artois
07/08/2007, 15:07
Viste le foto del vostro giro del 4 agosto, mi è venuta in mente questa storiella:
correva l’anno 2001 nel mese di maggio e con alcuni amici di Milano e di Roma decidiamo di andare 3 giorni a Bagnocavallo di Ravenna, campo base al Motostello del luogo e tutti i passi della zona a nostra disposizione compreso il mitico Muraglione.
Erano tempi in cui prendevo le cose alla larga, molto alla larga, per cui il mio itinerario Lugano – Bagnocavallo prevedeva tappa a Livorno per una serata con amici, incontro la mattina successiva ad Arezzo con i 2 amici che arrivavano da Roma, giretto per le colline toscane, qualche passo per scaldarci ed arrivo a Bagnocavallo.
Il giorno successivo è il grande giorno, si fa il Muraglione, io inizio ad agitarmi tanto è vero che 2 volte cado dalla moto praticamene da ferma, voglio quasi rinunciare, ma gli altri mi incitano a risalire sulla moto e ad andare avanti. Bisogna dire che il passo in questione l’avevo già fatto l’anno prima in auto ed arrivata quasi in fondo mi veniva da vomitare tante erano le curve!
Insomma partiamo, facciamo qualche passo prima, non ricordo quali, per trovarci dalla parte toscana del Muraglione, io agitata o sovrappensiero ogni tanto sbaglio strada e immancabilmente arriva la telefonata: “artois ma do’ azzo sei?”. All’ennesima telefonata mi viene detto: “Siamo poco più avanti, fermi ad un bar, ci vedi di sicuro, poi tutti assieme saliamo al Muraglione”.
Io sto “di sicuro” devo ancora capirlo, perché mi faccio vari paesini cercando un gruppo di motociclisti fermi, ma non vedo nessuno e quindi arrivo all’inizio della salita, imprecando perché certa che non mi abbiano aspettato e grondante di sudore per l’agitazione prima ancora di iniziare, mi dico che devo farcela, anche se da sola!
Devo qui fare una premessa, andavo in moto da meno di 2 anni di cui uno con una piccola 125 custom, e da meno di un anno avevo la Fazer, è vero che avevo fatto qualche settimana prima un corso di guida sicura a Magione, ma ero ancora un po’ insicura nella mia guida, da qui i miei timori per fare cotanto passo da sola.
Ma eccomi davanti alla salita, devo andare, parto, la salita è quasi una sofferenza, mi superano decine di moto, ne incrocio altrettante di pazzi che scendono invadendo la mia corsia, impreco dentro al casco, sono agitata, ma vado avanti imperterrita e finalmente arrivo in cima!
Che stupenda sensazione! La cima è piena di motociclisti, cerco i miei amici, nessuna traccia, mi fermo ed arriva l’immancabile telefonata: “artois ma do’ azzo sei? Sei sfrecciata davanti al bar dove siamo, senza degnarci di uno sguardo!”. Ed io gonfia di orgoglio rispondo:”Ma io sono già in cima, sbrigatevi lumaconi!”. Ah che soddisfazione!
In quei giorni abbiamo rifatto il Muraglione almeno altre due volte, salendo da una parte o dall’altra ed ormai mi sentivo una veterana!
Ah che bei ricordi e grazie alle vostre foto che mi ci hanno fatto pensare.
artois
correva l’anno 2001 nel mese di maggio e con alcuni amici di Milano e di Roma decidiamo di andare 3 giorni a Bagnocavallo di Ravenna, campo base al Motostello del luogo e tutti i passi della zona a nostra disposizione compreso il mitico Muraglione.
Erano tempi in cui prendevo le cose alla larga, molto alla larga, per cui il mio itinerario Lugano – Bagnocavallo prevedeva tappa a Livorno per una serata con amici, incontro la mattina successiva ad Arezzo con i 2 amici che arrivavano da Roma, giretto per le colline toscane, qualche passo per scaldarci ed arrivo a Bagnocavallo.
Il giorno successivo è il grande giorno, si fa il Muraglione, io inizio ad agitarmi tanto è vero che 2 volte cado dalla moto praticamene da ferma, voglio quasi rinunciare, ma gli altri mi incitano a risalire sulla moto e ad andare avanti. Bisogna dire che il passo in questione l’avevo già fatto l’anno prima in auto ed arrivata quasi in fondo mi veniva da vomitare tante erano le curve!
Insomma partiamo, facciamo qualche passo prima, non ricordo quali, per trovarci dalla parte toscana del Muraglione, io agitata o sovrappensiero ogni tanto sbaglio strada e immancabilmente arriva la telefonata: “artois ma do’ azzo sei?”. All’ennesima telefonata mi viene detto: “Siamo poco più avanti, fermi ad un bar, ci vedi di sicuro, poi tutti assieme saliamo al Muraglione”.
Io sto “di sicuro” devo ancora capirlo, perché mi faccio vari paesini cercando un gruppo di motociclisti fermi, ma non vedo nessuno e quindi arrivo all’inizio della salita, imprecando perché certa che non mi abbiano aspettato e grondante di sudore per l’agitazione prima ancora di iniziare, mi dico che devo farcela, anche se da sola!
Devo qui fare una premessa, andavo in moto da meno di 2 anni di cui uno con una piccola 125 custom, e da meno di un anno avevo la Fazer, è vero che avevo fatto qualche settimana prima un corso di guida sicura a Magione, ma ero ancora un po’ insicura nella mia guida, da qui i miei timori per fare cotanto passo da sola.
Ma eccomi davanti alla salita, devo andare, parto, la salita è quasi una sofferenza, mi superano decine di moto, ne incrocio altrettante di pazzi che scendono invadendo la mia corsia, impreco dentro al casco, sono agitata, ma vado avanti imperterrita e finalmente arrivo in cima!
Che stupenda sensazione! La cima è piena di motociclisti, cerco i miei amici, nessuna traccia, mi fermo ed arriva l’immancabile telefonata: “artois ma do’ azzo sei? Sei sfrecciata davanti al bar dove siamo, senza degnarci di uno sguardo!”. Ed io gonfia di orgoglio rispondo:”Ma io sono già in cima, sbrigatevi lumaconi!”. Ah che soddisfazione!
In quei giorni abbiamo rifatto il Muraglione almeno altre due volte, salendo da una parte o dall’altra ed ormai mi sentivo una veterana!
Ah che bei ricordi e grazie alle vostre foto che mi ci hanno fatto pensare.
artois