Dagasse
28/02/2007, 21:49
5° giorno
Di nuovo a colazione e di nuovo in fibrillazione http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00831.gif
La giornata è stupenda e la voglia di vedere un po’ di mondo accompagnati dal vento come colonna sonora è proporzionale al bagaglio che rimontiamo per l’ennesima volta sulla Lina. Ci troviamo a tavola con la signora e gli altri 2 ospiti. Siamo vestiti da moto e la coppia ci chiede che moto abbiamo. Fazer 1000? Bella! Rimaniamo come allocchi. La Francia ci sembra il Paese del Bengodi. Stiamo ½ ora a sentire una coppia di 50 enni che discutono se andiamo più forte noi col 1000 o il loro figlio coll’enduro. Siamo stupefatti, addirittura la fidanzata del figlio va in moto e loro sono felici e fieri. Baffo cerca di farsi adottare. Ripartiamo a malincuore, perché il posto e le persone ci fanno sentire proprio bene. Dopo una colazione fatta in compagnia della coppia di francesi motosimpatizzanti e la padrona di casa, dove io penso solo a mangiare lasciando Veronica a intrattenere varie discussioni perché tanto….chi li capisce, partiamo verso il passo dei passi, il Col de Iseran http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00406.gif
La chiesetta di Termignon
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La strada che ci porta verso l’Iseran non è un gran che, almeno sotto il profilo curvoso, ma sotto l’aspetto paesaggistico invece è tutta un’altra storia. L’ultimo paesino prima di iniziare la salita verso il passo è Bonneval sur Arc e si trova in fondo a una valle rigogliosamente verde e molto accogliente, un posto perfetto dove fare sport all’aria aperta. Bonneval è un paesino davvero caratteristico, dove le case hanno tetti di ardesia e dove tutto fa pensare ai rigidi inverni che ci saranno di certo da quelle parti http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00157.gif
Le case di Bonneval
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Iniziamo la salita che facciamo blandamente. La strada prende quota rapidamente, regalandoci una bella vista sulla valle appena percorsa.
La valle di Bonneval
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Un gruppo di biker crucchi ci supera con un’andatura che proprio non mi sogno di tenere su una strada come quella, bella si ma con parapetti…inesistenti.
Tornando all’ambiente che ci circonda anche qui l’acqua la fa da padrona, scrosciando verso valle in numerosi ruscelli più o meno spumeggianti. E’ strano come anche solo guardando il prezioso liquido ci si senta rigenerare dentro, vivi.
Tutta quest’acqua ci consiglia una sosta davanti a un blocco di neve per la classica foto ricordo, dove ci intratteniamo anche con un po’ di scatti floreali d’altura http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00180.gif
Palla di neve?
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Ripartiamo e…siamo arrivati. Non ci siamo neppure accorti che abbiamo sostato a pochi metri dal passo http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00701.gif
Siamo sull’Iseran,a 2770 metri d’altezza e la mia testa un po’ “leggera” me lo ricorda. Cerchiamo un posto dove parcheggiare il mulo e godiamo della vista che, a dir la verità, mi aspettavo più maestosa.
Sull'Iseran
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Tira vento, fa freschetto. Facciamo due passi intorno al rifugio del passo, accanto al quale c’è una chiesa.
Non so perché ma al solo guardarla la mente va all’inverno, alla neve che a questa altitudine deve venire copiosa, al vento gelido, all’ambiente che ci certo si trasformerà diventando al limite del vivibile.
Entriamo nel souvenir del rifugio, in cerca di regalini e bischerate ricordo, adesivo da baule compreso.
Tra i gadget prendo anche una toppa commemorativa da cucire sul giubbotto in pelle. Torniamo alla Lina tutti baldanzosi, bischerate muniti.
Solo alla sera mi sarei accorto che la superfavolosa toppa era rimasta in vetta all’Iseran, non persa ma solo non comprata. Perché? Perché la simpatica quanto scorbutica signora del rifugio ha semplicemente “scordato” di mettere la toppa nella bustina delle cartoline http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00269.gif
Pace. Vorrà dire che ci toccherà tornare lassù!!
Più che la vetta del passo merita la nostra attenzione la discesa verso Val d’Isere, un immenso volo a planare, panoramico e suggestivo. Anche in questo caso però Veronica non è proprio dello stesso avviso…
Volo a planare
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Appena entrati in paese facciamo una sosta “bagno” in un locale vicino al quale fa bella mostra di sé una moto sicuramente “legnosa” da guidare.
Motazza legnazza
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Lasciamo il posto tanto rinomato quanto “cementato” e puntiamo Bourg St-Maurice, dove poco prima dovremmo trovare il bivio che ci porterà al Piccolo S.Bernardo.
Lungo la D902 ammiriamo altre cascate, alcune piccole viste da così lontano, ma ugualmente suggestive ed energiche.
Potenza dell'acqua
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Eccoci al bivio e all’inizio della salita. Il tempo sembra cambiare, nuvoloni minacciosi iniziano a fare capolino, placandoci un po’ di verve insieme alla strada che di bello ha proprio poco.
