Mupo
22/08/2012, 13:49
Descrizione semiseria di come si puo affrontare.......nella maniera sbagliata, una vacanza in sella alle nostre amate due ruote.
SUPERSPORTIVE E DOLORI ARTICOLARI
Iniziamo dai biker più comuni: coloro che si comprano una supersportiva, moto creata per l'utilizzo in pista, e poi non solo la usano solo su strada, ma ci vanno anche in vacanza! Insomma, una sorta di tortura, roba da fachiri, visto che si è costretti (soprattutto se dotati di una statura importante) a contorsionismi non indifferenti. Ginocchia chiuse, selle prive di imbottitura, semimanubri così chiusi e bassi che i palmi delle mani diventano rossi a fine giornata, schiena piegata in avanti e collo verso l'alto. Oggetti bellissimi, per l'amore del cielo, ma è come sedersi su uno sgabello in alluminio zigrinato! Caricare la moto è difficilissimo, eppure il “supersportivo” ci riesce. Zainetti da campeggio stracarichi sulle spalle (che dopo 100 Km hai le stesse spalle di Yuri Chechi), borsa da serbatoio piena all'inverosimile che ti ci puoi appoggiare sopra se ti viene il colpo di sonno... senza contare le invenzioni per i codoni: zaini che si usavano alle scuole medie legati con il ragno con le ciabatte infilate nella zip inferiore, fino all'irrinunciabile griglia da barbecue utilizzata per legare le scarpe e successivamente... fare la grigliata! Massimo rispetto per il supersportivo dunque, che quando deve fare benzina si esibisce in posizioni aerobiche e di stiracchiamento come nessuno! Le passeggere? Sono letteralmente “appese” su degli strapuntini e solitamente portano lo zaino. “Amore, non c'è spazio tra me e te, come faccio a portarlo io?”, è la scusa più comune. Bisogna però dirlo, la sicurezza è insita, visto che non rinuncia alla tuta in pelle con le saponette strisciate nemmeno se lo paghi... I supersportivi hanno la benzina nel sangue!
CUSTOM E REUMATISMI
Ci sono poi i customisti! Questa categoria è capace a viaggiare anche in posizioni pazzesche; a loro, l'aerodinamica fa un baffo! Manubri apertissimi (beach bar) o altissimi (ape hanger), gambe stese a raggiungere le pedane che nemmeno sul lettino in piscina... e poi ci sono le pedane aggiuntive, quelle montate sulle protezioni che fanno spalancare talmente tanto le gambe che ti permettono di imitare la “V” del tuo caro motore. Ti fa sentire tutt'uno con la moto, ma se hai i pantaloncini alle ginocchia almeno permette di raffreddare... l'inguine. Le sospensioni al posteriore non esistono, di regolazioni neanche a parlarne. Il customista è un duro, lui non sente le vibrazioni e le buche, va a 130 Km/h anche se si gonfia come una vela, ha il casco aperto perchè deve mettere gli occhiali da sole, ha gli anelli alle mani dove i moscerini si polverizzano come latte liofilizzato, ha la t-shirt degli AC/DC con il gilet in pelle, i jeans con gli stivali, il portafogli con la catena con la quale lega la moto al palo e ha una bandana che funge da: protezione collo, sottocasco... e telo mare! Quanto ai bagagli, sfruttano solitamente le borse laterali, gonfiate all'inverosimile e “in piega” sono dotate di borchie per non consumarsi con l'asfalto ed effettuare coreografiche scintille! La sicurezza per il customista è un optional, più è scoperto e meglio sta... ma in favore di questo, va detto che ha velocità bassissime per godersi l'aria in faccia... Lui è “Born to be wild”!
