudafrica. Addio Marcello. E buon viaggio.
Stefano Paragoni
IL MARCELLO Bertolani giornalista avete avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo sulle pagine di Motosprint fin dal 2001, quando esordì con il test della Yamaha Bulldog. Il Marcello Bertolani uomo era proprio così, come traspare dai suoi scritti. Diretto, sincero, rassicurante, motociclista, amico.Chi si sente “motociclista” sa benissimo cosa voglio dire. Per noi amanti delle due ruote “amico” è quel compagno di viaggio che ti far star bene per il solo motivo che è insieme a te, che ti accompagna nelle difficoltà e nelle gioie senza farti pesare mai la sua presenza. Marcello era così. Un uomo, un amico di poche parole ma di peso enorme nella nostra squadra del reparto prodotto e prove. Per molti, nonostante la sua giovane età, era già diventato il fratello maggiore a cui chiedere consiglio, protezione, rassicurazioni, perché tutti noi gli riconoscevamo quella competenza e quell’esperienza che vorresti sempre leggere negli occhi e nei gesti dell’amico/motociclista che ti è al fianco, sul lavoro e soprattutto sulla strada. Organizzare una prova sapendo di poter contare su di lui ti regalava, ancor prima di cominciare e ancor prima di averne valutate le difficoltà realizzative, una bellissima sensazione di serenità e sicurezza.Marcello era un grandissimo appassionato ancor prima che un giornalista attento e puntiglioso. Un motociclista che a un comodo trasferimento aereo preferiva 1.600 chilometri in moto in pieno inverno per poter scrivere con cognizione di causa. Un motociclista che nella sua veloce crescita professionale non ha mai perso una briciola della sua schiettezza e della sua sincerità diventando un esempio per tutti. Un uomo, un motociclista, un amico, il cui ricordo ci accompagnerà per sempre. Nella vita e nel lavoro.
Claudio Corsetti
TRATTO DA MOTOSPRINT del 31 Gennaio 2006