Arrivando a La Rosiere il tempo è sempre più brutto. La strada si fa più interessante e la natura intorno a noi pure. Peccato che a poca distanza dal passo inizia a piovere di brutto e non essendo il Piccolo S.B. un passo “chiave” del nostro giro la decisione è stata fulminea: si torna indietro. La voglia di mettersi la tuta antipioggia solo per far visita al passo non è una cosa di quelle che non ci fa dormire la notte, pertanto…
Tornando a fondo valle, sempre tramite la simpaticissima e lunghissima strada, il caldo torna a farsi sentire.
Caldo a parte il tempo sembra essersi definitivamente guastato.
Salendo al Cormet de Roselend siamo costretti a fermarci. Non ho ancora finito di dire “La prima macchina che vediamo bagnata ci ferm….” Kazum!! Acqua al due! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00644.gif
Ci vestiamo di corsa e ripartiamo piano piano. Peccato fare quel passo con un tempo così brutto. I dintorni, con un fascino particolare, avrebbero meritato migliore sorte. I dintorni….ma anche noi.
In vetta al valico scattiamo una foto, perfettamente “imbustati” come due sacchetti dell’immondizia…fradici.
Cormet de Roselend...fradicio!!
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La discesa dal passo è sullo stile della salita appena fatta, con la strada incastonata in una valle stretta e ripida, molto molto verde e molto molto bella.
Arriviamo a Beaufort e poco dopo prendiamo a dx per il Col des Saisies che facciamo con l’acqua al 4…ma anche al 6. Un diluvio bestiale che però non ci ferma, tanto ormai…o bene bene o zuppi zuppi http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00054.gif
Scendendo N.D.de Bellecombe la pioggia inizia a placarsi. Prendiamo per il Col des Aravis sempre “imbustati” a dovere. Il primo tratto di strada è completamente coperto dagli alberi e la pioggia battente l’ha trasformata in una simpatica curvosa saponetta. Guido con le chiappe strette e mi rilasso un po’ solo quando l’inizio della salita corrisponde alla fine del tratto boscoso. Procediamo pallosamente dietro un camper. La strada infatti è decisamente stretta e molto curvosa e non mi va di rischiare facendo un sorpasso a bischero con la strada bagnata e con tutta la soma a bordo.
Anche sull’Aravis scattiamo qualche foto ricordo. Il tempo non è proprio dei migliori e penso “Potrei essere a lavorare”. Miracolo. Mi sembra quasi di vedere il sole!!! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00777.gif http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00241.gif
Col de Aravis
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Di nuovo in sella. Dopo La Clusaz lasciamo la D909 per imboccare la D4 e salire il Col de la Colombiere.
Non piove già da un po’ e sul valico decidiamo di toglierci (finalmente!) le tute da acqua. Immenso sollievo.
Dal colle la vista è un po’ appannata e ci tratteniamo un po’ solo per riposarci e fare qualche foto.
Col de la Colombiere
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Ormai siamo in dirittura d’arrivo anche per questa giornata, ma le sorprese non sono finite.
La stanchezza non ci manca di certo, almeno a me, e siamo immensamente felici quando arrivando a Cluses non riusciamo a trovare la strada che porta a Chatillon sur Cluses, dove si trova il nostro prossimo B&B.
Giriamo come degli scemi, seguendo indicazioni che di colpo…spariscono!
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Impreca di qui impreca di là scelgo di andare a naso. Mi fermo e guardo i monti cercando di orientarmi e per puro culo imbocchiamo la strada giusta. La salita verso il paesino è davvero s-p-e-t-t-a-c-o-l-a-r-e, carreggiata larga, asfalto perfetto e curve costanti e velocissime http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00694.gif
Un bell’aperitivo prima di cena, con brivido però. Si perché poco prima dell’ingresso in paese vedo con la coda dell’occhio un aggeggio…strano e siccome la velocità non è proprio da centro urbano annuso già l’inchiappettata. Con immensa felicità i gestori del B&B ci informeranno che si tratta di uno strumento che viene usato per il Tour de France. Scampata!
L’arrivo al B&B come avrete capito non è stato dei migliori. Arrivati in ritardo, cotti a puntino, se non fradici decisamente umidicci, zozzi come non mai, forse multati e in più….il cellulare che non prende. Ma vaff…..
Di contro c’è che la signora ci accoglie benissimo, forse troppo. Attacca a parlare con la Vero (con me non c’è verso) e bla bla bla bla bla. Al limite dello sclero (il nostro http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00580.gif) si decide a mostrarci la stanza.
Uno spettacolo. Una stanza grande e caratteristica. A tetto, tutta rivestita in legno e con travi a vista.
Unico neo i letti separati. Quello che sembrava un problema si è poi rivelato un toccasana.
La camera "legnata"
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Siamo in romba piena e di lavarci, prepararci e andarci a cercare un posto dove cenare non abbiamo proprio voglia. Optiamo per l’ultima detta. La cena. La “silenziosa” signora ci indica Taninges dove rifocillarci.