ENDURO E OTTURAZIONI
Altri che appartengono ai “viaggi impossibili”, sono gli enduristi. Loro amano il tassello e odiano il bitume! La loro moto è rigorosamente tassellata. I viaggiatori, solitamente utilizzano le dual sport, perchè le enduro estreme non reggerebbero chilometri di trasferta su asfalto. Sono i migliori amici dei dentisti, visto che tra le vibrazioni del mono e le gomme tassellate, costringono i denti a battere come se ci fossero -20°C. Per legare i bagagli alla moto sono dei veri e propri fenomeni. Alcuni amano talmente tanto il nastro americano (loro lo utilizzano per tutto, anche per chiudersi gli stivali e impermeabilizzarli) che legano le borse con questo sul codone! Hanno il camelback per bere e poco importa se con un pieno ci fanno 100 Km, non li ferma nessuno. Moto, come l'abbigliamento, sono coloratissimi, il casco è quello con la mentoniera lunga e la visiera, con tanto di occhialoni. Li riconosci perchè per passare da una parte all'altra dell'autogrill passano sugli spartitraffico. I più bravi riescono anche ad incastrarsi con la coppa. Viaggiano però sempre protetti, bisogna dirlo, e spesso e volentieri hanno delle cartine geografiche talmente dettagliate che nemmeno i militari utilizzano. Gli enduristi, “odorano di... Africa”.
MOTARDISTI: L'EVOLUZIONE DELL'ENDURO
Categoria simile a quella degli enduristi, ma più evoluta, è quella dei motardisti. Anche loro sono amici dei dentisti, ma utilizzano ruote e freni da moto da strada. La categoria è praticamente la stessa. Vestono con giacche in cordura e pantaloni in pelle sotto, mentre quelli di derivazione superportiva, hanno la tuta in pelle intera. Gli stivali pesano dai 6 ai 7 chili il paio e scricchiolano come la porta di una Bianchina. Sono la New Generation dei motociclisti e la loro missione è lasciare virgole nere in ogni angolo della terra, come a dire: “Di qui, sono passato io”. Odiano le strade dritte e se devono andare da “A” a “B” per un tragitto totale di 350 Km, loro sono capaci di effettuarne il doppio su stradine sconosciute anche dai partigiani. Soffrono di dolore alle terga a causa dell'imbottitura assente della sella. C'è poi una categoria ancora più evoluta, quella dei motardisti bicilindrici: motori più potenti, sella leggermente più larga ma cementata e conto in banca in contatto 24h su 24h con il benzinaio! I migliori amici dei gommisti, i motardisti vedono la vita su una ruota, sì, perchè l'anteriore fa 15.000 Km, la posteriore 3.000!
I VESPISTI:
innanzitutto hanno molto tempo. I loro viaggi durano mesi, partono appena dopo Pasqua per arrivare a Ferragosto al mare. Il tragitto è di circa 200 km al massimo ma devono prevedere le varie soste caffè per evitare di addormentarsi, i rifornimenti( che durano circa un paio di orette perchè dopo i 5 € di verde devono aggiungere l' olio per la miscela e devono tenere in considerazione la carburazione, quindi termometro e igrometro alla mano per un giusto rapporto di temperatura e umidità dell' aria, tabelle di conversione e calcolatrice per capire se ci va il 2,0078 o l' 1.98997 % di olio, ampolla rigorosamente in vetro soffiato di Murano nella teca di Rovere rifrodrata di seta rossa. Mentre giocano al piccolo chimico la loro zavorrina è stesa sulla panca del distributore con capellino Panama bianco a pois rossi a prendere il sole), e naturalmete la rottura di un qualcosa che.. "cara mi devo fermare per controllare sto rumorino..." e li trovi lungo la strada con la Vespa appogiata al materassino gonfiabile e i pezzi del motore sparpagliato su tutta la carregiata e loro che vanno avanti e indietro claudicanti e meditativi come il Dr House.
Nel bagaglio del vespista non deve MAI mancare:
- ruota di scorta dietro allo scudo ricoperta di fintapella bicolor, con trousse porta atrezzi farcita di tre candele, due chiavi per candele, cartavetrata, lampadine che neanche nella scatola degli adobbi natalizzi ce ne sono tante, filo della frizione, fascie elastiche di varie misure, bobine, una biella e... neanche un cacciavite!
- portafiori anteriore con baule di 1/2 merto cubo tarocco Luigi Vitone con la roba della compagna, addornato dalla fascia del club vespista di turno in bella vista.
-bagagliera posteriore con ombrellone, due letini pieghevoli, tenda Quecha 2 seconds da 6 posti ( avete presente la parabola sopra il tetto della sede RAI?), fornelletto da campo e la batteria di pentole al completo.
- in mezzo alla gambe fiaschetta di vino da 10 lt.
Il pilota non ha protezioni di nessun genere ma gira con quattro paia di mutande, tre di calzini, dodici tra polo e t-shirt, costumi, bermuda a quardi, un paio di jeans, e mocassino, ma poichè non c'è spazio per il suo bagaglio va tutto rigorosamente indossato.
SUPERSPORTIVE E DOLORI ARTICOLARI
Iniziamo dai biker più comuni: coloro che si comprano una supersportiva, moto creata per l'utilizzo in pista, e poi non solo la usano solo su strada, ma ci vanno anche in vacanza! Insomma, una sorta di tortura, roba da fachiri, visto che si è costretti (soprattutto se dotati di una statura importante) a contorsionismi non indifferenti. Ginocchia chiuse, selle prive di imbottitura, semimanubri così chiusi e bassi che i palmi delle mani diventano rossi a fine giornata, schiena piegata in avanti e collo verso l'alto. Oggetti bellissimi, per l'amore del cielo, ma è come sedersi su uno sgabello in alluminio zigrinato! Caricare la moto è difficilissimo, eppure il “supersportivo” ci riesce. Zainetti da campeggio stracarichi sulle spalle (che dopo 100 Km hai le stesse spalle di Yuri Chechi), borsa da serbatoio piena all'inverosimile che ti ci puoi appoggiare sopra se ti viene il colpo di sonno... senza contare le invenzioni per i codoni: zaini che si usavano alle scuole medie legati con il ragno con le ciabatte infilate nella zip inferiore, fino all'irrinunciabile griglia da barbecue utilizzata per legare le scarpe e successivamente... fare la grigliata! Massimo rispetto per il supersportivo dunque, che quando deve fare benzina si esibisce in posizioni aerobiche e di stiracchiamento come nessuno! Le passeggere? Sono letteralmente “appese” su degli strapuntini e solitamente portano lo zaino. “Amore, non c'è spazio tra me e te, come faccio a portarlo io?”, è la scusa più comune. Bisogna però dirlo, la sicurezza è insita, visto che non rinuncia alla tuta in pelle con le saponette strisciate nemmeno se lo paghi... I supersportivi hanno la benzina nel sangue!
CUSTOM E REUMATISMI
Ci sono poi i customisti! Questa categoria è capace a viaggiare anche in posizioni pazzesche; a loro, l'aerodinamica fa un baffo! Manubri apertissimi (beach bar) o altissimi (ape hanger), gambe stese a raggiungere le pedane che nemmeno sul lettino in piscina... e poi ci sono le pedane aggiuntive, quelle montate sulle protezioni che fanno spalancare talmente tanto le gambe che ti permettono di imitare la “V” del tuo caro motore. Ti fa sentire tutt'uno con la moto, ma se hai i pantaloncini alle ginocchia almeno permette di raffreddare... l'inguine. Le sospensioni al posteriore non esistono, di regolazioni neanche a parlarne. Il customista è un duro, lui non sente le vibrazioni e le buche, va a 130 Km/h anche se si gonfia come una vela, ha il casco aperto perchè deve mettere gli occhiali da sole, ha gli anelli alle mani dove i moscerini si polverizzano come latte liofilizzato, ha la t-shirt degli AC/DC con il gilet in pelle, i jeans con gli stivali, il portafogli con la catena con la quale lega la moto al palo e ha una bandana che funge da: protezione collo, sottocasco... e telo mare! Quanto ai bagagli, sfruttano solitamente le borse laterali, gonfiate all'inverosimile e “in piega” sono dotate di borchie per non consumarsi con l'asfalto ed effettuare coreografiche scintille! La sicurezza per il customista è un optional, più è scoperto e meglio sta... ma in favore di questo, va detto che ha velocità bassissime per godersi l'aria in faccia... Lui è “Born to be wild”!
ENDURO E OTTURAZIONI
Altri che appartengono ai “viaggi impossibili”, sono gli enduristi. Loro amano il tassello e odiano il bitume! La loro moto è rigorosamente tassellata. I viaggiatori, solitamente utilizzano le dual sport, perchè le enduro estreme non reggerebbero chilometri di trasferta su asfalto. Sono i migliori amici dei dentisti, visto che tra le vibrazioni del mono e le gomme tassellate, costringono i denti a battere come se ci fossero -20°C. Per legare i bagagli alla moto sono dei veri e propri fenomeni. Alcuni amano talmente tanto il nastro americano (loro lo utilizzano per tutto, anche per chiudersi gli stivali e impermeabilizzarli) che legano le borse con questo sul codone! Hanno il camelback per bere e poco importa se con un pieno ci fanno 100 Km, non li ferma nessuno. Moto, come l'abbigliamento, sono coloratissimi, il casco è quello con la mentoniera lunga e la visiera, con tanto di occhialoni. Li riconosci perchè per passare da una parte all'altra dell'autogrill passano sugli spartitraffico. I più bravi riescono anche ad incastrarsi con la coppa. Viaggiano però sempre protetti, bisogna dirlo, e spesso e volentieri hanno delle cartine geografiche talmente dettagliate che nemmeno i militari utilizzano. Gli enduristi, “odorano di... Africa”.
