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Visualizza Versione Completa : Satira & Rai: Parla Guzzanti (Corrado)



Nazran
19/06/2006, 09:35
Leggendo l'intervista di cui sotto (http://www.repubblica.it/2006/06/sezioni/spettacoli_e_cultura/guzzanti-satira/guzzanti-satira/guzzanti-satira.html)





Presenterà il film "Fascisti su Marte" al Festival di Roma
Il rapporto tv-politica, il successo del "Caso Scafroglia" in dvd
Corrado Guzzanti a tutto campo
"L'Italia nemica della satira"
Sulla Rai: "L'azienda ti deve difendere, con Freccero c'era una linea editoriale"
di SILVIA FUMAROLA

Corrado Guzzanti a tutto campo
"L'Italia nemica della satira"
Corrado Guzzanti

ROMA - "Adesso avrei una grande voglia di tornare. Guardando la tv mi sento un alieno nel mio paese, guardando la Fattoria, quello che ha imperato in questi anni, non capisco bene dove sono e cosa posso fare. Invece bisognerebbe cambiare, la tv andrebbe reinventata".

Corrado Guzzanti parla con la voce di chi è seriamente preoccupato, per le sorti della Rai e del Paese. Ha 41 anni, in scena è un talento formidabile ma nella vita è una persona timida, riservata. A parte un'incursione a Parla con me, il programma di Serena Dandini, nei panni di un irresistibile Giulio Tremonti, non è più apparso in tv (domani sarà al festival di Pozzuoli, sempre con la Dandini) ma il pubblico è rimasto legato alla sua ironia, lo prova il successo del Caso Scafroglia, il cofanetto con i dvd e il libro (Bur senzafiltro) che ripropone il giallo surreale al centro della trasmissione di RaiTre.

"Un esperimento pazzesco", come lo definisce lui, che firmava il programma con Curzio Maltese, Andrea Purgatorti, Gabriella Ruisi e Andrea Salerno, "in cui si mescolavano linguaggi televisivi diversi. Lo seguivi e non capivi se era Chi l'ha visto? o Porta a porta. Per dare più credibilità alla vicenda apparivo io con la mia faccia, in stato confusionale dopo la vittoria del Polo".
"Il 10 maggio del 2001 Mario Scafroglia esce di casa e si reca alla vicina stazione di Brambate per prendere il treno che doveva portarlo al lavoro. Ma quel giorno i colleghi non lo vedono arrivare...". Il giallo comincia così, ma che c'entra la sparizione di Scafroglia col governo Berlusconi e la guerra in Iraq? "C'entra tutto", ironizza Guzzanti.

Grande trasformista (Rutelli, Bossi, Tremonti, Prodi, Veltroni, Rokko Smitherson, Venditti, Fede, La Porta, ma anche l'annunciatrice bionda di Discovery Channel), s'inventò col "Libro de Kipli" massime indimenticabili: "Se i partiti non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori". "Era bella quella televisione" sospira.

Guzzanti, si sente un reduce?
"Un po' sì. È che l'Italia è uno strano paese, si parla tanto di libertà ma in tv non c'è. Per questo la satira assume un valore importante, anche spropositato. Negli ultimi anni è stato un attacco continuo: querele, minacce, censure. E non solo per la politica, tutto diventa complicato".

Per esempio?
"Ai tempi dell'Ottavo nano ho fatto Padre Pio e ho passato un guaio: "Come osate, lo avete infangato". Vai a spiegare che era uno sketch sullo sfruttamento dei simboli religiosi, non su Padre Pio".

Il "caso Scafroglia" è un saggio sulla verità e la menzogna televisiva.
"È nato come programma che serviva per creare uno spazio di satira su RaiTre. All'inizio era una cosa piccola piccola, ci davamo il cambio: prima io poi Albanese, mia sorella Sabina, Paolo Rossi. Ci siamo inventati uno psicodramma sulla verità in Italia. Il programma è della fine del 2002, fra due guerre, quella in Afghanistan e in Iraq, era il periodo delle ispezioni dell'Onu, gli anni della Rai con i giapponesi, con Baldassarre, Socci che imperava con Excalibur. Non solo c'era la censura dei tg, ma anche l'omissione della notizia".

Satira feroce contro il giornalismo.
"Sì, arrivavano giornalisti che non sapevano che faccia fare quando leggevano una notizia. Scafroglia era centrato su un conduttore schizofrenico: non si sapeva se avesse un'opinione sua, cosa stesse facendo se Chi l'ha visto? o Porta a porta. In realtà non si doveva capire, e per la prima volta, l'ho fatto con la mia faccia. Poi intervenivano Marco Marzocca, mia sorella Caterina".

Il massone non ci metteva la faccia.
"Il personaggio senza faccia gestiva i poteri occulti di questo paese, i misteri italiani che non verranno mai svelati: organizzava il golpe, i Nocs, i cavalieri della uallera d'oro. La verità in Italia, è sempre difficile da trovare".

Il dvd ha scalato le classifiche.
"Mi ha piacevolmente stupito, anche se dalle e-mail, dalle lettere, ho sempre saputo che c'è un pubblico che vorrebbe vedere un altro tipo di tv. La satira è sparita perché nessuno l'ha difesa, neanche la sinistra, che in fondo un po' la teme. Il revisionismo era già di casa, già tirava quell'aria: difendere la famiglia, rispolverare il linguaggio da guerra civile anni '50. Hanno abbassato la politica a una sfida Roma-Lazio. La politica... Quando vedo Rutelli che si è trasformato in un integralista cattolico, ma che devi di'?".

Lei e sua sorella Sabina siete spariti dalla tv.
"A me la satira finta non piace, non mi piace l'idea di fare cabaret, di avere dieci minuti e sentirti dire: "Bravo, hai fatto ridere, ora sparisci". Vediamo che succederà in Rai. Per fare satira bene devi avere un'azienda alle spalle, che ti difende. Non il deserto: fai un errore e ti chiudono. Ai tempi di Carlo Freccero era una scelta editoriale, non un contentino, e l'azienda ti difendeva. RaiTre in effetti continua ad avere una sua identità e infatti va benissimo, ma RaiDue, passato Freccero, è diventata terribile".
Intanto ha fatto un film, "Fascisti su Marte".
"Dieci anni di lavoro, l'ho montato e smontato. Lo presenteremo a ottobre al Festival di Roma, un kolossal di fanta-revisionismo, la storia la puoi rovesciare, no? I fascisti sono tra noi, altro che su Marte. Guardi le ultime elezioni".

Com'è cambiata la tv dai tempi di Scafroglia?
"La tv in questi anni è rimasta uguale, le inchieste giornalistiche, a parte "Report", sono sparite. La modernità del nostro esperimento, credo, sia stato proprio prendere i linguaggi e amalgamarli. Passare dalla seriosità alla tragedia, come accade oggi quando ti parlano del ritorno dello zoccolo di sughero e hanno la stessa faccia di quando annunciano il crollo di una galleria. La tv è stata molto diseducativa: se uno è culturalmente disarmato e la prende come una vera finestra sul mondo, in questi anni è stato traumatizzato".

(19 giugno 2006)


non si puo' non convenire con C.G.
Di fatto, negli ultimi 5 anni, la satira e' praticamente scomparsa, sulla RAI, Idem per il giornalismo d'inchiesta (report a parte).