E’ la prima volta dall’inizio del viaggio che prendiamo la moto senza nessun tipo di soma, neppure il baule. Mi sembra di guidare l’ER5.
Arriviamo a destinazione, parcheggiamo e….non troviamo niente dove mangiare!!
O per meglio dire. Un posto c’è, ma non è proprio quello che avevamo in mente. Una specie di bar-ristorante dove un cantante indigeno si sgola con fare marpione. Gira e rigira…mangeremo lì. La signora che ci accoglie è un po’ troppo truccata e un po’ troppo vecchia per tutto quel trucco. Ma c’è la serata danzante, va capita http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00308.gif
In un francese non proprio da accademia di Francia mi dice che da mangiare c’è il menu. Cioè, quello c’è, si chiama menu ed è la sola cosa che puoi mangiare. Merci, 2 menu. Ci sediamo, un po’ scoglionati dalla presenza di casse enormi proprio alle nostre spalle, siamo stati bene fino a quel momento, non ci vogliamo rovinare la serata. Il cantante si presenta, deve essere una specie di idolo locale, perché le macchine e le persone si fermano in mezzo alla strada per vederlo e sentirlo, un coppia di passaggio si ferma addirittura ad un tavolo. Lui è un marpionazzo impomatato, camicia fuori dai pantaloni a coprire una bella buzza, jeans stiratissimi scarpa lucida, birra e sigaretta. Attacca a cantare e nonostante lo stile non sia proprio il nostro, è intonato ed è divertente. Tra l’altro, per un motivo a noi sconosciuto, pare essere eroticissimo, visto che delle signore accanto a noi cominciano ad agitare dei seni non troppo “freschi” dentro a scollature ombelicali. Tra le canzoni riconosciamo Take me home country road e siccome tutti cantano e non se ne accorgono, noi la cantiamo in inglese stonando http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00854.gif
Dopodichè ecco un’altra canzone conosciuta, eppure, eppure… non ci crediamo, Robiola Osella!!!! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00674.gif Nooooo…. Via giù a cantare Robiola Osella a squarciagola insieme ai francesi. Ci è quasi dispiaciuto andare a dormire, chissà se facevano anche la Barilla…
Tornando al B&B scopriamo i benefici dei letti singoli. Il sonno è tantissimo ma di dormire non c’è verso.
Motivo? Un caldo bestia!!! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00783.gif
E per dirlo Veronica è davvero tanto, tant’è che riusciamo a dormire solo dal momento che apriamo la porta finestra che da sul balcone e un’altra finestra più piccola.
Se avessimo dormito in un letto matrimoniale son quasi certo che la coppia Dag&Baf non esisterebbe più, a causa di una mia totale perdita di ragione, impazzito tra sali minerali, ascelle pezzate e i vari “Non mi toccareeeeee; Vai più ‘n laaaaaaa”!!! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00001.gif
E finalmente...si dorme http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00618.gif
6° giorno
Ci svegliamo un po’ rinco e non poteva essere diversamente http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00171.gif
Ci prepariamo e scendiamo per l’ultima colazione francese di queste ferie.
La signora Decaudin attacca subito bottone e quando, in un momento nel quale Veronica si è data alla macchia, mi ritrovo sotto un mitragliatore di vocaboli francesi http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00649.gif
In un inglese più pastalfornico che maccheronico gli faccio capire che non parlo/capisco il francese http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00719.gif Momento di silenzio http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00029.gif e poi… http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00078.gif ricomincia a mitragliare. Ma vaff…… http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00054.gif
Ora siamo in due alla macchia! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00567.gif
Facciamo colazione “sotto torchio”, ma a parte questo…saziamo la pancia a “bordo” di una tavola super imbandita. Un paio di burp mentre carico la Lina e poi via. Si rientra in Italia.
Esterno del B&B a Chatillon sur Cluses
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Puntiamo Chamonix e la strada non è niente di speciale. L’unica cosa degna di nota è la protuberanza del ghiacciaio del M.Bianco che arriva vicino alla strada. Fa davvero impressione http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00240.gif
Lingua di ghiaccio
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Proseguiamo sempre dritti (beh…quasi) verso Martigny, aggiungendo anche un po’ di Svizzera al nostro giro. Prima di Martigny passiamo la frontiera e arriviamo al Col de la Forclaz, passo che tanto per cambiare è formato da…una curva.
La discesa a Martigny è piuttosto bella, veloce e guidata. Anche se sminuita da una discreta foschia, la vista gode di un contrasto forte. La città è adagiata su un canalone piano quasi perfetto, in contrasto con le montagne intorno che piombano su di essa.
Il risultato è come se avessimo davanti un lago, con le pendici dei monti che si tuffano nelle acque piatte.
Si capisce che ogni singolo posto sfruttabile viene preso in considerazione. Infatti l’ultimo tratto di strada che percorriamo poco prima di arrivare in città è accompagnato ai lati da filari di vite, con piazzole di sosta ricavate nei terrapieni che durante la vendemmia devono servire per i mezzi necessari per portare i grappoli alla spremitura.