MOTARDISTI: L'EVOLUZIONE DELL'ENDURO
Categoria simile a quella degli enduristi, ma più evoluta, è quella dei motardisti. Anche loro sono amici dei dentisti, ma utilizzano ruote e freni da moto da strada. La categoria è praticamente la stessa. Vestono con giacche in cordura e pantaloni in pelle sotto, mentre quelli di derivazione superportiva, hanno la tuta in pelle intera. Gli stivali pesano dai 6 ai 7 chili il paio e scricchiolano come la porta di una Bianchina. Sono la New Generation dei motociclisti e la loro missione è lasciare virgole nere in ogni angolo della terra, come a dire: “Di qui, sono passato io”. Odiano le strade dritte e se devono andare da “A” a “B” per un tragitto totale di 350 Km, loro sono capaci di effettuarne il doppio su stradine sconosciute anche dai partigiani. Soffrono di dolore alle terga a causa dell'imbottitura assente della sella. C'è poi una categoria ancora più evoluta, quella dei motardisti bicilindrici: motori più potenti, sella leggermente più larga ma cementata e conto in banca in contatto 24h su 24h con il benzinaio! I migliori amici dei gommisti, i motardisti vedono la vita su una ruota, sì, perchè l'anteriore fa 15.000 Km, la posteriore 3.000!
I VESPISTI:
innanzitutto hanno molto tempo. I loro viaggi durano mesi, partono appena dopo Pasqua per arrivare a Ferragosto al mare. Il tragitto è di circa 200 km al massimo ma devono prevedere le varie soste caffè per evitare di addormentarsi, i rifornimenti( che durano circa un paio di orette perchè dopo i 5 € di verde devono aggiungere l' olio per la miscela e devono tenere in considerazione la carburazione, quindi termometro e igrometro alla mano per un giusto rapporto di temperatura e umidità dell' aria, tabelle di conversione e calcolatrice per capire se ci va il 2,0078 o l' 1.98997 % di olio, ampolla rigorosamente in vetro soffiato di Murano nella teca di Rovere rifrodrata di seta rossa. Mentre giocano al piccolo chimico la loro zavorrina è stesa sulla panca del distributore con capellino Panama bianco a pois rossi a prendere il sole), e naturalmete la rottura di un qualcosa che.. "cara mi devo fermare per controllare sto rumorino..." e li trovi lungo la strada con la Vespa appogiata al materassino gonfiabile e i pezzi del motore sparpagliato su tutta la carregiata e loro che vanno avanti e indietro claudicanti e meditativi come il Dr House.
Nel bagaglio del vespista non deve MAI mancare:
- ruota di scorta dietro allo scudo ricoperta di fintapella bicolor, con trousse porta atrezzi farcita di tre candele, due chiavi per candele, cartavetrata, lampadine che neanche nella scatola degli adobbi natalizzi ce ne sono tante, filo della frizione, fascie elastiche di varie misure, bobine, una biella e... neanche un cacciavite!
- portafiori anteriore con baule di 1/2 merto cubo tarocco Luigi Vitone con la roba della compagna, addornato dalla fascia del club vespista di turno in bella vista.
-bagagliera posteriore con ombrellone, due letini pieghevoli, tenda Quecha 2 seconds da 6 posti ( avete presente la parabola sopra il tetto della sede RAI?), fornelletto da campo e la batteria di pentole al completo.
- in mezzo alla gambe fiaschetta di vino da 10 lt.
Il pilota non ha protezioni di nessun genere ma gira con quattro paia di mutande, tre di calzini, dodici tra polo e t-shirt, costumi, bermuda a quardi, un paio di jeans, e mocassino, ma poichè non c'è spazio per il suo bagaglio va tutto rigorosamente indossato.