bligh
30/06/2006, 16:22
Il titolo si commenta da se`. Non so se questa sezione del forum sia quella appropriata o se invece dovre metterla in "Racconti di viaggio"... eventualmente ci pensera` il moderatore.
Comunque, ritorniamo alla storia.
Ieri, 29 giugno, avevo organizzato un bel giro in moto in Molise (vedi topic in sezione "Viaggi e Racconti di viaggio"). Alla fine piu` di 500km.
Parto alle 11:15 da casa, in ritardo di un'ora sul previsto per cause indipendenti dalla mia volonta` :-( , e con Ocreatur e BlackBlu iniziamo a mangiare i km. All'ora di pranzo ci separiamo, io voglio fare il giro pianificato anche a costo di tornare a casa di notte.
Infatti...
Terminato il giro, verso le 20:20 inizio la scalata da Opi verso Forca d'Acero per rientrare a casa. Il sole e` calato, ma c'e` luce a sufficienza per vedere senza problemi; inoltre ormai tutti sono rientrati e la strada e` deserta.
Sono le ultime curve della giornata, c'e` un po' di stanchezza nelle gambe ed il sedere e` un po' dolorante, ma la voglia di rientrare e fare una bella doccia e la bellezza della strada tengono il ritmo alto.
Mentre salgo, do' un rapido sguardo alle cime delle montagne intorno illuminate dagli ultimi raggi di sole; nonostante il caldo, c'e` ancora un po' di neve. In effetti, sembra quasi di essere sulle Alpi.
Ritorno con lo sguardo alla strada, e vedo dritto di fronte a me un bel sasso grosso ed appuntito, proprio sulla mia direzione. Vado troppo veloce per frenare o per cambiare direzione in sicurezza, afferro forte il manubrio e passo sul sasso. Botta fortissima sull'anteriore, ma la moto rimane dritta.
Alla curva successiva sento qualcosa di strano allo sterzo, sembra come se la moto rifiutasse di scendere in piega ed andasse invece per proprio conto. Rallento, faccio la curva a passo d'uomo e proseguo per qualche metro. Niente, stessa sensazione.
Sparo un accidente dentro il casco e scendo, temo di sapere cosa e` successo. Infatti: gomma a terra. Controllo il cerchione: fortunatamente nessun danno all'esame visivo e tattile.
Apro la sella e prendo la bomboletta di emergenza, l'attacco di corsa e rigonfio la ruota. Mentre gonfio, sento uno strano sibilo. Mi tolgo il casco e cerco di capire da dove viene: c'e` un taglio sulla gomma, da cui esce abbondante la schiuma della bomboletta.
Non c'e` niente da fare, lo squarcio e` troppo grande perche` la schiuma possa tapparlo. In pochi secondi la gomma e` nuovamente sgonfia.
Non ho molte alternative, risalgo in sella e cerco di arrivare alla Forca. Guidando a 20-30 all'ora e facendo mille attenzioni nelle curve, arrivo in qualche minuto alla locanda sul passo. Parcheggio la moto e prendo dai documenti della moto il numero di emergenza Genialloyd. Faccio il numero e... non c'e` rete! Chiedo allora al proprietario del rifugio del passo se ha un telefono per fare il numero verde. Non c'e` telefono fisso, ma mi da` il suo cellulare che invece prende (non e` TIM...), aspetto 5 minuti ma nessuno risponde. In compenso il telefono gentilmente prestato si spegne per batteria scarica...Smoccolata alla Genialloyd, poi mi fermo e mi dico "E ora?"
Ho 120 km da fare, ed anche andando a 30 all'ora, ci vorrebbero 4 ore, senza considerare i rischi di viaggiare di notte a bordo strada. Ma soprattutto c'e` il rischio che il cerchione tagli la gomma...
Scendo da Forca d'Acero per un po', cercando il segnale col telefono. Ad una curva (la "curva dei motociclisti"), parcheggio la moto e riesco a contattare l'assicurazione, che mi invia il carro attrezzi - ma non arrivera` prima di un'ora.
Mi metto sul guard rail a guardare un gruppo di ragazzi che hanno acceso un barbecue li` vicino. Dopo un po' mi notano e mi invitano a mangiare con loro.
Parlando, scopro che uno dei ragazzi era un motociclista, che andava regolarmente in pista. Scatta la solidarieta` tra motociclisti. Bistecche, arrosticini, scamorze, il tutto a 1500 metri di altezza, sotto un cielo stellato spettacolare, con il freddo della montagna, i rumori del bosco di notte e le lucciole che girano intorno...
Alla fine arriva il carro attrezzi a portare via la moto. Saluto e ringrazio i compagni occasionali che mi hanno letteralmente salvato da un'attesa di oltre un'ora su una strada buia, in montagna, dentro un bosco. Sono stati cosi` gentili che, dopo essere partito dimenticando la mini-borsa da serbatoio con dentro le cartine, hanno preso la macchina e sono corsi dietro il carro-attrezzi per restituirmela.
Alla fine, una serata storta mi ha riservato momenti molto belli.
Lamps
Comunque, ritorniamo alla storia.
Ieri, 29 giugno, avevo organizzato un bel giro in moto in Molise (vedi topic in sezione "Viaggi e Racconti di viaggio"). Alla fine piu` di 500km.
Parto alle 11:15 da casa, in ritardo di un'ora sul previsto per cause indipendenti dalla mia volonta` :-( , e con Ocreatur e BlackBlu iniziamo a mangiare i km. All'ora di pranzo ci separiamo, io voglio fare il giro pianificato anche a costo di tornare a casa di notte.
Infatti...
Terminato il giro, verso le 20:20 inizio la scalata da Opi verso Forca d'Acero per rientrare a casa. Il sole e` calato, ma c'e` luce a sufficienza per vedere senza problemi; inoltre ormai tutti sono rientrati e la strada e` deserta.
Sono le ultime curve della giornata, c'e` un po' di stanchezza nelle gambe ed il sedere e` un po' dolorante, ma la voglia di rientrare e fare una bella doccia e la bellezza della strada tengono il ritmo alto.
Mentre salgo, do' un rapido sguardo alle cime delle montagne intorno illuminate dagli ultimi raggi di sole; nonostante il caldo, c'e` ancora un po' di neve. In effetti, sembra quasi di essere sulle Alpi.
Ritorno con lo sguardo alla strada, e vedo dritto di fronte a me un bel sasso grosso ed appuntito, proprio sulla mia direzione. Vado troppo veloce per frenare o per cambiare direzione in sicurezza, afferro forte il manubrio e passo sul sasso. Botta fortissima sull'anteriore, ma la moto rimane dritta.
Alla curva successiva sento qualcosa di strano allo sterzo, sembra come se la moto rifiutasse di scendere in piega ed andasse invece per proprio conto. Rallento, faccio la curva a passo d'uomo e proseguo per qualche metro. Niente, stessa sensazione.
Sparo un accidente dentro il casco e scendo, temo di sapere cosa e` successo. Infatti: gomma a terra. Controllo il cerchione: fortunatamente nessun danno all'esame visivo e tattile.
Apro la sella e prendo la bomboletta di emergenza, l'attacco di corsa e rigonfio la ruota. Mentre gonfio, sento uno strano sibilo. Mi tolgo il casco e cerco di capire da dove viene: c'e` un taglio sulla gomma, da cui esce abbondante la schiuma della bomboletta.
Non c'e` niente da fare, lo squarcio e` troppo grande perche` la schiuma possa tapparlo. In pochi secondi la gomma e` nuovamente sgonfia.
Non ho molte alternative, risalgo in sella e cerco di arrivare alla Forca. Guidando a 20-30 all'ora e facendo mille attenzioni nelle curve, arrivo in qualche minuto alla locanda sul passo. Parcheggio la moto e prendo dai documenti della moto il numero di emergenza Genialloyd. Faccio il numero e... non c'e` rete! Chiedo allora al proprietario del rifugio del passo se ha un telefono per fare il numero verde. Non c'e` telefono fisso, ma mi da` il suo cellulare che invece prende (non e` TIM...), aspetto 5 minuti ma nessuno risponde. In compenso il telefono gentilmente prestato si spegne per batteria scarica...Smoccolata alla Genialloyd, poi mi fermo e mi dico "E ora?"
Ho 120 km da fare, ed anche andando a 30 all'ora, ci vorrebbero 4 ore, senza considerare i rischi di viaggiare di notte a bordo strada. Ma soprattutto c'e` il rischio che il cerchione tagli la gomma...
Scendo da Forca d'Acero per un po', cercando il segnale col telefono. Ad una curva (la "curva dei motociclisti"), parcheggio la moto e riesco a contattare l'assicurazione, che mi invia il carro attrezzi - ma non arrivera` prima di un'ora.
Mi metto sul guard rail a guardare un gruppo di ragazzi che hanno acceso un barbecue li` vicino. Dopo un po' mi notano e mi invitano a mangiare con loro.
Parlando, scopro che uno dei ragazzi era un motociclista, che andava regolarmente in pista. Scatta la solidarieta` tra motociclisti. Bistecche, arrosticini, scamorze, il tutto a 1500 metri di altezza, sotto un cielo stellato spettacolare, con il freddo della montagna, i rumori del bosco di notte e le lucciole che girano intorno...
Alla fine arriva il carro attrezzi a portare via la moto. Saluto e ringrazio i compagni occasionali che mi hanno letteralmente salvato da un'attesa di oltre un'ora su una strada buia, in montagna, dentro un bosco. Sono stati cosi` gentili che, dopo essere partito dimenticando la mini-borsa da serbatoio con dentro le cartine, hanno preso la macchina e sono corsi dietro il carro-attrezzi per restituirmela.
Alla fine, una serata storta mi ha riservato momenti molto belli.
Lamps