Dagasse
09/04/2015, 20:51
L’inverno è (pare) alle spalle, c’è un gran bisogno di rinascere, e come usignoleggiava Alberto Rabagliati tre quarti di secolo fa “E’ primaveraaa...svegliatevi bambineeee”. In questo caso le bambine sono mezzi meccanici a due ruote, più o meno cavallati, più o meno stradali, più o meno i nostri amori di viaggio, più o meno.
Il risveglio dal letargo porta anche a fare strada con amici smarriti per le strade della vita, strade spesso ridotte peggio delle nostre turisticamente perfette strade secondarie, in un paese dove anche le primarie son ridotte un colabrodo.
Si sente la primavera, o forse il bisogno di lei, che regala i tempi lunghi, ore e ore di sole, di luce, un periodo buono per guardare lontano, nello spazio e nella mente. E allora eccoci alla ricerca di un punto d’osservazione, godendo del viaggio per raggiungerlo e da dove poter far viaggiare l’istinto una volta trovato. Fortuna vuole che nel centro Italia di punti “strategici” così ce ne sono a sfinirsi.
Dando una rapida occhiata on line ne rintraccio alcuni non lontani da casa, perfetti per farci girare la testa per un po’, divisi in due microtour fatti a distanza di pochi giorni e durante i quali ci siamo goduti una visita in Val Marecchia prima e in Valtiberina poi.
Si parte con calma serafica, con l’imperativo “no furia, no stress”. Ci dondoliamo sulla Consuma e sullo Spino, anche se il dondolamento, oltre che laterale (piacevole), avviene anche in senso verticale (parecchio meno piacevole) nel tratto che da Bibbiena ci porta a Chiusi della Verna, grazie ad un asfalto molto somigliante alla pelle di uno Shar-Pei!
Un primo ringraziamento alla strommina è d’obbligo.
Di tratti “rimbalzosi” ne troveremo parecchi in giornata. Pure la salita da Pieve S.Stefano verso il Viamaggio non è da meno. Una volta raggiunto il passo scendiamo la val Marecchia fino a Badia Tedalda e ci abbandoniamo sulle amatissime strade secondarie in direzione Sestino. La strada è bella, non perfetta, ma molto panoramica. Facciamo un piacevole incontro con un bel gruppetto di caprioli, intenti a banchettare in un tratto scosceso. Moto spente, li sbirciamo mentre si danno alla fuga. Svalichiamo con sommo gaudio il valico di S.Cristoforo gustandoci le prime vedute sul Sasso Simone e Simoncello e, attenti al brecciolino dilagante, raggiungiamo un bivio prima di Sestino prendendo a sinistra per risalire il passo della Petrella.
La strada, impennandosi, diventa via via più stretta, come fosse uno stradello vicinale mentre invece è “solo” una provinciale. Guadagnando rapidamente quota la vista gode e parecchio. La guida non altrettanto, ma ci interessa il giusto visto che il lento incedere e i tanti scorci vanno d’accordo con l’imperativo “no furia, no stress”.
Un po’ di stress lo regala un tratto di strada che da tempo (tanto) reclama una bella spalmata di bitume. Qui buche e brecciolino si sprecano e ringrazio immensamente il setup morbido e la corsa lunga delle sospensioni della strommina. E due!
Ci siamo. La prima meta di giornata è raggiunta: Castel di Bascio, uno dei primi feudi dei Carpegna.
https://lh4.googleusercontent.com/-UEekBhHTbM8/VSTI6_08IFI/AAAAAAAAJOU/xioIIysBkRc/s512/RIMG1260.JPG
Sul punto più alto del promontorio svetta la torre, restaurata e bellissima, ai piedi della quale sono “stesi” alcuni tappeti di ceramica, il “giardino pietrificato” voluto da Tonino Guerra per il proprio museo diffuso. I tappeti, purtroppo molto rovinati, sono dedicati a personaggi del passato che qui hanno soggiornato o sono stati di passaggio. Dai piedi della torre il colpo d’occhio verso il Sasso Simone è stupendo.
https://lh6.googleusercontent.com/-liabjcIpXlc/VSTI7xa2JeI/AAAAAAAAJOw/m17aCFzEs4E/s512/RIMG1263.JPG
Talmente stupendo che regala parecchio ma parecchio relax…(panchina me provochi? e io ce dormo!)
https://lh5.googleusercontent.com/-nayfcGZpHTA/VSTI8Wv3vlI/AAAAAAAAJO0/Vfi0b9nAOjo/s640/RIMG1264.JPG
https://lh6.googleusercontent.com/-a2kJa3Q2oU0/VSTI872OVUI/AAAAAAAAJO8/9hAhBdnTIU4/s512/RIMG1265.JPG
https://lh5.googleusercontent.com/-zUwWq36vtbE/VSTI7tHC_KI/AAAAAAAAJOk/j4hxViGzVfQ/s640/RIMG1262.JPG
Legna da ardere o stupenda composizione?
https://lh5.googleusercontent.com/-3AKMsUninLM/VSTI68KVYVI/AAAAAAAAJOc/XYraeL0o-94/s640/RIMG1261.JPG
Ripartiamo, anche se luce e temperatura ci consiglierebbero di prolungare la piacevolissima sosta. Scendiamo nuovamente in val Marecchia, in cerca di un rabbocco di benza che fatichiamo a trovare.
“Ma co’ i’ che vanno da queste parti? A metano autoprodotto?!?!”. A rabbocco effettuato si inizia a rientrare, puntando verso il monte Fumaiolo, giusto giusto per fare una visita a Casteldelci, altro borgo arroccato su di un cucuzzolo, tirato su in antichità per i soliti motivi di sicurezza e sopravvivenza e diventato in era moderna una bella terrazza panoramica per turisti sornioni come i sottoscritti.
https://lh5.googleusercontent.com/-_EZ3GcAtvIQ/VSTI9VqHuvI/AAAAAAAAJPI/HFqFZN3hb9Y/s512/RIMG1267.JPG
https://lh5.googleusercontent.com/-Ge_J9DNuFnE/VSTI9yAVyPI/AAAAAAAAJPE/Uake53e6uwc/s512/RIMG1268.JPG
https://lh5.googleusercontent.com/-K8qR42HG7oQ/VSTI-HHsIYI/AAAAAAAAJPc/o6pzCP5ZA2c/s640/RIMG1269.JPG
Questi splendidi posti sono stati scenario di parte delle tante atrocità vissute durante la II° guerra mondiale da parte della popolazione, fatte di sanguinosi rastrellamenti da parte nazista. A ricordo di tanta crudeltà e sofferenza è stato creato il “parco della rimembranza (http://www.lavalmarecchia.it/visita/casteldelci/la-grande-rosa-parco-della-rimembranza.html)”, posto ai piedi del borgo, dove fa bella mostra di se una grande rosa in ferro battuto, dedicata ai morti di tutte le guerre. Il poco tempo a disposizione ci ha fatto saltare la visita. Davvero un peccato. Sarà uno dei motivi principali per rifare un giro da queste parti. Intanto il borgo vive in pace, e lo si vede anche osservando un appisolato indigeno…
https://lh3.googleusercontent.com/-rNJysRI6g-o/VSTI-zcfMdI/AAAAAAAAJPg/kMjm3JIdRW8/s512/RIMG1271.JPG
Il tempo stringe davvero e di strada da fare per rientrare ce n’è ancora tanta. Praticamente siamo a metà strada e bisogna muoversi. Risaliamo svalicandolo il monte Fumaiolo, dove troviamo un bel freschetto e ancora tanta neve, specie nei tratti poco esposti al sole.
https://lh6.googleusercontent.com/-hlkBi14oMG8/VSTI_O3dZtI/AAAAAAAAJPY/8YR1WKptgfw/s640/RIMG1272.JPG
Dopo la brevissima sosta sul valico ce ne regaliamo un’altra, ancora più breve, a Badia Prataglia, dopo aver fatto i sali scendi dei passi Incisa e Mandrioli, quest’ultimo non proprio messo bene nella parte alta. Di nuovo Consuma, bestemmiando tra i gitanti della domenica impauriti a percorrere le curve ad oltre 32 km. orari. Non sapevo se piangere o ridere mentre li passavo urlandogli a presa di c… “frenaaaa…..frenaaaaaaaaaaaaa”, accidenti a San Ferodo!
Siamo ai titoli di coda di una splendida giornata passata in moto e in buona (e ritrovata) compagnia. Proprio quello che ci voleva per uscire dall’inverno!
Ma si sa, una volta rotto il ghiaccio la voglia aumenta e al benessere non si fa mai l’abitudine. Per cui pronti/via, altro giro a cercar terrazze.
...
Il risveglio dal letargo porta anche a fare strada con amici smarriti per le strade della vita, strade spesso ridotte peggio delle nostre turisticamente perfette strade secondarie, in un paese dove anche le primarie son ridotte un colabrodo.
Si sente la primavera, o forse il bisogno di lei, che regala i tempi lunghi, ore e ore di sole, di luce, un periodo buono per guardare lontano, nello spazio e nella mente. E allora eccoci alla ricerca di un punto d’osservazione, godendo del viaggio per raggiungerlo e da dove poter far viaggiare l’istinto una volta trovato. Fortuna vuole che nel centro Italia di punti “strategici” così ce ne sono a sfinirsi.
Dando una rapida occhiata on line ne rintraccio alcuni non lontani da casa, perfetti per farci girare la testa per un po’, divisi in due microtour fatti a distanza di pochi giorni e durante i quali ci siamo goduti una visita in Val Marecchia prima e in Valtiberina poi.
Si parte con calma serafica, con l’imperativo “no furia, no stress”. Ci dondoliamo sulla Consuma e sullo Spino, anche se il dondolamento, oltre che laterale (piacevole), avviene anche in senso verticale (parecchio meno piacevole) nel tratto che da Bibbiena ci porta a Chiusi della Verna, grazie ad un asfalto molto somigliante alla pelle di uno Shar-Pei!
Un primo ringraziamento alla strommina è d’obbligo.
Di tratti “rimbalzosi” ne troveremo parecchi in giornata. Pure la salita da Pieve S.Stefano verso il Viamaggio non è da meno. Una volta raggiunto il passo scendiamo la val Marecchia fino a Badia Tedalda e ci abbandoniamo sulle amatissime strade secondarie in direzione Sestino. La strada è bella, non perfetta, ma molto panoramica. Facciamo un piacevole incontro con un bel gruppetto di caprioli, intenti a banchettare in un tratto scosceso. Moto spente, li sbirciamo mentre si danno alla fuga. Svalichiamo con sommo gaudio il valico di S.Cristoforo gustandoci le prime vedute sul Sasso Simone e Simoncello e, attenti al brecciolino dilagante, raggiungiamo un bivio prima di Sestino prendendo a sinistra per risalire il passo della Petrella.
La strada, impennandosi, diventa via via più stretta, come fosse uno stradello vicinale mentre invece è “solo” una provinciale. Guadagnando rapidamente quota la vista gode e parecchio. La guida non altrettanto, ma ci interessa il giusto visto che il lento incedere e i tanti scorci vanno d’accordo con l’imperativo “no furia, no stress”.
Un po’ di stress lo regala un tratto di strada che da tempo (tanto) reclama una bella spalmata di bitume. Qui buche e brecciolino si sprecano e ringrazio immensamente il setup morbido e la corsa lunga delle sospensioni della strommina. E due!
Ci siamo. La prima meta di giornata è raggiunta: Castel di Bascio, uno dei primi feudi dei Carpegna.
https://lh4.googleusercontent.com/-UEekBhHTbM8/VSTI6_08IFI/AAAAAAAAJOU/xioIIysBkRc/s512/RIMG1260.JPG
Sul punto più alto del promontorio svetta la torre, restaurata e bellissima, ai piedi della quale sono “stesi” alcuni tappeti di ceramica, il “giardino pietrificato” voluto da Tonino Guerra per il proprio museo diffuso. I tappeti, purtroppo molto rovinati, sono dedicati a personaggi del passato che qui hanno soggiornato o sono stati di passaggio. Dai piedi della torre il colpo d’occhio verso il Sasso Simone è stupendo.
https://lh6.googleusercontent.com/-liabjcIpXlc/VSTI7xa2JeI/AAAAAAAAJOw/m17aCFzEs4E/s512/RIMG1263.JPG
Talmente stupendo che regala parecchio ma parecchio relax…(panchina me provochi? e io ce dormo!)
https://lh5.googleusercontent.com/-nayfcGZpHTA/VSTI8Wv3vlI/AAAAAAAAJO0/Vfi0b9nAOjo/s640/RIMG1264.JPG
https://lh6.googleusercontent.com/-a2kJa3Q2oU0/VSTI872OVUI/AAAAAAAAJO8/9hAhBdnTIU4/s512/RIMG1265.JPG
https://lh5.googleusercontent.com/-zUwWq36vtbE/VSTI7tHC_KI/AAAAAAAAJOk/j4hxViGzVfQ/s640/RIMG1262.JPG
Legna da ardere o stupenda composizione?
https://lh5.googleusercontent.com/-3AKMsUninLM/VSTI68KVYVI/AAAAAAAAJOc/XYraeL0o-94/s640/RIMG1261.JPG
Ripartiamo, anche se luce e temperatura ci consiglierebbero di prolungare la piacevolissima sosta. Scendiamo nuovamente in val Marecchia, in cerca di un rabbocco di benza che fatichiamo a trovare.
“Ma co’ i’ che vanno da queste parti? A metano autoprodotto?!?!”. A rabbocco effettuato si inizia a rientrare, puntando verso il monte Fumaiolo, giusto giusto per fare una visita a Casteldelci, altro borgo arroccato su di un cucuzzolo, tirato su in antichità per i soliti motivi di sicurezza e sopravvivenza e diventato in era moderna una bella terrazza panoramica per turisti sornioni come i sottoscritti.
https://lh5.googleusercontent.com/-_EZ3GcAtvIQ/VSTI9VqHuvI/AAAAAAAAJPI/HFqFZN3hb9Y/s512/RIMG1267.JPG
https://lh5.googleusercontent.com/-Ge_J9DNuFnE/VSTI9yAVyPI/AAAAAAAAJPE/Uake53e6uwc/s512/RIMG1268.JPG
https://lh5.googleusercontent.com/-K8qR42HG7oQ/VSTI-HHsIYI/AAAAAAAAJPc/o6pzCP5ZA2c/s640/RIMG1269.JPG
Questi splendidi posti sono stati scenario di parte delle tante atrocità vissute durante la II° guerra mondiale da parte della popolazione, fatte di sanguinosi rastrellamenti da parte nazista. A ricordo di tanta crudeltà e sofferenza è stato creato il “parco della rimembranza (http://www.lavalmarecchia.it/visita/casteldelci/la-grande-rosa-parco-della-rimembranza.html)”, posto ai piedi del borgo, dove fa bella mostra di se una grande rosa in ferro battuto, dedicata ai morti di tutte le guerre. Il poco tempo a disposizione ci ha fatto saltare la visita. Davvero un peccato. Sarà uno dei motivi principali per rifare un giro da queste parti. Intanto il borgo vive in pace, e lo si vede anche osservando un appisolato indigeno…
https://lh3.googleusercontent.com/-rNJysRI6g-o/VSTI-zcfMdI/AAAAAAAAJPg/kMjm3JIdRW8/s512/RIMG1271.JPG
Il tempo stringe davvero e di strada da fare per rientrare ce n’è ancora tanta. Praticamente siamo a metà strada e bisogna muoversi. Risaliamo svalicandolo il monte Fumaiolo, dove troviamo un bel freschetto e ancora tanta neve, specie nei tratti poco esposti al sole.
https://lh6.googleusercontent.com/-hlkBi14oMG8/VSTI_O3dZtI/AAAAAAAAJPY/8YR1WKptgfw/s640/RIMG1272.JPG
Dopo la brevissima sosta sul valico ce ne regaliamo un’altra, ancora più breve, a Badia Prataglia, dopo aver fatto i sali scendi dei passi Incisa e Mandrioli, quest’ultimo non proprio messo bene nella parte alta. Di nuovo Consuma, bestemmiando tra i gitanti della domenica impauriti a percorrere le curve ad oltre 32 km. orari. Non sapevo se piangere o ridere mentre li passavo urlandogli a presa di c… “frenaaaa…..frenaaaaaaaaaaaaa”, accidenti a San Ferodo!
Siamo ai titoli di coda di una splendida giornata passata in moto e in buona (e ritrovata) compagnia. Proprio quello che ci voleva per uscire dall’inverno!
Ma si sa, una volta rotto il ghiaccio la voglia aumenta e al benessere non si fa mai l’abitudine. Per cui pronti/via, altro giro a cercar terrazze.
...