Arrivo a Martigny
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I filari trovano posto dove possono...
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Tocchiamo Martigny nella sua punta più a sud e subito la lasciamo in direzione Gran S.Bernardo.
La strada che porta al passo non è niente di emozionante, essendo adatta anche (ed è ovvio) ai camion.
Cambia totalmente quando arriviamo al bivio che porta al passo vero e proprio. Fare il tunnel sarebbe stato come schiacciarsele tra due mattoni!!
Saliamo verso la sommità con il tempo un po’ grigio che da una sensazione di sfida. La salita non è molto impegnativa ma l’ambiente un po’ tetro e la strada che con le pietre carraie verniciate bianco/nero sa di antico, regala uno strano sapore.
La salita al G.S.Bernardo nel versante svizzero
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Ci siamo. Ormai è quasi “casa” e fa strano risentire la nostra lingua. Scattiamo un po’ di foto bighellonando tra souvenir, gadgets, cani S.Bernardo a pagamento e altre amenità.
Quando si amano i cani...
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Sfizzera? No! Italiana piccola e nera
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Il Gran S.Bernardo è un passo “austero”, ubicato in mezzo a una sella stretta, panoramico (senza eccessi) solo mirando la parte italiana, un passo dove nel 1045 fu costruito ad opera di S.Bernardo da Mentone un ospizio, necessario per dare riparo e accoglienza ai viaggiatori e che sembra quasi ti controlli se visto dal “nostro paese”. Appena sotto al passo un lago sembra messo lì apposta per rendere ancor più suggestive le istantanee.
Vista del lago e del versante italiano
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Riprendiamo la moto solo per fare i pochi metri che ci separano dalla madre patria.
Fermi di nuovo.
Ufficiale. Siamo in Italia http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00253.gif
Prima foto sul versante italiano
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Mi avvicino al bordo lago, per scattare una foto al passo immortalandolo dal basso verso l’alto.
Mi prende un colpo http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00170.gif
Avvicinandomi alla sponda non ci avevo fatto caso, ma di colpo si materializzano centinaia di zanzare simili alle nostre, “solo” molto più grandi. Abbandono velocemente il punto e me ne cerco un altro più…tranquillo http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00285.gif
Il valico del G.S.Bernardo visto dal versante italiano
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Lo dico a Veronica e di lì a poco è guerra http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00310.gif
Riusciamo a raggiungere un punto più panoramico dove scattiamo alcune foto alla valle “nostrana” sottostante ma quando torniamo indietro e passiamo vicino a dei cassonetti…..via a gambe levateeeeeee! Qualcuno ci guarda sorpreso, ma mentre (affannosamente) ci mettiamo in moto vediamo che anche altre persone sembrano attaccate, confezionandosi così una scena ai limiti del ridicolo http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00412.gif
Ridicolo o no siamo contenti di essere nuovamente in moto. La discesa è un po’ disastrata a causa di lavori in corso che ci fanno tenere un’andatura sonnolenta, anche grazie ai bei dintorni e all’incrocio on the road con una donnola.
Scorcio valdostano
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Ormai siamo in fondo valle e la calura e la strada non propriamente eccitante ci fanno compagnia fino al bivio per Valtournenche. Intanto il tempo va incupendosi.
La strada della Valtournenche è una lunga lingua d’asfalto che corre verso Cervinia.
Come era facile immaginarsi inizia a piovigginare. Triboliamo un po’ a trovare Le Petit Nid, il nostro unico B&B italiano provato durante le ferie.
I gestori ci fanno parcheggiare la moto al coperto di una terrazza e con a guardia il cagnetto dell’officina adiacente, che abbaia a più non posso per…avere una coccola http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00320.gif Prendiamo possesso della stanza certi di avere la moto in buone…zampe.
Il B&B, visto da fuori non è niente di particolare, ma dentro l’atmosfera cambia eccome. La signora ci spiega la sua filosofia e il perché ha messo su il B&B del quale va decisamente fiera. E’ difficile dargli torto http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00044.gif
L’anticamera, comune a 3 stanze, sembra una sala da the, ricercata e calda.
