cx71
03/07/2007, 21:50
Per chi va in moto la meta non è la destinazione ma il viaggio.I motociclisti che viaggiano non si raccontano dove arrivano ma come ci sono arrivati...raccontano le curve,quello che gli scorre davanti la visiera,le vampate dei colori,gli scrosci delle cascate,i profumi.......E' un pò come andare per mare,quando a fine traversata ti ricordi il vento o il momento in cui hai sentito l'odore dellla terra senza ancora vederla,non certo le botteghe sul porto!! Se poi a motore spento,ti ritrovi in un bel posto,è meglio.Ma non è la ragione del viaggio.
E allora come concepire un viaggio?!Innanzitutto la frenesia della preparazione,quell'agitazione che ti pervade il corpo,che non ti fa dormire la notte e l'adrenalina costantemente erogata dalle ghiandole.....(a 10 giorni dalla partenza IO stò proprio COSI?!!)
Partire è anche un pò smarrirsi e poi ritrovarsi,con la cartina (io sono all'antica...) che magari viene girata e rigirata coinvolgendo il passeggero in discussioni accese sulle direzioni da prendere,ma in fondo anche ESSO o ESSA devono partecipare (e ci mancherebbe...).
Un viaggio in moto è un pezzo di vita,e come la vita è pieno di sorprese!!
E se perdersi è un incubo per chi va in auto,è un magico piacere per chi va in moto.Un viaggio non si misura in km,ma in emozione.
Si sa bene che il tempo non esisite ma esiste l'attimo.
Quindi non importa il dove ma il come. E nel "come" rientra tutto l'nsieme della nostra personalità motociclistica.Ricordo ancora quando viaggiavo con giubbotto di jeans,o con il giornale a fare da pettorina sotto il giubbotto di pelle ed il casco jet a prova di lacrima......altri tempi...oggi cordura-kevlar-protezioni etc. sono una conquista maturata negli anni....Vestivamo come si poteva,prima che la sicurezza diventasse "di moda".Quando sento parlare con nostalgia dei metodi empirici che adottavamo per proteggerci,penso all'elogio scemo che qualcuno ancora fa della civiltà contadina quando ci si lavava nella fontana nell'aia. Cose rimpiante soltanto da chi le ha vissute.Oggi ci siamo eruditi,abbiamo le conquiste della tecnologia,ed il fascino del viaggio (per fortuna) è rimasto intatto......manca ancora MOLTO sale in zucca!!!Ma questa è un'altra storia.......
Dedicato ai Romantici......
cx71&ciska partenti se Dio vuole
E allora come concepire un viaggio?!Innanzitutto la frenesia della preparazione,quell'agitazione che ti pervade il corpo,che non ti fa dormire la notte e l'adrenalina costantemente erogata dalle ghiandole.....(a 10 giorni dalla partenza IO stò proprio COSI?!!)
Partire è anche un pò smarrirsi e poi ritrovarsi,con la cartina (io sono all'antica...) che magari viene girata e rigirata coinvolgendo il passeggero in discussioni accese sulle direzioni da prendere,ma in fondo anche ESSO o ESSA devono partecipare (e ci mancherebbe...).
Un viaggio in moto è un pezzo di vita,e come la vita è pieno di sorprese!!
E se perdersi è un incubo per chi va in auto,è un magico piacere per chi va in moto.Un viaggio non si misura in km,ma in emozione.
Si sa bene che il tempo non esisite ma esiste l'attimo.
Quindi non importa il dove ma il come. E nel "come" rientra tutto l'nsieme della nostra personalità motociclistica.Ricordo ancora quando viaggiavo con giubbotto di jeans,o con il giornale a fare da pettorina sotto il giubbotto di pelle ed il casco jet a prova di lacrima......altri tempi...oggi cordura-kevlar-protezioni etc. sono una conquista maturata negli anni....Vestivamo come si poteva,prima che la sicurezza diventasse "di moda".Quando sento parlare con nostalgia dei metodi empirici che adottavamo per proteggerci,penso all'elogio scemo che qualcuno ancora fa della civiltà contadina quando ci si lavava nella fontana nell'aia. Cose rimpiante soltanto da chi le ha vissute.Oggi ci siamo eruditi,abbiamo le conquiste della tecnologia,ed il fascino del viaggio (per fortuna) è rimasto intatto......manca ancora MOLTO sale in zucca!!!Ma questa è un'altra storia.......
Dedicato ai Romantici......
cx71&ciska partenti se Dio vuole