La parte interessante del mio lavoro sono le ricerche di mercato. Perché vanno fatte visitando le città coi maggiori mercati scooter (guardacaso robette tipo Roma e Parigi), e perché permettono finalmente di toccare con mano le reazioni del cliente, esaminarle, catalogarle, riportarle alle pulsioni emotive che le generano, nella speranza di riuscire a intuire la "faccia" che dovrà avere il prossimo prodotto.
In soldoni, si mettono insieme attorno a un tavolo 8 - 9 persone selezionate in base ai parametri della ricerca. Si fanno loro delle domande, si raccolgono le risposte (le più spontanee possibile) e si spera di uscire con le idee più chiare di come si sia entrati ('nzùmma...)
Questa volta, a MI e a Parigi, tra i vari gruppi di intervistati abbiamo voluto vedere anche 1 gruppo di motociclisti per ciascuna città. Gente tranquilla, Transalp / F650 (e in Francia moto 125 tipo la Varadero, molto popolare), quelli che usano la moto anche per il casa - lavoro.
Orbene, dopo 3 gruppi di normali utenti scooter, fanno il loro ingresso in sala i motociclisti.
Non si sono ancora seduti e già si "sente" qualcosa di diverso dagli altri.
Gli scooteristi sono gente di tutti i tipi: c'è il banale e il brillante, l'elegante e lo sciatto, la donnina timida e quella più estroversa, il pantofolaio e lo sportivo. Il giovane vestito da giovane, l'anziano vestito da anziano. Insomma tutti.
I motociclisti sono più... dello stesso tipo.
Tutti casual + parti di "armatura" da moto, tutti con tagli di capelli o basette un po' più "sportivi"... i più anziani (si andava dai 37 ai >55 anni) abbigliati come i più giovani.
Tutti quelli che entrano in quella stanza iniziano coi piedi di piombo, dato che non sanno bene cosa li aspetti. Ma nei motociclisti ho notato un filo di prudenza extra, come se si stessero dicendo "non fare il pirla come al solito, qui è gente seria! Ci guardano!"
Poi parte la discussione, e le strade dei due gruppi umani si dipartono completamente
Scooteristi:
facili da mantenere on topic (estetica, utilizzo quotidiano, funzionalità ecc.), non si perdono dietro dettagli tecnici, parlano uno alla volta, discutono brevemente, noi prendiamo appunti facilmente, l'intervistatore (psicologo) comprende facilmente il "pensiero" che emerge dal gruppo, è facile distinguere chi traina, chi segue, chi ha molti spunti da offrire e chi si sta solo annoiando.
Motociclisti:
dopo breve rodaggio i buoni propositi vanno a farsi benedire, e l'intervista diventa man mano una cagnara di gente che ride, scherza, discute sul diametro ruote o le sospensioni di questo e quello... l'intervistatore invita all'ordine, tenta faticosamente di spostarli dalle disquisizioni sull'interasse per tornare sul concept o sullo stile di una proposta, raccoglie brevi sprazzi di pareri da alcuni mentre altri si raccontano la storia delle 18.000 moto possedute in passato. Brevi pause di attenzione di fronte a un nuovo bozzetto, poi giù commenti sarcastici o riavviare di discussioni.
I miei appunti sono un ammasso di frasi e frasette sconnesse raccolte per ventura dal macello, mentre l'intervistatore è ormai costretto ad alzare nettamente la voce per riportare l'ordine, ogni 5 minuti. Finalmente si volge al termine, saluti, gli ultimi commenti tra di noi. Lo psicologo VISIBILMENTE affaticato, mentre io me la rido sotto i baffi :asd:
Alla fine me la sbrigherò concludendo che "il concept non interessa ai motociclisti"
Che effettivamente, meravigliosa forse no, ma "strana" gente lo sono di sicuro. Con una inestinguibile voglia di giocare, sempre.
E' stato bello, "vedermi" allo specchio.![]()
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Byeee