L'anticamera de "Le Petit Nid"
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La camera è molto piccola ma accogliente. Usiamo subito la doccia per togliersi la fatica della giornata e cerchiamo un posto dove mettere qualcosa sotto i denti. Anche se siamo a piedi vestiamo il sopra delle tute antiacqua. Piove, governo ladro http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00644.gif
La stretta valle sembra ancora più stretta e andiamo a mangiare (bene) sperando che l’indomani il sole ci faccia compagnia viaggiando verso il Trentino, luogo magico per eccellenza per bikers in cerca di stupore http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00884.gif
Nell'ultima puntata da Valtournenche a Spilimbergo (Friuli) e ritorno a casa passando dal Trentino :wink:
Per tutte le foto a grandezza naturale vai QUI (http://www.senzafreni.com/mkportal/modules/coppermine/thumbnails.php?album=462)
Di nuovo a colazione e di nuovo in fibrillazione http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00831.gif
La giornata è stupenda e la voglia di vedere un po’ di mondo accompagnati dal vento come colonna sonora è proporzionale al bagaglio che rimontiamo per l’ennesima volta sulla Lina. Ci troviamo a tavola con la signora e gli altri 2 ospiti. Siamo vestiti da moto e la coppia ci chiede che moto abbiamo. Fazer 1000? Bella! Rimaniamo come allocchi. La Francia ci sembra il Paese del Bengodi. Stiamo ½ ora a sentire una coppia di 50 enni che discutono se andiamo più forte noi col 1000 o il loro figlio coll’enduro. Siamo stupefatti, addirittura la fidanzata del figlio va in moto e loro sono felici e fieri. Baffo cerca di farsi adottare. Ripartiamo a malincuore, perché il posto e le persone ci fanno sentire proprio bene. Dopo una colazione fatta in compagnia della coppia di francesi motosimpatizzanti e la padrona di casa, dove io penso solo a mangiare lasciando Veronica a intrattenere varie discussioni perché tanto….chi li capisce, partiamo verso il passo dei passi, il Col de Iseran http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00406.gif
La chiesetta di Termignon
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La strada che ci porta verso l’Iseran non è un gran che, almeno sotto il profilo curvoso, ma sotto l’aspetto paesaggistico invece è tutta un’altra storia. L’ultimo paesino prima di iniziare la salita verso il passo è Bonneval sur Arc e si trova in fondo a una valle rigogliosamente verde e molto accogliente, un posto perfetto dove fare sport all’aria aperta. Bonneval è un paesino davvero caratteristico, dove le case hanno tetti di ardesia e dove tutto fa pensare ai rigidi inverni che ci saranno di certo da quelle parti http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00157.gif
Le case di Bonneval
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Iniziamo la salita che facciamo blandamente. La strada prende quota rapidamente, regalandoci una bella vista sulla valle appena percorsa.
La valle di Bonneval
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Un gruppo di biker crucchi ci supera con un’andatura che proprio non mi sogno di tenere su una strada come quella, bella si ma con parapetti…inesistenti.
Tornando all’ambiente che ci circonda anche qui l’acqua la fa da padrona, scrosciando verso valle in numerosi ruscelli più o meno spumeggianti. E’ strano come anche solo guardando il prezioso liquido ci si senta rigenerare dentro, vivi.
Tutta quest’acqua ci consiglia una sosta davanti a un blocco di neve per la classica foto ricordo, dove ci intratteniamo anche con un po’ di scatti floreali d’altura http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00180.gif
Palla di neve?
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Ripartiamo e…siamo arrivati. Non ci siamo neppure accorti che abbiamo sostato a pochi metri dal passo http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00701.gif
Siamo sull’Iseran,a 2770 metri d’altezza e la mia testa un po’ “leggera” me lo ricorda. Cerchiamo un posto dove parcheggiare il mulo e godiamo della vista che, a dir la verità, mi aspettavo più maestosa.
Sull'Iseran
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Tira vento, fa freschetto. Facciamo due passi intorno al rifugio del passo, accanto al quale c’è una chiesa.
Non so perché ma al solo guardarla la mente va all’inverno, alla neve che a questa altitudine deve venire copiosa, al vento gelido, all’ambiente che ci certo si trasformerà diventando al limite del vivibile.
Entriamo nel souvenir del rifugio, in cerca di regalini e bischerate ricordo, adesivo da baule compreso.
Tra i gadget prendo anche una toppa commemorativa da cucire sul giubbotto in pelle. Torniamo alla Lina tutti baldanzosi, bischerate muniti.
Solo alla sera mi sarei accorto che la superfavolosa toppa era rimasta in vetta all’Iseran, non persa ma solo non comprata. Perché? Perché la simpatica quanto scorbutica signora del rifugio ha semplicemente “scordato” di mettere la toppa nella bustina delle cartoline http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00269.gif
Pace. Vorrà dire che ci toccherà tornare lassù!!
Più che la vetta del passo merita la nostra attenzione la discesa verso Val d’Isere, un immenso volo a planare, panoramico e suggestivo. Anche in questo caso però Veronica non è proprio dello stesso avviso…
Volo a planare
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Appena entrati in paese facciamo una sosta “bagno” in un locale vicino al quale fa bella mostra di sé una moto sicuramente “legnosa” da guidare.
Motazza legnazza
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Lasciamo il posto tanto rinomato quanto “cementato” e puntiamo Bourg St-Maurice, dove poco prima dovremmo trovare il bivio che ci porterà al Piccolo S.Bernardo.
Lungo la D902 ammiriamo altre cascate, alcune piccole viste da così lontano, ma ugualmente suggestive ed energiche.
Potenza dell'acqua
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Eccoci al bivio e all’inizio della salita. Il tempo sembra cambiare, nuvoloni minacciosi iniziano a fare capolino, placandoci un po’ di verve insieme alla strada che di bello ha proprio poco.
