donylux
15/09/2008, 12:59
Bene, dopo il w-e in cui l'ho “rubata” a mio suocero, eccovi le mie prime impressioni di guida della MiTo 1400 Turbo benzina.
Che dire: un giocattolone pazzesco!
In modalità “Dynamic” (sul tunnel centrale c'é un levetta attraverso la quale si possono selezionare tre impostazioni di guida, appunto “Dynamic, Normal e All Weather”, riguardanti sia l'erogazione della potenza che l'intervento dei sistemi di controllo elettronico della vettura) la sensazione di spinta della vettura è veramente da togliere il fiato, complice anche la rapportatura piuttosto corta e ravvicinata (ha sei marce, di cui l'ultima propriamente dedicata alla marcia autostradale e le prime cinque distribuite nell'arco solitamente coperto dalle prime quattro in un cambio a cinque rapporti).
Con la turbina alla sua massima efficienza in funzione delle prestazioni (propria della modalità “Dynamic”) il propulsore si toglie d'impaccio con sorprendente rapidità da sotto i 2000 rpm, e appena scavalcata questa soglia comincia subito a spingere forte e guadagnare giri in modo fulmineo, specialmente nelle prime tre marce. In prima è facilissimo incocciare violentemente nel limitatore, posto a circa 6500, ed evitarlo senza cambiare troppo anticipatamente richiede perizia. In seconda e in terza lo spessore della progressione continua a sorprendere anche dopo numerosi sprint (diciamocelo: per godersi la cosa ci si ritrova ben presto a giocare inutilmente con l'acceleratore), in particolare per il transito sui 4000 rpm, che non esiterei a definire furioso. Il che rimane vero anche in quarta, ma qui le velocità in gioco cominciano a diventare davvero ingenti.
In quinta la spinta si ingentilisce, per diventare già quasi morbida anche se comunque consistente, mentre si fa assolutamente non bellicosa in sesta, con la quale riprendere da 2000 o giù di lì può risultare una sofferenza, perché la soddisfazione di sentire il piccolo 1400 benz recuperare con lo spessore di un turbodiesel a pari regime (termine di paragone la mia 147 1.9 jtd 115 cv) non compensa il divario con la vivacità che si prova nelle marce più basse, specie dalla quarta in giù. Motivo per cui viene presto spontaneo usare la sesta solo per la marcia a velocità costante, e scalare due o tre marce per qualsiasi “necessità” di ripresa (con buona pace dei consumi e del portafoglio...).
Il comando del cambio è da lode, preciso, veloce, silenzioso, leva corta e movimenti brevi; innesti sempre precisissimi (anche togliendo dalla sesta alla seconda in colpo solo...) eppure morbidi sia nel suono che nella sensazione al polso.
Lo sterzo è fantastico, l'electric city steering entra in funzione automaticamente da fermo e alle velocità pedonali, consentendo una sterzata completa con il solo uso di un dito, senza sforzo alcuno (e le gomme sono 215/45 – 17!!), ma si indurisce e “sportivizza” appena superati i 15-20 kmh, garantendo feeling, precisione e grande intuitività, grazie anche al rapporto di sterzo molto diretto, quasi da rally. Raggio di sterzata molto contenuto (anche su questo MiTo – 147 1 a 0).
Le sospensioni restituiscono ottime sensazioni (c'é da verificare la tenuta alla distanza, specie con un uso anche solo episodicamente sportivo, cosa in cui Alfa e in generale gruppo Fiat un tantino peccano), ossia rigidità e tenacia, assetto piatto (l'auto si sposta a destra e sinistra nei cambi di corsia in modo fulmineo e senza accenno di rollio), grande controllo anche se messe alla frusta, eppure un assorbimento delle asperità che con la ben più paciosa 147 (seppur afflitta dai quasi 100kkm senza interventi al reparto) mi sogno.
I freni sono l'unico reparto che non offre sensazioni così nitide e coinvolgenti: mordono bene, non c'é dubbio, e garantiscono grande modulabilità, complice un controllo ABS finalmente perfetto, che rende impossibile bloccare anche solo per un istante anche pestando senza ritegno, senza restituire contraccolpi o eccessive vibrazioni al pedale. Ma me li aspettavo più tenaci sia nell'attacco (forse smorzato volutamente per salvaguardare il naso dei passeggeri) che nella tenuta al fading, che invece si fa inaspettatamente sentire dopo sessioni di stress tutt'altro che prolungate (forse manca un po' di rodaggio?).
A livello dinamico l'auto rimane perfettamente neutra finché la guida è contenuta nei limiti dell'andatura spigliata e impegnata, limitando gli eccessi e le volute “provocazioni”. In queste condizioni l'assetto sembra imperturbabile, e ingresso e percorrenza avvengono in modo fulmineo eppure naturale allo stesso tempo.
Spingendo oltre emerge una tendenza sottosterzante, non fastidiosa e comunque progressiva e ben avvisata, facilmente convertibile in sovrasterzi ben controllati (fin troppo, vien da dire) con repentini trasferimenti di carico sull'anteriore, attraverso il rilascio dell'acceleratore o una toccata di freni. Anche in queste situazioni il rollio rimane contenuto.
Insomma, se non si è capito, mi è piaciuta un tot!
Che dire: un giocattolone pazzesco!
In modalità “Dynamic” (sul tunnel centrale c'é un levetta attraverso la quale si possono selezionare tre impostazioni di guida, appunto “Dynamic, Normal e All Weather”, riguardanti sia l'erogazione della potenza che l'intervento dei sistemi di controllo elettronico della vettura) la sensazione di spinta della vettura è veramente da togliere il fiato, complice anche la rapportatura piuttosto corta e ravvicinata (ha sei marce, di cui l'ultima propriamente dedicata alla marcia autostradale e le prime cinque distribuite nell'arco solitamente coperto dalle prime quattro in un cambio a cinque rapporti).
Con la turbina alla sua massima efficienza in funzione delle prestazioni (propria della modalità “Dynamic”) il propulsore si toglie d'impaccio con sorprendente rapidità da sotto i 2000 rpm, e appena scavalcata questa soglia comincia subito a spingere forte e guadagnare giri in modo fulmineo, specialmente nelle prime tre marce. In prima è facilissimo incocciare violentemente nel limitatore, posto a circa 6500, ed evitarlo senza cambiare troppo anticipatamente richiede perizia. In seconda e in terza lo spessore della progressione continua a sorprendere anche dopo numerosi sprint (diciamocelo: per godersi la cosa ci si ritrova ben presto a giocare inutilmente con l'acceleratore), in particolare per il transito sui 4000 rpm, che non esiterei a definire furioso. Il che rimane vero anche in quarta, ma qui le velocità in gioco cominciano a diventare davvero ingenti.
In quinta la spinta si ingentilisce, per diventare già quasi morbida anche se comunque consistente, mentre si fa assolutamente non bellicosa in sesta, con la quale riprendere da 2000 o giù di lì può risultare una sofferenza, perché la soddisfazione di sentire il piccolo 1400 benz recuperare con lo spessore di un turbodiesel a pari regime (termine di paragone la mia 147 1.9 jtd 115 cv) non compensa il divario con la vivacità che si prova nelle marce più basse, specie dalla quarta in giù. Motivo per cui viene presto spontaneo usare la sesta solo per la marcia a velocità costante, e scalare due o tre marce per qualsiasi “necessità” di ripresa (con buona pace dei consumi e del portafoglio...).
Il comando del cambio è da lode, preciso, veloce, silenzioso, leva corta e movimenti brevi; innesti sempre precisissimi (anche togliendo dalla sesta alla seconda in colpo solo...) eppure morbidi sia nel suono che nella sensazione al polso.
Lo sterzo è fantastico, l'electric city steering entra in funzione automaticamente da fermo e alle velocità pedonali, consentendo una sterzata completa con il solo uso di un dito, senza sforzo alcuno (e le gomme sono 215/45 – 17!!), ma si indurisce e “sportivizza” appena superati i 15-20 kmh, garantendo feeling, precisione e grande intuitività, grazie anche al rapporto di sterzo molto diretto, quasi da rally. Raggio di sterzata molto contenuto (anche su questo MiTo – 147 1 a 0).
Le sospensioni restituiscono ottime sensazioni (c'é da verificare la tenuta alla distanza, specie con un uso anche solo episodicamente sportivo, cosa in cui Alfa e in generale gruppo Fiat un tantino peccano), ossia rigidità e tenacia, assetto piatto (l'auto si sposta a destra e sinistra nei cambi di corsia in modo fulmineo e senza accenno di rollio), grande controllo anche se messe alla frusta, eppure un assorbimento delle asperità che con la ben più paciosa 147 (seppur afflitta dai quasi 100kkm senza interventi al reparto) mi sogno.
I freni sono l'unico reparto che non offre sensazioni così nitide e coinvolgenti: mordono bene, non c'é dubbio, e garantiscono grande modulabilità, complice un controllo ABS finalmente perfetto, che rende impossibile bloccare anche solo per un istante anche pestando senza ritegno, senza restituire contraccolpi o eccessive vibrazioni al pedale. Ma me li aspettavo più tenaci sia nell'attacco (forse smorzato volutamente per salvaguardare il naso dei passeggeri) che nella tenuta al fading, che invece si fa inaspettatamente sentire dopo sessioni di stress tutt'altro che prolungate (forse manca un po' di rodaggio?).
A livello dinamico l'auto rimane perfettamente neutra finché la guida è contenuta nei limiti dell'andatura spigliata e impegnata, limitando gli eccessi e le volute “provocazioni”. In queste condizioni l'assetto sembra imperturbabile, e ingresso e percorrenza avvengono in modo fulmineo eppure naturale allo stesso tempo.
Spingendo oltre emerge una tendenza sottosterzante, non fastidiosa e comunque progressiva e ben avvisata, facilmente convertibile in sovrasterzi ben controllati (fin troppo, vien da dire) con repentini trasferimenti di carico sull'anteriore, attraverso il rilascio dell'acceleratore o una toccata di freni. Anche in queste situazioni il rollio rimane contenuto.
Insomma, se non si è capito, mi è piaciuta un tot!