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Visualizza Versione Completa : 1a bocciatura per il redditometro



kimiko
22/02/2013, 11:32
et voilà....ora comincia il balletto su quest'altra genialata

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/02/22/news/fisco_bocciato_i_lredditometro-53153832/

Italianblu
22/02/2013, 12:41
Ho chiesto di spostare in 'Parole in Libertà' o in 'Sfoghi e Confronti', qui di solito si parla solo di questioni relative al codice della strada e dintorni, e poi in quelle sezioni la notizia (tra l'altro gustosissima) avrà più visibilità :wink:

giorgio61
22/02/2013, 14:33
Ma perchè lo stato dovrebbe sapere come spediamo il nostro reddito.
Il reddito non è quello che ci rimane al netto delle tasse?
Cosa vogliono ancora?
Fortuna che viviamo in un paese democratico :shock:

Comunque questo controllo esiste da 15 anni e solo adesso si parla di farne una legge. Come dire che fino ad ora era illegale?

Ufo
22/02/2013, 14:44
Partendo dal presupposto che non ho nulla da nascondere (quindi redditest o non redditest, me ne fotte beneamata sega), non posso dare torto al pensionato e/o al giudice per la sentenza. In effetti se lo Stato NON è in grado di controllare e supervisionare i propri contribuenti, non vedo perchè debba essere il cittadino a fornire la prova delle sue spese per dimostrare di essere in regola con la propria dichiarazione dei redditi e quindi sbadierare ai 4 venti ciò che fa con i propri soldi.

katana
22/02/2013, 15:20
non è proprio così, sintetizzando e semplificando: l'AdE ti accerta sulla base dei dati delle tue spese in suo possesso, prima xò ti invita al contraddittorio affinchè il contribuente possa dimostrare che l'AdE si sbaglia in quanto non ha considerato che determinate spese sono state fatte (o non sono state fatte) con fonti di provenienza non sottoposta a tassazione.

Italianblu
22/02/2013, 15:42
In attesa che qualcuno sposti (se lo riterrà opportuno).

Forse qualcuno l'articolo non l'ha letto per intero.
La sentenza ha accolto la domanda non solo e non tanto perchè lo strumento del redditometro è stato considerato invasivo rispetto alla privacy del cittadino, ma soprattutto perchè l'estrema ampiezza delle suddivisioni territoriali delle tipologie di spesa (solo 5 macroaree su tutto il territorio nazionale) non consente di tenere conto di quella che è invece l'elevata diversità di tali tipologie sul territorio.
In altri termini - spiega il giudice così come riportato nell'articolo - la tipologia di spesa varia non solo da provincia a provincia o da città a città, ma persino da un quartiere all'altro della stessa città.
Non si può ragionevolmente pretendere di tipizzare i 'modelli di spesa' in sole 5 categorie territoriali in un Paese di 60 mln di abitanti e non creare sperequazioni ........ :roll: