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Discussione: CAPO NORD 2005 (racconto completo) lunghissimo in progress..

  1. #1
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    CAPO NORD 2005 (racconto completo) lunghissimo in progress..

    Questo è il racconto completo, giorno x giorno, del lungo viaggio che ci ha portato a Caponord e nell' est europa.
    Nel racconto sono elencate anche tutte le strade percorse.
    Grazie all' appoggio del sito di LONTANO vedro' di mettere anche le foto che abbiamo scattato a corredo del racconto.
    Io mi sono unito solo dopo una settimana e quindi non sono presente nella prima parte del racconto.

    VISTA LA LUNGHEZZA DEL RACCONTO MI CI VORRA' ALCNI GIORNI PER COMPLETARE IL LAVORO
    In un ormai lontano aprile del 2004 Enrico ed io ci siamo incontrati casualmente in un Pub
    dell’Amiata. Scoperto che entrambi nutriamo una morbosa passione per la moto, abbiamo
    iniziato a progettare questa odissea per il punto più a nord d’Europa. Dopo innumerevoli
    incontri, ispirati anche da vino e pasti luculliani, siamo arrivati a definire Il Viaggio, che sarà
    svolto da una compagnia eterogenea.
    Enrico è il contrattatore e viveur del gruppo, in sella ad un Honda GoldWing del ’96. Nel suo
    curriculum ha circa 120 mila Km in giro per l’Europa con la stessa moto. Cecilia è riuscita a
    tirar fuori dal cilindro, non un coniglio, ma soli 7 giorni di ferie stando con noi da Oslo a
    Trondheim. Condivide da circa 6 anni la voglia di viaggiare in moto insieme a me per
    l’Europa. Stefano, prendendo il posto di Cecilia, ci raggiungerà a Trondheim IN sella ad una
    Yamaha FaZer 1000 del ’02 ed è sicuramente il più infaticabile macina strada che
    conosca…ha la folle impresa di aver percorso 2400 Km in poco meno di 24h, un pazzo!!! Io,
    Federico, in sella alla mia superba Yamaha XJR 1300 SP farò da narratore, tenendo un
    prezioso diario di bordo. Per i lunghi mesi prima della partenza siamo stati tutti intenti a
    fornirci l’equipaggiamento necessario, fatto principalmente di un abbigliamento consono
    all’occasione. Oltre alle giacche in Goretex, siamo tutti muniti di tuta antipioggia e delle
    magliette da moto frangivento della Spidy. Il vestiario si dimostrerà assolutamente
    indispensabile per affrontare quel tempo bizzoso che usa in quei paesi così lontani da noi.
    Così, senza conoscerci molto e dopo aver fatto revisionare a puntino i nostri cavalli di ferro,
    abbiamo intrapreso questa avventura incredibile, pieni di bagagli, lanciati verso un’odissea
    di circa 11000 Km.

    13 GIUGNO LA PARTENZA
    Km percorsi: 1096 Km
    Si parte al mattino verso le sette e la mia
    moto ha 52828 Km. Siamo Enrico e io
    diretti a Wurzburg.


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    Il momento della partenza, uno pero' rimane un' altra settimana a sgobbare (chi dei tre?)

    14 GIUGNO

    Km percorsi: 866 Km
    Il secondo giorno di viaggio è finito e ancora non è stato notificato niente del primo. 1100
    Km è stata le prima tappa, finita 200 Km sotto la meta prefissata e con circa 200 Km di
    troppo…???. Ogni odissea per essere tale deve avere anche qualche inconveniente, e questa
    già dal primo giorno ha manifestato i suoi. Dopo aver
    girovagato per Grosseto alla caccia dei passaporti, ci siamo
    avventurati dentro Parma e dentro Verona per un
    problema di assetto alla moto di Enrico. Dopo un gommista
    e due concessionari Honda, più svariati Km cucendo le
    due città in lungo e in largo alla ricerca del “profeta
    Honda” abbiamo scoperto che semplicemente aveva
    le gomme sgonfie…Ach!!!!!
    Alle 16.30 circa si parte da Verona, volenterosi di andare il
    più a nord possibile, anche se un po’ sfiduciati.
    Austria e Germania si susseguono senza soluzione di
    continuità mostrandoci paesaggi e colori inenarrabili. In
    questi paesi gli uomini non sono talpe…la strada si srotola
    in un continuo di colline e curvoni in un armonico saliscendi.
    Lanciati nella nostra avventura arriviamo al primo distributore Teutonico alle 21.00,
    ben lontani dalla nostra meta e sinceramente provati, ma ancora con qualche barlume di
    energia.
    Ci lanciamo così alla volta di Ingoldstadt, facendo rombare i nostri motori, tuonare le nostre
    marmitte…GAS!!!! 150-160-170 km/h pieni di bagagli le moto sussultano, ma mostrano tutto
    il loro carattere mordendo l’asfalto senza indugi. L’aria fischia sui caschi e il terreno vola
    sotto le ruote. In Italia saremmo i padroni indiscussi della strada, in Germania NO!!!!
    Macchine ormai dimenticate dal tempo ci
    superano come un ghepardo supera una
    formica…incredulo guardo il tachimetro che
    segna 180 Km/h, ma non basta, un furgone mi
    ha appena sverniciato e a salvarci giunge un
    paesino, pieno di verde, praticamente deserto
    con un grande albergo al centro. Gentilmente ci
    ospita nonostante l’ora ormai tarda, e dopo una
    buona doccia, un pasto pittoresco a base di 1l
    di birra e di un Gulasch di Wurstel (?),
    stramazziamo a letto.


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    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1060.JPG

    Al mattino ci svegliamo con il Gulasch ancora
    indeciso sulla strada da prendere, al contrario di
    noi!!! Dopo una tazza di “caffè” tedesco e una colazione a base di salame e formaggi, si
    parte. Alle 7 del mattino la cittadina di Ingoldstadt è deserta, avvolta nel silenzio, con poche
    ed ordinate persone che si recano al lavoro. Nonostante abbia diluviato per tutta la notte, la
    giornata pare essere clemente con solo un po’ di nebbiolina e tanto umido. Si parte lanciati
    in autostrada con il compito e l’intento di recuperare i chilometri perduti ed arrivare in orario
    a Kiel per prendere il traghetto entro le 18.30…sono circa 800 Km. In principio la
    stanchezza è solo presente, ma nell’arco della giornata diventa quasi insostenibile. Seguiamo
    la E45 fino ad Amburgo, ma a questo punto, non contenti, decidiamo di farci guidare
    attraverso l’entroterra da un amico di Enrico che organizza Tour Operator per motociclisti.
    Stufi delle impersonali autostrade, ci avventuriamo così nel
    paesino di Luneburg per incontrare Ralph…il nostro maxi
    “eroe”: farsi pagare per girare il mondo in moto non è da
    tutti!!!! Stanchi all’inverosimile cerchiamo di gustare il più
    possibile l’ordinata e pulita compagna interrotta solo da
    graziosi agglomerati di case in mattoncini rossi e le strade
    dal manto perfetto ci portano per un labirinto di deviazioni
    cullati dal dolce rombo del motore. Traversiamo foreste di
    betulle e fra mucche, villini ed enormi mulini a vento per
    l’energia eolica arriviamo in coma, ma in tempo a Kiel.
    In nave ci attende una cabina doppia a cui è associata
    anche la cena e la colazione, tutto compreso nel biglietto,
    in pratica con 160! a testa godiamo dei lussi di questa
    grande nave, munita di night club e con un personale
    molto gentile, peccato che i marinai, appena entrati e
    parcheggiata la moto in nave, ci abbiano abbandonato
    con i legacci in mano. I “legacci” sono delle fettucce
    munite di un meccanismo che permette di assicurare
    meglio la moto alla nave e mentre i marinai ghignavano
    alle nostre spalle, ci siamo cimentati con non poca
    maestria a bloccare i nostri poderosi destrieri…ci abbiamo messo solo 30’ per capire come
    funzionavano e nessuna supplica è valsa a molto. La cena “gratuita” ci ha rincuorati e dopo
    un breve struscio sui ponti della nave, ci siamo abbandonati nelle braccia di Morfeo.
    Abbiamo già 1900 Km sulle spalle… o sulle ruote…dipende dai punti di vista!!!


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    15 GIUGNO

    Km percorsi: 240 Km
    Dormire in nave non è poi così male…alle 7.00 il capitano inizia ad avvertire dell’imminente
    arrivo alle 9.00 a Goteborg e che la colazione è pronta. L’impressione è che sia l’ultimo
    pasto che tutti avranno mai occasione di fare, come una miriade di cavallette, c’è l’assalto ad
    ogni tipo di pietanza che va dalla marmellata, ai miniwurstel affumicati, alle uova strapazzate
    fino a vari tipi di aringa e pesce affumicato, ne deduco che nei paesi nordici la colazione è
    sempre di più un pasto fondamentale e noi ci adeguiamo!!!
    Nella stiva, prima di scendere, facciamo conoscenza con altri motociclisti di varie nazionalità
    (siamo gli unici Italiani), tutti diretti a Capo Nord con vari tragitti. Finalmente sbarchiamo in
    Svezia e la città ci accoglie silenziosa, il cielo ha una moltitudine di placide nuvole e c’è solo
    qualche indigeno che pigramente si dirige al lavoro…potrebbero essere le 7.00, ma in realtà
    sono le 9.30. dopo un breve giro per le strade della città, ci parcheggiamo in centro presso
    un canale e abbiamo subito l’impressione di
    non temere eventuali assalti di ladri, così
    lasciamo tranquilli le nostre moto piene di
    bagagli armati solo di macchine fotografiche
    e tanto entusiasmo.
    Dopo poco un bisogno fisiologico ci assale
    e, giunti in un centro commerciale, troviamo
    dei bagni pubblici. Una dolce signorina ci
    chiede 5 corone, e noi chiediamo se è
    possibile pagare in euro, ancora sprovvisti
    della loro moneta…”certo, è 1!”…mumble
    mumble!!! 1! per mingere…l’atto più
    naturale e spontaneo, oltre tutto il cambio di
    5 corone dovrebbe essere 0,65!. Ci rifiutiamo, decidendo prima di comprare un po’ di
    moneta locale e chiediamo informazioni per una banca ad un bar gestito da tre ninfe
    svedesi. Mentre una inizia a dare indicazioni, un’altra chiede quanto dobbiamo cambiare e,
    sbattendo le lunghe e ammalianti ciglia, si propone nel cambio. Io le avrei dato anche le
    mutande!!! Enrico, più saggio ed esperto, insiste per sapere dov’è una banca.
    Ora abbiamo qualche corona, ma non abbiamo ancora esaudito il nostro bisogno. Maslow,
    sociologo americano, afferma che gli uomini hanno 5 bisogni primari e non si può esaudire
    un bisogno superiore se prima non si è risolto un bisogno inferiore…in pratica nelle nostre
    condizioni, neanche il più suadente dei sorrisi di Monica Bellucci avrebbe potuto distogliere
    la nostra attenzione dal nostro, ormai ben più primario bisogno. Giriamo come trottole
    finendo anche nel bagno bunker della stazione ed alla fine pisciare diventa una vera
    urgenza e a gambe strette entriamo in un Pub.


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    GOTEBORG

    Alle 11.00 del mattino la città è piena di gente e
    noi siamo ubriachi e liberi di appagare in nostri
    bisogni superiori. Dimentichi del “piccolo”
    inconveniente, affrontiamo Goteborg con altro
    spirito e notiamo che è una cittadina grande e
    ben organizzata con una flora femminile, oserei
    dire, ricchissima e bellissima. Sarei voluto andare
    a vedere il museo della regina indiscussa dell’era
    analogica, la Hassenblad, ma ci siamo persi nel
    museo locale, pieno di quadri e sculture
    interessanti. Saremmo quasi tentati di finire qui la
    nostra vacanza, ma decidiamo di ripartire
    subito per Oslo, prendendo solo piccole
    strade. Siamo costretti a seguire
    l’autostrada fino all’uscita per Stenugsund
    da qui proseguendo poi per la 169, sotto
    l’indicazione di un amico di Enrico. Il
    panorama cambia improvvisamente
    divenendo assolutamente stupendo.
    Ci addentriamo in un dedalo di stradine avvolte
    da una natura dai paesaggi ammalianti, fatta
    di isole collegate da ponti e piene di una
    vegetazione rigogliosa. Ad ogni curva
    si apre un panorama nuovo e idilliaco. Gli occhi si spalancano per meglio arrivare a nutrire
    l’anima con tanta bellezza. Seguiamo l’itinerario propostoci per Ellos, passando per la 160 e
    la 178. Vicino a Ellos c’è una chiatta di ferro che traversa un piccolo specchio d’acqua
    salata, traghettandoci su un isolotto
    assolutamente paradisiaco. Case e natura si
    fondono perfettamente insieme e una
    quiete infinita ci pervade…la nostra anima
    esulta insaziabile e procediamo entusiasti
    verso Grundsund, in un susseguirsi di
    casette di legno perfettamente curate,
    circondate da un manto erboso che
    risplende come velluto. Persino i cimiteri
    non hanno un aspetto lugubre, ma
    appaiono sereni dando una pace
    “profonda”. Ci fermiamo così a guardarne
    uno, notando che diverso impatto con la
    morte deve avere un popolo che ha un tale
    rispetto dei suoi avi.




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    Continuiamo per le stradine passando per Flaton e fermandoci ogni tre passi, come i watussi,
    per immortalare il paesaggio con tutti i suoi sassi erosi dal tempo e le barchette multicolore
    che ondeggiano in un’acqua di mare dalle sembianze surreali…un paesaggio incantato.
    Dopo un'altra chiatta prendiamo per la 161 in direzione di Lysekil e con una ancora più
    grande raggiungiamo la 162.
    Le strade sono veramente molto piacevoli e
    rispettare il limite è più facile di quanto
    previsto. Seguitiamo per Dingle sulla 165 per
    raggiungere Halden, la nostra meta per la
    serata. Dal mare ci dirigiamo verso l’interno
    incontrando una serie di piccoli laghi ben
    costeggiati dalla tortuosa strada. Anche qui il
    paesaggio è fantastico anche se ben diverso,
    ma dal nostro subconscio, neanche tanto
    sub, inizia a levarsi una vocina:
    “ciboooooooooooooo!!!”. Sono circa le
    20.30, il sole è alto e noi andiamo avanti in
    questo paesaggio incantato dove si alternano
    dolci colline a piccoli laghi con una lieve bruma che li rende ancora più sorprendenti. La
    luce dorata della sera dà quel tocco di magia in più e una lieve brezza inizia a farsi sentire. Si
    passa in Norvegia e l’unica variazione è data dal nome della strada, che diventa 22, e dal
    manto stradale meno curato.
    La nostra anima è sazia e il nostro stomaco grida
    “CIBO!!!!!”, così a malincuore aumentiamo il passo
    volando in questo paesaggio fantastico fino a Halden,
    che raggiungiamo alle 22.15, con il sole che comincia a
    tramontare e con gli alberghi che cominciano a
    CHIUDERE! Troviamo una sistemazione al Grand Hotel,
    che di grande ha solo le finestre e finiamo a mangiare in
    un pub, l’unico ancora disposto a darci qualcosa, che
    ironia della sorte di chiama Palays Royal. Crolliamo a
    letto esausti accompagnati dalle vibrazioni del Pub che
    è sotto la nostra stanza, constatando sempre di più che 57! a testa, la stanza, non li vale, ma
    in fondo abbiamo goduto tutto il giorno di paesaggi meravigliosi e la stanchezza è tale che
    dopo poco la nostra coscienza si acquieta.


    16 GIUGNO

    Km percorsi: 270 Km
    Tutto sommato il Grand Hotel non è stato poi così malvagio…abbiamo dormito alla
    “grande”, affatto disturbati dalla musica…si può quindi immaginare il nostro livello di
    coma!!!
    La colazione è sempre ricchissima di cose diverse, ma
    non siamo ancora così coraggiosi da lanciarci
    sull’aringa affumicata di prima mattina, preferendo le
    varie qualità di pane che vengono proposte. La sala
    da pranzo ricorda il film del “dottor Zivago” e noi ci
    caliamo nella parte, desiderosi di rimontare sui nostri
    destrieri metallici. Dopo un’abbondante colazione, si
    fa il pieno e si riparte lungo la 22. Questo secondo
    pezzo è meno interessante del primo, ma in ogni
    modo piacevole e noi siamo eccitati da un altro
    evento…alle 13.00 circa arriva la mia dolce metà.
    Con soli 7 giorni di ferie ci raggiunge a Oslo con l’aereo per condividere almeno una parte
    di questo viaggio da sogno.
    L’aeroporto non è minimamente segnalato, ma dopo un
    po’ di errori lo raggiungiamo. È posto a circa 40 Km da
    Oslo verso Trondheim. Nonostante tutto arriviamo in
    orario e come mi vede mi corre incontro, saltellando
    come un grillo e agitando la sua folta chioma ramata,
    assolutamente entusiasta di entrare a far parte della
    comitiva.
    Ad Oslo abbiamo appuntamento con un altro amico di
    Enrico che ci offre vitto e alloggio. Prima della partenza
    più persone ci avevano avvertito sulla possibile
    freddezza delle popolazioni nordiche…in questo caso
    niente di più sbagliato. Ola, questo è il suo nome, ci ha
    accolto con tutti gli onori. È un motociclista D.O.C.G. di
    mezza età con un Honda VF 800. Insieme alla moglie ci
    hanno prima mostrato la città e poi preparato un’ottima
    cena a base di carne e patate assolutamente succulenta,
    purtroppo ero veramente distrutto. Non credo di essere mai stato così stanco in vita mia, ho
    rischiato più volte di crollare esausto con la faccia nel piatto, arrivando a gustarmi solo sette
    fette di filetto con qualche patata!!! Ola oltre ad essere un vero motociclista è anche un
    appassionato di musica e alla fine del pasto ci conduce nel seminterrato dove è custodito il
    suo orgoglio. Si tratta dell’impianto stereo più
    fantascientifico che abbia mai visto: le casse sono alte
    circa 160 cm e larghe 70 cm, di forma pentagonale,
    alimentate da due amplificatori e un preamplificatore.
    Alla domanda: “che potenza hanno??”, lui tutto
    orgoglioso risponde: “what you want”. Sentire la musica
    con quell’impianto è un vero piacere, si scoprono
    infiniti suoni e variazioni che rendono brani
    assolutamente conosciuti, completamente nuovi, il solo
    problema è che solo le casse costano circa 10000,00€


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    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1111.jpg
    Notate lo scarico del VFR di Ola.

    E' circa l’una del mattino quando finalmente
    raggiungiamo il letto e, prima di addormentarmi, con la
    tenue luce del sole che ancora penetra dalla finestra,
    ripenso al giro che abbiamo fatto con Ola e sua moglie
    al Viggeland park: un'oasi verde disseminata di statue in
    bronzo e in pietra atte a rappresentare gli stati d’animo e
    le passioni umane, che sono state realizzate dal signor
    Viggeland, un allievo di Rodin. Ci hanno anche portato
    al castello di Oslo, perfettamente tenuto, all’interno del quale ci sono una serie di localini e
    una caserma militare.



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    17 GIUGNO

    Km percorsi: 238 Km
    Ci alziamo con tutta calma a casa di Ola, che è pronto ad esaudire ogni nostro desiderio…e
    prima di partire ci scarica le memorie delle macchine digitali e ci masterizza due dischi di
    Roger Waters: purtroppo non abbiamo potuto salutare la moglie e la figlia. Ola ci fa da guida
    per le montagne fino a Skien, portandoci per
    strade che altrimenti sicuramente non avremmo
    preso. Prendiamo la E16 per raggiungere la 35
    che costeggia un grande lago in cui hanno
    disseminato degli isolotti dalle verdeggianti
    chiome. La pioggia si alterna al sole, rendendo
    ancora più suggestivi i paesaggi. Il panorama
    cambia continuamente fra rigogliose colline e
    specchi d’acqua e così girovagando lungo la 35
    ci ritroviamo a Eidsfoss, un piccolo paesino sulle
    rive dell’ormai ennesimo lago, dove ci fermiamo
    a mangiare presso una vecchia casa rossa
    interamente in legno, in origine appartenuta ad un fabbro, consumando un ottimo pasto a
    base di salmone. Sazi e appagati ripartiamo ma questa volta ad una velocità ben più sostenuta.
    Come se una vespa gli avesse
    punto il sedere, Ola è partito a tutta velocità
    verso Skien e carichi come siamo stargli
    dietro è veramente un impresa. Arriviamo a
    destinazione dalla 32 e salutiamo il nostro
    ospite, ma la giornata è ben lungi
    dall’essere finita, altri amici di Enrico ci
    aspettano per un invito a cena. Dopo una
    breve sosta in albergo ci fiondiamo a casa
    dei nostri nuovi ospiti. Alle 23.00 è ancora
    giorno e il tempo diventa veramente una
    funzione relativa permettendoci di
    bivaccare e mangiare con ancora più
    disinvoltura: gamberetti, salmone, bacalao,
    vino a volontà e un'acquavite di patate tipica di queste parti, tutti ingredienti ottimi per una
    sbronza in amicizia. Abbiamo cominciato la cena con i genitori di Marianne, il nostro
    contatto Norvegese, timidamente in modo quasi “formale”, per finire a pacche sulla spalla e
    brindisi.

    18 GIUGNO
    Km percorsi: 0 Km
    Oggi è il mio compleanno e ci
    concediamo il primo giorno di completo
    riposo, destinato anche ad un invito al
    matrimonio di un altro amico di Enrico. In
    ogni caso compiere 35 anni a 2000 Km
    da casa non è poi così male!!!
    Skien, come in molte altre città Norvegesi
    ha un museo abbastanza
    particolare…vengono esposte le case
    tradizionali di questo popolo, ciò vuol
    dire che sono andati in giro per la
    Norvegia a smontare le abitazioni tipiche
    ricostruendole in un unico luogo adibito
    a museo. Sono tutte rigorosamente in legno e quelle più vecchie non hanno aperture ad
    eccezion fatta per l’entrata e per un buco sul tetto per far passare il fumo, questo vuol dire
    che spesso capitava che i figli, dormendo su un
    soppalco, morivano per avvelenamento da
    monossido di carbonio. Questa non è l’unica
    curiosità del popolo “vikingo”, in inverno, per il
    forte freddo e la terra ghiacciata, non potendo
    seppellire i familiari deceduti, li mettevano in
    soffitta con i prosciutti…viene da pensare che
    nel profondo buio invernale potevano affettare
    un coscio di suocera al posto della renna!!!!




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    Dalla passeggiata culturale siamo finiti al
    matrimonio, credo protestante, e cullati dalle
    svariate canzoni intonate da giovani fanciulle, ci
    siamo bellamente addormentati sulle panche
    della chiesa. È da notare un aspetto interessante della vita
    sociale Scandinava, ogni chiesa ha intorno il suo cimitero,
    per cui nascita, matrimoni e morte sono un tutt’uno. Vita e
    morte coesistono nello stesso luogo in modo armonico.


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    Fatalità è sabato, giorno in cui vengono abbattute tutte le
    inibizioni dei nativi, un po’
    come il Dottor Jekyll e Mister
    Hyde; durante la settimana
    conducono una vita normale,
    mentre il fine settimana si
    trasformano,
    abbandonandosi a Bacco ed
    ispirandosi a Venere, l’unica
    cosa che non possono fare è
    guidare, per cui c’è sempre lo sfigato del gruppo che regge
    il gioco altrui per riportare tutti a casa.


    19 giugno
    Km percorsi: 466 Km
    Partiamo di buon ora, Enrico è un po’
    addormentato per la sua nottata brava passata con
    le generose bellezze locali, per cui ha dormito solo
    4 ore ed è fresco come una margherita d’inverno.
    Abbiamo interrogato varie persone sul tragitto
    migliore da fare per raggiungere Alesund: il primo
    prevede una sosta a Ulvik, il secondo di percorrere
    tutta la N40 più veloce e tranquilla ed il terzo di
    passare per Rjukan, dove nella seconda guerra
    mondiale veniva fabbricata l’acqua pesante per la
    costruzione della bomba atomica da parte dei
    Tedeschi, per poi proseguire per Ulvik. Noi dopo attente valutazioni, abbiamo deciso di fare
    un mix e seguire un nostro percorso che prevede il passaggio per stradine che sulla mappa
    hanno dimensioni infinitesimali, senza nome,
    che solo a guardarle su carta danno il senso
    dell’avventura.
    Da Skien ci lanciamo così sulla 36
    costeggiando il lago Norsjo fino a Gvarv,
    prendiamo poi una strada senza nome lungo
    il lago Heddalsvatnet fino alla E 134 ed è
    proprio all’inizio di questa strada, subito
    dopo Notodden che, per puro caso ci
    imbattiamo a Heddal nella nostra prima
    chiesa in legno. E’ una struttura
    assolutamente incredibile, risalente, in alcune
    parti, al 1147 d.C., interamente fatta di legno
    ed appoggiata su lastre di pietra. Purtroppo
    stanno per iniziare una funzione e non ci è
    permesso di entrare a visitarla, ma abbiamo
    comunque il tempo di entrare sulla soglia
    velocemente e farci un’idea della maestosità
    della struttura. Siamo pervasi da un forte
    odore di legno stagionato e le colonne
    centrali sono finemente lavorate, è molto buio
    all’interno per la scarsità di finestre, ed il tutto
    ha una connotazione di estrema sacralità.
    Come tutte le chiese Scandinave, anche questa presenta il suo “orticello” di lapidi
    ordinatamente disposte fra betulle e abeti.


    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/DSCN0941.JPG
    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1165.jpg
    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1162.jpg

    I fedeli sono vestiti con gli abiti tradizionali per
    festeggiare la liberazione della Norvegia dalla
    Svezia...??? Se non ricordo male tale evento è
    festeggiato il 17 maggio e la festeggiano anche il
    17 giugno, ma perché il 19??? Evidentemente gli
    Svedesi non erano dei buoni padroni di casa!!! Si
    riparte sulla 361 e poi sulla 37 e qui si apre un
    paradiso. La strada costeggia un lunghissimo
    lago con le acque così scure da far da specchio
    alle montagne che lo circondano.


    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1154.jpg

    Si nota subito che la Norvegia non ha molti fiori, quindi
    abbondano i verdi che si mescolano in un’orgia
    di sfumature impressionanti e su questo lago i
    colori sono incredibili. Un bisogno quasi improvviso, di quelli primari, ci porta ad osare di
    più con le nostre moto obese dai bagagli scendendo in una stradina appena accennata a filo
    del lago in un piccolo spiazzo che contiene:
    una casetta rossa con le finiture blu e le tende
    bianche ricamate, una barca in legno
    attentamente coperta con un telo e noi con le
    nostre moto. Siamo a circa trenta centimetri
    dalla superficie dell’acqua e le ninfe del lago mi
    chiamano a tuffarmi fra i suoi cristallini flutti, ma
    è troppo fresca per i miei gusti e poi sono sicuro
    che anche i pesci hanno il cappotto. Ne
    approfittiamo per prendere un po’ di sole in
    questo luogo incantevole e, dopo poco, riprendiamo il viaggio in una serie di Hoooooo!!!!


    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1170.jpg
    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1167.jpg

    Haaaa!!! che si susseguono ad ogni curva fino a Rjukan. Il
    paesino non sembra niente di speciale e comunque non
    abbiamo tempo per visitarlo, quindi torniamo sui
    nostri passi verso la 364 e poco prima di Bakko giriamo
    in direzione di Veggi per proseguire per Dale e
    ricongiungerci alla 40 all’altezza di Bjorkflata.
    Un fiume tormentato dai grossi sassi lisci, ci fa da
    antipasto a ciò che ci si aprirà davanti a 1324 mt di
    altezza, dove un enorme altipiano si apre alla fine della
    salita. Non c’è un albero, ma solo una serie di piccole
    case di legno disseminate a caso in una desolazione
    affascinante, resa viva dall’infinito quantitativo
    d’acqua che gorgoglia allegramente.



    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/DSCN0952.JPG
    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1171.jpg

    A 1000 mt un grande lago artificiale, circondato solo da sassi e terra
    in un panorama quasi lunare. Se si dovesse esprimere
    questa nazione con un elemento, l’acqua è quello che meglio la rappresenta. In questo
    luogo dove la natura è così varia ed impressionante l’acqua la fa da padrona, esprimendosi
    in tutte le sue forme e sgorgando ovunque, la roccia
    traspira ruscelli, vi sono cascate con salti di tre metri a
    ridosso della strada che poi spariscono sotto il manto della
    via. E’ difficile esprimere la sensazione di meraviglia e
    imponenza che dà questa natura così rigogliosa.


    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1227.jpg
    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1223.jpg

    Arriviamo alla 40 che percorriamo fino a Geilo in un
    continuo di meraviglie. Sono circa le 14.00 ed è l’ora di
    mettere qualcosa
    sotto i denti, per cui
    facciamo tappa in
    un piccolo ristorantino in questa cittadina moderna
    alle pendici delle montagne. Si riparte sulla 7 per
    raggiungere la 50 che percorriamo fino a Aurland, ma
    già poco dopo Hovet allo stupore si aggiunge lo
    sgomento. Le nostre anime già sazie delle meraviglie
    della natura fino ad ora incontrata, diventano come un
    bulimico che prende d’assedio un frigorifero, come
    una spugna assorbono il paesaggio in ogni
    particolare. A più di 1000 mt, dopo una serie di gallerie, finiamo in una valle abitata da un
    lago parzialmente ghiacciato dall’acqua cristallina, che lambisce pigramente dei lastroni di
    neve imperturbabile il tutto immerso in una luce surreale. Storditi arriviamo a Aurland e ci
    troviamo davanti ad un bivio: o percorriamo un
    tunnel di 25 Km alla velocità massima di 60 Km/h (ci
    hanno detto che lungo la galleria è pieno di
    rilevatori di velocità), con una temperatura
    decisamente inferiore a quella già bassa
    esternamente, o seguiamo la vecchia
    strada che da Aurland porta a Laerdals passando per la montagna.
    Il problema nonsi pone e all’unanimità ci dirigiamo verso la montagna.
    Dal paese la strada si arrampica sulle falde della montagna a
    picco sul fiordo, mostrando un paesaggio fiabesco e
    ben presto compare la neve vera. Fino ad ora, in una
    serie di sali e scendi avevamo visto solo chiazze di
    neve e laghi ghiacciati, ma a 1300-1400 mt di
    altezza ci troviamo a passare attraverso muraglioni di
    neve di 2-3-4 mt. La strada è perfettamente libera e
    pulita ed entra in questi tunnel di neve che ci
    sovrasta lasciandoci completamente allibiti.


    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1220.jpg
    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1218.jpg

    Le moto procedono lente e tranquille in questi panorami perdifiato, numerosi laghi
    sono ghiacciati, mostrandosi solo attraverso delle crepe sulla neve e da lievi
    gorgoglii. Presi da tanta meraviglia non possiamo fare a meno che fermarci
    innumerevoli volte a documentare ciò che lascia noi
    stessi increduli.

    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1207.jpg
    http://www.daviderenda.com/albums/us...5/CIMG1235.jpg

    Quando inizia la discesa e la neve si
    dirada, una folla di torrenti schiuma lungo i loro letti e
    dà l’impressione che l’acqua balzi da un sasso all’altro, felice di
    essersi liberata dal suo stato solido di ghiaccio e
    neve e libera di correre verso il prossimo fiordo.
    Ormai ubriachi, le nostre mascelle cadute e gli
    sguardi inebetiti da questa prosperosa natura,
    proseguiamo nella 5 per raggiungere
    Sogndal per un meritato riposo.
    L’albergo sipresenta bene, maè caro per quello
    che offre e data l’ora siamo costretti a mangiare una pizza
    orribile con ananas e prosciutto...necessità fa virtù.




    CONTINUA

  2. #2
    FazerStaff L'avatar di Stillo
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    Per l' amministratore.
    Mi conviene fare un' unico post lunghissimo o dividere il viaggio in tanti post??

  3. #3
    FazerItaliano Lesto
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    Complimenti bellissime foto, per quanto riguarda la lettura prometto che leggo il tutto con calma questa sera. :P

    Tesserato FazerItalia nr. 0866
    Fazer 1000 Silver Tech 04
    Se tu puoi compiere grandi cose quando gli altri credono in te, immagina ciò che puoi raggiungere quando sei tu a credere in te stesso.

  4. #4
    Fazeritaliano all'Estero L'avatar di Lontano
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    grandioso Stillo, domani in ufficio me lo stampo e, casualmente, lo faccio leggere a mia moglie... vuoi mai che si convince....
    Davide aka Lontano - 60330 Le Plessis Belleville, Francia - lontano@fazeritalia.it
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  5. #5
    FazerStaff L'avatar di Stillo
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    Citazione Originariamente Scritto da Lontano
    grandioso Stillo, domani in ufficio me lo stampo e, casualmente, lo faccio leggere a mia moglie... vuoi mai che si convince....
    Leggilo bene e censura alcuni punti se hai intenzione di farti il viaggio senza di lei

  6. #6
    FazerItaliano Novello
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    Non ho parole. Bravo.
    "Racing is life. Everything else is just waiting." In the book of Mark Hughes 'SPEED ADDICTS' Grand Prix Racing.

  7. #7
    FazerItaliano Novello
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    Letto tutto! Viaggio e foto bellissime

  8. #8
    FazerItaliano Novello
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    311
    ...zzolina!!!! complimenti x il viaggio ed ancora complimenti x averlo postato nel forum.

    x ora ho dato un'occhiata veloce, ma ti garantisco che torno indietro e leggo tutto x filo e x segno

  9. #9
    FazerStaff L'avatar di Stillo
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    Ma se è solo l' inizio, sono ancora alla prima settimana di viaggio.
    E IO DEVO ANCORA PARTIREEEEEE

  10. #10
    FazerItaliano Novello
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