Arrivando a La Rosiere il tempo è sempre più brutto. La strada si fa più interessante e la natura intorno a noi pure. Peccato che a poca distanza dal passo inizia a piovere di brutto e non essendo il Piccolo S.B. un passo “chiave” del nostro giro la decisione è stata fulminea: si torna indietro. La voglia di mettersi la tuta antipioggia solo per far visita al passo non è una cosa di quelle che non ci fa dormire la notte, pertanto…
Tornando a fondo valle, sempre tramite la simpaticissima e lunghissima strada, il caldo torna a farsi sentire.
Caldo a parte il tempo sembra essersi definitivamente guastato.
Salendo al Cormet de Roselend siamo costretti a fermarci. Non ho ancora finito di dire “La prima macchina che vediamo bagnata ci ferm….” Kazum!! Acqua al due! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00644.gif
Ci vestiamo di corsa e ripartiamo piano piano. Peccato fare quel passo con un tempo così brutto. I dintorni, con un fascino particolare, avrebbero meritato migliore sorte. I dintorni….ma anche noi.
In vetta al valico scattiamo una foto, perfettamente “imbustati” come due sacchetti dell’immondizia…fradici.
Cormet de Roselend...fradicio!!
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La discesa dal passo è sullo stile della salita appena fatta, con la strada incastonata in una valle stretta e ripida, molto molto verde e molto molto bella.
Arriviamo a Beaufort e poco dopo prendiamo a dx per il Col des Saisies che facciamo con l’acqua al 4…ma anche al 6. Un diluvio bestiale che però non ci ferma, tanto ormai…o bene bene o zuppi zuppi http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00054.gif
Scendendo N.D.de Bellecombe la pioggia inizia a placarsi. Prendiamo per il Col des Aravis sempre “imbustati” a dovere. Il primo tratto di strada è completamente coperto dagli alberi e la pioggia battente l’ha trasformata in una simpatica curvosa saponetta. Guido con le chiappe strette e mi rilasso un po’ solo quando l’inizio della salita corrisponde alla fine del tratto boscoso. Procediamo pallosamente dietro un camper. La strada infatti è decisamente stretta e molto curvosa e non mi va di rischiare facendo un sorpasso a bischero con la strada bagnata e con tutta la soma a bordo.
Anche sull’Aravis scattiamo qualche foto ricordo. Il tempo non è proprio dei migliori e penso “Potrei essere a lavorare”. Miracolo. Mi sembra quasi di vedere il sole!!! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00777.gif http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00241.gif
Col de Aravis
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Di nuovo in sella. Dopo La Clusaz lasciamo la D909 per imboccare la D4 e salire il Col de la Colombiere.
Non piove già da un po’ e sul valico decidiamo di toglierci (finalmente!) le tute da acqua. Immenso sollievo.
Dal colle la vista è un po’ appannata e ci tratteniamo un po’ solo per riposarci e fare qualche foto.
Col de la Colombiere
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Ormai siamo in dirittura d’arrivo anche per questa giornata, ma le sorprese non sono finite.
La stanchezza non ci manca di certo, almeno a me, e siamo immensamente felici quando arrivando a Cluses non riusciamo a trovare la strada che porta a Chatillon sur Cluses, dove si trova il nostro prossimo B&B.
Giriamo come degli scemi, seguendo indicazioni che di colpo…spariscono!
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Impreca di qui impreca di là scelgo di andare a naso. Mi fermo e guardo i monti cercando di orientarmi e per puro culo imbocchiamo la strada giusta. La salita verso il paesino è davvero s-p-e-t-t-a-c-o-l-a-r-e, carreggiata larga, asfalto perfetto e curve costanti e velocissime http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00694.gif
Un bell’aperitivo prima di cena, con brivido però. Si perché poco prima dell’ingresso in paese vedo con la coda dell’occhio un aggeggio…strano e siccome la velocità non è proprio da centro urbano annuso già l’inchiappettata. Con immensa felicità i gestori del B&B ci informeranno che si tratta di uno strumento che viene usato per il Tour de France. Scampata!
L’arrivo al B&B come avrete capito non è stato dei migliori. Arrivati in ritardo, cotti a puntino, se non fradici decisamente umidicci, zozzi come non mai, forse multati e in più….il cellulare che non prende. Ma vaff…..
Di contro c’è che la signora ci accoglie benissimo, forse troppo. Attacca a parlare con la Vero (con me non c’è verso) e bla bla bla bla bla. Al limite dello sclero (il nostro http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00580.gif) si decide a mostrarci la stanza.
Uno spettacolo. Una stanza grande e caratteristica. A tetto, tutta rivestita in legno e con travi a vista.
Unico neo i letti separati. Quello che sembrava un problema si è poi rivelato un toccasana.
La camera "legnata"
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Siamo in romba piena e di lavarci, prepararci e andarci a cercare un posto dove cenare non abbiamo proprio voglia. Optiamo per l’ultima detta. La cena. La “silenziosa” signora ci indica Taninges dove rifocillarci.
E’ la prima volta dall’inizio del viaggio che prendiamo la moto senza nessun tipo di soma, neppure il baule. Mi sembra di guidare l’ER5.
Arriviamo a destinazione, parcheggiamo e….non troviamo niente dove mangiare!!
O per meglio dire. Un posto c’è, ma non è proprio quello che avevamo in mente. Una specie di bar-ristorante dove un cantante indigeno si sgola con fare marpione. Gira e rigira…mangeremo lì. La signora che ci accoglie è un po’ troppo truccata e un po’ troppo vecchia per tutto quel trucco. Ma c’è la serata danzante, va capita http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00308.gif
In un francese non proprio da accademia di Francia mi dice che da mangiare c’è il menu. Cioè, quello c’è, si chiama menu ed è la sola cosa che puoi mangiare. Merci, 2 menu. Ci sediamo, un po’ scoglionati dalla presenza di casse enormi proprio alle nostre spalle, siamo stati bene fino a quel momento, non ci vogliamo rovinare la serata. Il cantante si presenta, deve essere una specie di idolo locale, perché le macchine e le persone si fermano in mezzo alla strada per vederlo e sentirlo, un coppia di passaggio si ferma addirittura ad un tavolo. Lui è un marpionazzo impomatato, camicia fuori dai pantaloni a coprire una bella buzza, jeans stiratissimi scarpa lucida, birra e sigaretta. Attacca a cantare e nonostante lo stile non sia proprio il nostro, è intonato ed è divertente. Tra l’altro, per un motivo a noi sconosciuto, pare essere eroticissimo, visto che delle signore accanto a noi cominciano ad agitare dei seni non troppo “freschi” dentro a scollature ombelicali. Tra le canzoni riconosciamo Take me home country road e siccome tutti cantano e non se ne accorgono, noi la cantiamo in inglese stonando http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00854.gif
Dopodichè ecco un’altra canzone conosciuta, eppure, eppure… non ci crediamo, Robiola Osella!!!! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00674.gif Nooooo…. Via giù a cantare Robiola Osella a squarciagola insieme ai francesi. Ci è quasi dispiaciuto andare a dormire, chissà se facevano anche la Barilla…
Tornando al B&B scopriamo i benefici dei letti singoli. Il sonno è tantissimo ma di dormire non c’è verso.
Motivo? Un caldo bestia!!! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00783.gif
E per dirlo Veronica è davvero tanto, tant’è che riusciamo a dormire solo dal momento che apriamo la porta finestra che da sul balcone e un’altra finestra più piccola.
Se avessimo dormito in un letto matrimoniale son quasi certo che la coppia Dag&Baf non esisterebbe più, a causa di una mia totale perdita di ragione, impazzito tra sali minerali, ascelle pezzate e i vari “Non mi toccareeeeee; Vai più ‘n laaaaaaa”!!! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00001.gif
E finalmente...si dorme http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00618.gif
6° giorno
Ci svegliamo un po’ rinco e non poteva essere diversamente http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00171.gif
Ci prepariamo e scendiamo per l’ultima colazione francese di queste ferie.
La signora Decaudin attacca subito bottone e quando, in un momento nel quale Veronica si è data alla macchia, mi ritrovo sotto un mitragliatore di vocaboli francesi http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00649.gif
In un inglese più pastalfornico che maccheronico gli faccio capire che non parlo/capisco il francese http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00719.gif Momento di silenzio http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00029.gif e poi… http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00078.gif ricomincia a mitragliare. Ma vaff…… http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00054.gif
Ora siamo in due alla macchia! http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00567.gif
Facciamo colazione “sotto torchio”, ma a parte questo…saziamo la pancia a “bordo” di una tavola super imbandita. Un paio di burp mentre carico la Lina e poi via. Si rientra in Italia.
Esterno del B&B a Chatillon sur Cluses
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Puntiamo Chamonix e la strada non è niente di speciale. L’unica cosa degna di nota è la protuberanza del ghiacciaio del M.Bianco che arriva vicino alla strada. Fa davvero impressione http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00240.gif
Lingua di ghiaccio
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Proseguiamo sempre dritti (beh…quasi) verso Martigny, aggiungendo anche un po’ di Svizzera al nostro giro. Prima di Martigny passiamo la frontiera e arriviamo al Col de la Forclaz, passo che tanto per cambiare è formato da…una curva.
La discesa a Martigny è piuttosto bella, veloce e guidata. Anche se sminuita da una discreta foschia, la vista gode di un contrasto forte. La città è adagiata su un canalone piano quasi perfetto, in contrasto con le montagne intorno che piombano su di essa.
Il risultato è come se avessimo davanti un lago, con le pendici dei monti che si tuffano nelle acque piatte.
Si capisce che ogni singolo posto sfruttabile viene preso in considerazione. Infatti l’ultimo tratto di strada che percorriamo poco prima di arrivare in città è accompagnato ai lati da filari di vite, con piazzole di sosta ricavate nei terrapieni che durante la vendemmia devono servire per i mezzi necessari per portare i grappoli alla spremitura.
Arrivo a Martigny
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I filari trovano posto dove possono...
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Tocchiamo Martigny nella sua punta più a sud e subito la lasciamo in direzione Gran S.Bernardo.
La strada che porta al passo non è niente di emozionante, essendo adatta anche (ed è ovvio) ai camion.
Cambia totalmente quando arriviamo al bivio che porta al passo vero e proprio. Fare il tunnel sarebbe stato come schiacciarsele tra due mattoni!!
Saliamo verso la sommità con il tempo un po’ grigio che da una sensazione di sfida. La salita non è molto impegnativa ma l’ambiente un po’ tetro e la strada che con le pietre carraie verniciate bianco/nero sa di antico, regala uno strano sapore.
La salita al G.S.Bernardo nel versante svizzero
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Ci siamo. Ormai è quasi “casa” e fa strano risentire la nostra lingua. Scattiamo un po’ di foto bighellonando tra souvenir, gadgets, cani S.Bernardo a pagamento e altre amenità.
Quando si amano i cani...
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Sfizzera? No! Italiana piccola e nera
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Il Gran S.Bernardo è un passo “austero”, ubicato in mezzo a una sella stretta, panoramico (senza eccessi) solo mirando la parte italiana, un passo dove nel 1045 fu costruito ad opera di S.Bernardo da Mentone un ospizio, necessario per dare riparo e accoglienza ai viaggiatori e che sembra quasi ti controlli se visto dal “nostro paese”. Appena sotto al passo un lago sembra messo lì apposta per rendere ancor più suggestive le istantanee.
Vista del lago e del versante italiano
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Riprendiamo la moto solo per fare i pochi metri che ci separano dalla madre patria.
Fermi di nuovo.
Ufficiale. Siamo in Italia http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00253.gif
Prima foto sul versante italiano
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Mi avvicino al bordo lago, per scattare una foto al passo immortalandolo dal basso verso l’alto.
Mi prende un colpo http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00170.gif
Avvicinandomi alla sponda non ci avevo fatto caso, ma di colpo si materializzano centinaia di zanzare simili alle nostre, “solo” molto più grandi. Abbandono velocemente il punto e me ne cerco un altro più…tranquillo http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00285.gif
Il valico del G.S.Bernardo visto dal versante italiano
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Lo dico a Veronica e di lì a poco è guerra http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00310.gif
Riusciamo a raggiungere un punto più panoramico dove scattiamo alcune foto alla valle “nostrana” sottostante ma quando torniamo indietro e passiamo vicino a dei cassonetti…..via a gambe levateeeeeee! Qualcuno ci guarda sorpreso, ma mentre (affannosamente) ci mettiamo in moto vediamo che anche altre persone sembrano attaccate, confezionandosi così una scena ai limiti del ridicolo http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00412.gif
Ridicolo o no siamo contenti di essere nuovamente in moto. La discesa è un po’ disastrata a causa di lavori in corso che ci fanno tenere un’andatura sonnolenta, anche grazie ai bei dintorni e all’incrocio on the road con una donnola.
Scorcio valdostano
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Ormai siamo in fondo valle e la calura e la strada non propriamente eccitante ci fanno compagnia fino al bivio per Valtournenche. Intanto il tempo va incupendosi.
La strada della Valtournenche è una lunga lingua d’asfalto che corre verso Cervinia.
Come era facile immaginarsi inizia a piovigginare. Triboliamo un po’ a trovare Le Petit Nid, il nostro unico B&B italiano provato durante le ferie.
I gestori ci fanno parcheggiare la moto al coperto di una terrazza e con a guardia il cagnetto dell’officina adiacente, che abbaia a più non posso per…avere una coccola http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00320.gif Prendiamo possesso della stanza certi di avere la moto in buone…zampe.
Il B&B, visto da fuori non è niente di particolare, ma dentro l’atmosfera cambia eccome. La signora ci spiega la sua filosofia e il perché ha messo su il B&B del quale va decisamente fiera. E’ difficile dargli torto http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00044.gif
L’anticamera, comune a 3 stanze, sembra una sala da the, ricercata e calda.
L'anticamera de "Le Petit Nid"
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La camera è molto piccola ma accogliente. Usiamo subito la doccia per togliersi la fatica della giornata e cerchiamo un posto dove mettere qualcosa sotto i denti. Anche se siamo a piedi vestiamo il sopra delle tute antiacqua. Piove, governo ladro http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00644.gif
La stretta valle sembra ancora più stretta e andiamo a mangiare (bene) sperando che l’indomani il sole ci faccia compagnia viaggiando verso il Trentino, luogo magico per eccellenza per bikers in cerca di stupore http://www.senzafreni.com/forum/images/smiles/00884.gif
Nell'ultima puntata da Valtournenche a Spilimbergo (Friuli) e ritorno a casa passando dal Trentino :wink:
Per tutte le foto a grandezza naturale vai QUI (http://www.senzafreni.com/mkportal/modules/coppermine/thumbnails.php?album=462)